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Il secondo congresso di SGB

25 Novembre 2020
sgb


Lo scorso settembre si è svolto il secondo congresso nazionale del Sindacato Generale di Base (SGB).

Con la partecipazione di esponenti di varie esperienze del sindacalismo conflittuale (SICobas, Confederazione Cobas, Sial Cobas e Riconquistiamo Tutto-opposizione CGIL), i circa settanta delegati hanno discusso appassionatamente del futuro del sindacalismo di base, mettendo in luce le difficoltà di uno scenario senza precedenti, nel quale il padronato strumentalizza l’emergenza pandemica per sferrare un nuovo spregiudicato attacco ai diritti dei lavoratori («I padroni, affamati di profitto, in competizione fra loro sul piano locale come su quello globale, creano crisi economiche e sociali. Gli effetti dello loro crisi sono ancora più evidenti con la pandemia» si è detto nella relazione introduttiva).

Milioni di lavoratori in Italia si trovano oggi con il CCNL scaduto da diversi anni, e le proposte di CGIL-CISL-UIL, al di là delle dichiarazioni mediatiche, si basano sulla detassazione degli aumenti salariali e sull’utilizzo del recovery fund; cioè, in sostanza, su risorse economiche pagate dai lavoratori stessi, sotto forma di aumento del debito pubblico e di tagli ai servizi, fra i quali non viene risparmiata neppure la sanità pubblica, nonostante la catastrofe epidemica che stiamo vivendo. Le parole d’ordine sono state quindi la tassazione del profitto e del grande capitale, il taglio delle spese militari, la riduzione dell’orario di lavoro a parità di paga.

In questo contesto, l’assemblea dei delegati ha ritenuto naturale l’adesione di SGB al "patto d’azione" che ha avviato il proprio percorso con l’assemblea del 27 settembre a Bologna. Nonostante, infatti, la difficile fase che SGB ha affrontato nei mesi scorsi, con la scissione di un gruppo che ha optato per il passaggio alla CUB (in dissenso con la rottura del patto federativo decisa dalla maggioranza di SGB), non solo non si è verificato il temuto isolamento da parte delle altre sigle, ma sono emersi confortanti elementi di convergenza per la costruzione di un ricompattato fronte del sindacalismo conflittuale.

Una specifica sessione del congresso è stata dedicata allo smart working, cambiamento epocale nell’organizzazione del lavoro che incide nei meccanismi economici e sociali e che obbliga a molteplici riflessioni sull’isolamento sociale, sulla ricaduta che può in particolare avere sulle donne e sulle forme di conflitto da mettere in campo.

La consapevolezza di costruire un sindacato non riconosciuto dalla controparte in molti posti di lavoro significa anche attribuire un ruolo importante alla formazione tecnica e politica di quadri sindacali, che possano aiutare la classe a riconquistare coscienza di sé, smarrita ormai da tempo.
In questo senso va colto questo passaggio del documento finale: «Dobbiamo rafforzare, non stemperare, l’importanza per tutti i lavoratori di scegliere di organizzarsi concretamente ed in forma collettiva per presentarsi alle controparti sempre più forti e riuscire a vincere le proprie battaglie».


Intervento del compagno Antonio Viridis del PCL al congresso.

Riccardo Spadano - Direttivo nazionale SGB

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