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Il PCL a fianco degli operatori sociali oggi in sciopero

Per l'internalizzazione dei servizi, per l'unificazione delle condizioni contrattuali, per la parità di salari e diritti a parità di lavoro!

13 Novembre 2020
operatori_sociali


Sono i lavoratori, spesso lavoratrici, che assistono persone anziane o disabili; che garantiscono servizi di pulizia delle scuole; che offrono la propria prestazione presso gli ospedali, le residenze per gli anziani, le case della salute... Sono decine di migliaia di salariati che vivono una condizione di sfruttamento inaccettabile. Svolgono un servizio pubblico, ma sono assunti da cooperative private cui gli enti pubblici appaltano il servizio. Cooperative che ingrassano su salari da fame, contratti di lavoro usa e getta, negazione dei diritti contrattuali individuali e collettivi, intimidazioni, ricatti, abusi. Chi ha frequentato quel mondo sa bene di cosa si tratta.

Ma sa anche di chi è la responsabilità. Il mercato delle cooperative, la grande giungla degli appalti e dei subappalti, è stato foraggiato dal ritiro della mano pubblica. Lo stato, a ogni livello, a partire dai comuni e dalle regioni, ha privatizzato e dismesso le proprie funzioni sociali al solo scopo di risparmiare, e contribuire così al pagamento del debito pubblico al capitale finanziario. Il debito dello stato nazionale, ma anche il debito proprio.
Il servizio di pulizia nelle scuole e negli ospedali, i servizi mensa, i servizi di assistenza ai più poveri, tutto è stato affidato al mercato. E il mercato opera con la legge naturale del profitto. La concorrenza al massimo ribasso è il terreno quotidiano di gara tra le cooperative. Si assicura l'appalto chi offre il servizio a prezzi stracciati. E lo offre a prezzi stracciati chi paga meno i propri dipendenti, tanto più se li si paga in nero, frodando lo stato e ricattando i lavoratori. Tanto più ricattabili se immigrati, che senza il lavoro non hanno il soggiorno.

Ora migliaia di lavoratori e di lavoratrici di questo settore sono scesi in sciopero su scala nazionale per rivendicare la cosa più elementare: la reinternalizzazione del proprio servizio, e l'unificazione della condizione contrattuale al livello del pubblico impiego. A uguale lavoro, uguale salario ed uguali diritti. È una rivendicazione di valenza generale che può e deve valere per i lavoratori di tutti i settori, nel pubblico e nel privato. Come lo è la rivendicazione della sicurezza sul lavoro e del pagamento del 100% del salario in caso dii lockdown.

Per questo il Partito Comunista dei Lavoratori sostiene pienamente i lavoratori e le lavoratrici oggi in sciopero e tutte le loro ragioni.

Partito Comunista dei Lavoratori

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