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La pazzia delle elezioni USA 2020

31 Ottobre 2020

Pubblichiamo un'analisi dello scenario USA alla vigilia delle elezioni presidenziali, scritta per il PCL dal nostro compagno Peter Solenberger, militante di Solidarity nel Michigan

usa2020


L’attenzione politica negli Stati Uniti è concentrata sulle elezioni del 3 novembre. Joe Biden e Kamala Harris batteranno Donald Trump e Mike Pence? Il Partito Democratico manterrà la maggioranza alla Camera dei Rappresentanti? Conquisterà la maggioranza al Senato? Conseguiranno abbastanza vittorie con i parlamenti statali e i governatori per poter riorganizzare la divisione delle circoscrizioni elettorali?

Mettendola su un piano più inquietante, Trump e i repubblicani accetteranno i risultati delle elezioni? Porteranno le elezioni nei tribunali? Trasformeranno le elezioni presidenziali in una contingent election (1) attraverso la Camera dei Rappresentanti con un voto per ogni stato, in modo da assicurarsi la maggioranza? Organizzeranno manifestazioni dei suprematisti bianchi e porteranno i paramilitari fascisti nelle strade? La polizia si unirà a loro? Cosa farà l’esercito? Ci sarà una guerra civile?

Prima di entrare nella tana del coniglio, esaminiamo le basi di partenza.


COVID-19

Gli Stati Uniti hanno affrontato molto male la pandemia di Covid-19. Otto milioni di persone sono state contagiate. Secondo il conteggio dei casi accertati, più di 220.000 persone sono morte. Sulla base del conteggio dei decessi eccedenti, è più probabile che siano invece 300.000. Questi numeri potrebbero raddoppiare entro il primo anniversario dell’inizio della pandemia. I danni residui ai corpi e al cervello di milioni di sopravvissuti sono sconosciuti.

Le misure sanitarie necessarie per contenere il Covid-19 sono ben note: distanziamento fisico, mascherine, test, tracciamento dei contatti, e sospensione delle attività quando il virus sembra sfuggire al controllo. Questo fino a quando non saranno stati sviluppati vaccini efficaci.

Gli Stati Uniti hanno utilizzato male queste misure. Fin dall’inizio l’amministrazione Trump ha minimizzato la pandemia, e bloccato o sabotato gli sforzi per contenerla. A loro avviso il distanziamento fisico e le mascherine sono per fifoni, non sono necessari test e tracciamento dei contatti, le chiusure sono troppo costose. “Far ricominciare il business”, “riaprire le scuole”, dicono. “Non lasciare che il virus cinese ti domini”.

L’amministrazione Trump ha fallito la risposta al Covid-19. Ma i governi e le amministrazioni di tutti i livelli hanno commesso errori, compresi gli Stati e le città guidati dal Partito Democratico. Pressati dai capitalisti ansiosi di riprendere a fare profitto, da lavoratori disperati per l’assenza di salari, da genitori che vogliono i loro figli a scuola, e dai giovani che vogliono vivere liberamente la loro vita, hanno più volte imposto i lockdown troppo tardi e riaperto troppo presto.

Gli Stati Uniti sono ora alla terza ondata della pandemia, e la fine non è all’orizzonte. Con ogni probabilità questo inverno sarà piuttosto brutto, con la gente bloccata in casa e costretta a lavorare e vivere in condizioni non sicure.

Ciò vale soprattutto per le lavoratrici, che sono ancor più intrappolate in casa, costrette a lavori di cura e lavori di servizio senza un’adeguata protezione. Così come per i lavoratori neri e latini, che a causa della discriminazione, della povertà e del disinteresse del governo tendono ad avere lavori precari con poca protezione, vivono in condizioni di sovraffollamento, senza accesso a un’assistenza sanitaria adeguata e problemi di salute pregressi.

Il fallimento dell’amministrazione Trump nell’affrontare il Covid-19 è una delle ragioni principali per cui lui e i repubblicani sembrano destinati a perdere le elezioni del 3 novembre. Trump si è rivelato incompetente, oltre che bullo e bugiardo.


ABISSO ECONOMICO

L’economia statunitense era diretta verso una recessione già prima dell’arrivo del Covid-19. Con un enorme sovraccapacità in tutto il mondo, gli investimenti erano in stallo, e l'economia proseguiva soltanto attraverso la speculazione. La pandemia ha innescato la recessione e l’ha resa molto peggiore di quanto sarebbe stata altrimenti, ma non l’ha causata.

Il prodotto interno lordo degli Stati Uniti è diminuito a un tasso annuo del 31,4% nel secondo trimestre del 2020, cioè nel periodo di pieno lockdown dovuto al Covid-19. Era diminuito a un tasso annuo del 5% nel primo trimestre, periodo solo parzialmente interessato dalla chiusura. Sempre nel secondo trimestre, gli investimenti interni lordi sono diminuiti a un tasso annuo del 46,6%.

Si tratta di diminuzioni della stessa entità di quelle della Grande depressione, sebbene non esistano statistiche trimestrali degli anni ‘30, in quanto negli Stati Uniti sono state raccolte statistiche comparabili solo a partire dal 1947. Il calo più netto registrato in precedenza è stato durante la Grande recessione del 2008, l’8,4% nel quarto trimestre del 2008.

Il tasso di disoccupazione ufficiale ha raggiunto l’apice nel maggio 2020, al 13,3%. A settembre è sceso al 7,9%, al di sotto del picco di maggio ma ben al di sopra del 3,3% dell’anno precedente. La cifra è tuttavia piuttosto fuorviante. Ai 12,6 milioni di disoccupati ufficiali andrebbero aggiunti 6,3 milioni che lavorano involontariamente part-time e 7,2 milioni che vorrebbero lavorare ma sono classificati come fuori dalla forza lavoro perché non stanno attivamente cercando lavoro.

Anche queste cifre, tuttavia, sottostimano l’effetto Covid-19, poiché non includono i lavoratori costretti a smettere di lavorare per proteggere la propria salute o quella degli altri, o perché hanno rinunciato alla possibilità trovare un lavoro adeguato e sicuro.

Come sempre, la disoccupazione varia in base al sesso, all’etnia e all’età. A settembre il tasso per gli uomini adulti era del 7,4%, per le donne adulte 7,7%, per i bianchi 7,0%, per i neri 12,1%, per gli ispanici 10,3%, per gli asiatici 8,9% e per i ragazzi 15,9%. Queste cifre sottovalutano le differenze, dal momento che donne, persone di colore e giovani, sono coloro che più sono stati spinti a lavori part-time o alla disoccupazione.

Il prossimo futuro appare cupo, dal momento che l’ondata autunnale e invernale dei contagi annullerà gran parte del terreno recuperato dalla produzione e dall’occupazione a partire dalla primavera. Anche le prospettive a medio termine sembrano deprimenti, poiché la sovraccapacità produttiva richiederà mesi o anni per essere recuperata.

Il CARES Act e altre misure bipartisan approvate a marzo e aprile hanno alleviato la sofferenza economica per la maggior parte dei capitalisti e molti lavoratori, stanziando tre trilioni di dollari di assistenza a fronte della pandemia. Da allora il governo federale è stato paralizzato dallo stallo dovuto allo scontro fra presidenza e Parlamento.

Con le elezioni di novembre dovrebbero arrivare altri aiuti in finanziamenti, qualsiasi partito vincesse. Se i democratici stravinceranno le elezioni, come suggeriscono i sondaggi, sarebbero riservati più soldi ai lavoratori e ai governi statali rispetto a un’eventuale vittoria dei repubblicani. Ma i settori più conservatori del Partito Democratico non mancheranno di sostenere che il deficit federale di tre trilioni di dollari è insostenibile e richiederà austerità, come dissero nel 2009.

L’uscita dall’abisso economico sarà probabilmente lunga e dolorosa, e lascerà un’economia molto cambiata. Molte piccole imprese falliranno, così come le imprese più grandi i cui modelli sono stati sostituiti, come i negozi dei centri commerciali. Ristoranti e bar riapriranno dopo la fine della pandemia, ma forse non saranno gli stessi. I monopoli aumenteranno, guidati da Big Tech.

La disuguaglianza si sta aggravando. La pandemia ha mostrato chiaramente cosa è essenziale e cosa non lo è, chi è essenziale e chi non lo è. Ma i parassiti al vertice della società usciranno dalla crisi più ricchi che mai. I lavoratori che svolgono lavori essenziali saranno più poveri e più vulnerabili che mai.

E la differenza continuerà per le generazioni future, dal momento che i ricchi trovano modi per garantire l’istruzione dei propri figli durante la pandemia, mentre gli studenti della classe lavoratrice vengono espulsi dalle scuole a tutti i livelli e non riescono a trovare alternative online adeguate.

Il futuro appare cupo, e lo sarà fintantoché non interverrà la classe lavoratrice.


PROBLEMI E NON-PROBLEMI ELETTORALI

All’inizio dell’anno le campagne per le primarie di Bernie Sanders ed Elizabeth Warren hanno proposto misure da New Deal come alternativa al neoliberismo della leadership del Partito Democratico. In linea con i tempi, hanno proposto anche misure per rendere la polizia più responsabile, ridurre l’incarcerazione di massa, fermare le espulsioni degli stranieri, offrire agli immigrati un percorso verso la cittadinanza, garantire il diritto all’aborto, evitare l’abolizione dei matrimoni omosessuali, riconoscere le persone transessuali, proteggere l’ambiente.

Il successo delle campagne di Sanders e Warren ha mostrato che la maggioranza dei sostenitori del Partito Democratico è d’accordo con queste misure, e ciò ha costretto tutti i candidati democratici alla presidenza, compreso Joe Biden, a spostarsi a sinistra.

Alle primarie Sanders ha ottenuto alcune vittorie iniziali, a febbraio, ma poi la leadership del partito si è organizzata unitariamente contro di lui. Hanno persuaso tutti i candidati tranne Sanders e Warren a ritirarsi e hanno convinto la base del partito che la loro scelta sarebbe stata fra Biden o Trump. Così a marzo il vento è cambiato. Con Biden chiaramente diretto alla vittoria, Sanders ha sospeso la sua corsa e ha dichiarato il suo appoggio a Biden. Warren ha fatto lo stesso.

Con le elezioni presidenziali efficacemente ridotte a Biden contro Trump, Biden è tornato alle politiche di Bill Clinton e Barack Obama, candidandosi come Signor Bravo Ragazzo, il Non-Trump.

Tra i due candidati, tuttavia, ci sono differenze. Biden affronterebbe il Covid-19 con un più coerente impegno sanitario. Sosterrebbe l’HEROES Act, misura da tre trilioni di dollari approvata dalla Camera dei Rappresentanti per aiutare le imprese, i lavoratori e i governi statali e locali. Annullerebbe i tagli fiscali voluti da Trump per i ricchi.

Annullerebbe gli ordini esecutivi di Trump atti a terrorizzare i lavoratori immigrati con raid, espulsioni e separazioni familiari. Metterebbe fine al tentativo dell’attuale amministrazione di erodere i diritti all’aborto e i diritti delle persone trans. Ripristinerebbe gli ordini esecutivi di Obama per ridurre le emissioni di gas serra e per proteggere la salute e la sicurezza dei consumatori.

Soprattutto, non inciterebbe i bianchi contro le persone di colore e gli immigrati. Non chiederebbe alla polizia di usare la violenza per «dominare» i manifestanti. Non istigherebbe i paramilitari razzisti ad assumere il ruolo del Ku Klux Klan nella repressione dei neri, dei latini e dei nativi.

Queste sono differenze importanti, ma sui fondamenti del capitalismo neoliberista e dell’imperialismo Biden e Trump sono d’accordo. Fanno parte del sistema bipartitico, che garantisce che il governo non faccia nulla che la classe dominante possa disapprovare. Qualunque sia il partito che governa – Repubblicani o Democratici – il militarismo, la guerra, la disuguaglianza, il razzismo, la misoginia e la distruzione ambientale continuano.


NELLA TANA DEL BIANCONIGLIO

In Rage [Rabbia], il suo libro del settembre 2020 sull’amministrazione Trump, Bob Woodward scrive che il genero e consigliere senior di Trump Jared Kushner ha raccomandato Alice nel Paese delle Meraviglie come guida per comprendere la presidenza Trump. Kushner ha fatto riferimento a Gatto del Cheshire. Ecco un frammento del primo dialogo tra Alice e il Gatto:

“Che razza di gente abita qui attorno?”
“Da quella parte”, disse il Gatto agitando la zampa destra, “abita un Cappellaio, e da quella”, e agitò la zampa sinistra, abita una Lepre Marzolina. Vai pure a far visita a chi vuoi; sono matti tutti e due.
“Ma io non voglio andare tra i matti”, osservò Alice.
“Oh, non ne puoi fare a meno”, disse il Gatto: “Qui siamo tutti matti. Io sono matto. Tu sei matta.”
“Come fai a sapere che io sono matta?”, disse Alice.
“Lo devi essere per forza”, rispose il Gatto, “altrimenti non saresti venuta qui”.


Evidentemente Kushner pensava di star dicendo qualcosa di profondo e lusinghiero su suo suocero, ma non è ben chiaro a cosa si riferisse.

In questo caso un personaggio più appropriato di Alice nel Paese delle Meraviglie è la Regina di Cuori, che fa richieste assurde e continuamente diverse, gridando “Tagliategli la testa!” quando i suoi desideri non vengono esauditi. Proprio come la battuta finale di Trump nel suo programma televisivo The Apprentice, “Sei licenziato”.

Come conduttore televisivo, Trump era insopportabile e offensivo, ma non pericoloso. Come presidente degli Stati Uniti è una minaccia. Non è riuscito a ottenere molto dal punto di vista delle leggi, ma ha emesso ordini esecutivi molto dannosi e ha incitato al razzismo, alla xenofobia e alla misoginia. Gli Stati Uniti sono un posto molto peggiore di quanto non fossero prima che lui entrasse in scena.

La follia non abita solo dalla parte dei repubblicani. La sinistra del Partito Democratico ha iniziato l’anno facendo campagna per le politiche e candidati “New Deal”, e ora lo stanno finendo sostenendo un candidato padronale che continuerà le politiche delle amministrazioni Clinton e Obama.

La follia e il genio del sistema politico americano sono convincere i lavoratori e la sinistra a sostenere ciò che non vogliono per evitare qualcosa di peggio. Da qui la spirale discendente dal democratico cattivo al repubblicano peggiore. Questa è la vera follia.


NON PERDERE LA TESTA

La discussione mediatica su Alice nel Paese delle Meraviglie mi ha ricordato “White Rabbit”, una canzone scritta e cantata da Grace Slick dall’album Surrealistic Pillow del 1967, dei Jefferson Airplane, gruppo rock psichedelico. La canzone era un inno degli anticonformisti radicali negli Stati Uniti e altrove.
Le parole iniziali sono:

One pill makes you larger
And one pill makes you small,
And the ones that mother gives you
Don’t do anything at all
. (2)

Continua in un eccitante crescendo e finisce con le parole:

When logic and proportion
Have fallen sloppy dead,
And the White Knight is talking backwards
And the Red Queen’s “off with her head!”
Remember what the dormouse said:
“Feed your head. Feed your head.
” (3)

Quando ho sentito la canzone per la prima volta, ho pensato che l’ultima riga dicesse: «Keep your head, keep your head» [«non perdere la testa, non perdere la testa»]. Non mi sono reso conto del mio errore finché non ho cercato il testo della canzone per scrivere questo articolo. Mi atterrò quindi alla raccomandazione “Non perdere la testa”. Se sei nella tana del coniglio con Alice, se stai diventando matto, o se stai osservando le elezioni americane del 2020, non perdere la testa.

A sinistra del Partito Democratico, i socialdemocratici e gli eredi dello stalinismo hanno iniziato l’anno elettorale sostenendo Bernie Sanders e lo hanno concluso sostenendo Joe Biden. Non c’è da sorprendersi.

Ciò che colpisce è che molti comunisti e rivoluzionari hanno fatto lo stesso, nonostante le loro opinioni di sempre secondo cui la classe operaia dovrebbe mantenere la sua indipendenza politica e i comunisti non dovrebbero sostenere i democratici. Hanno sostenuto Sanders perché la sua politica del New Deal sembrava una scorciatoia per costruire un partito socialista di massa. Ora sostengono Biden e Harris perché pensano che sia necessario per fermare Trump.

I comunisti rivoluzionari che hanno continuato ad affermare l’indipendenza politica della classe operaia, anche dentro la follia delle elezioni statunitensi del 2020, hanno preso una strada diversa.

1) Rifiuto di sostenere i democratici, sia in versione New Deal sia in versione padronale, perché questa è una trappola nella quale i sindacati e i movimenti cadono ogni volta da più di un secolo. Il sistema bipartitico funziona alternando i mali e spacciandoli per democrazia.

2) Sostenere il voto per Howie Hawkins e Angela Walker, candidati per il Partito Verde. Hawkins e Walker sono comunisti rivoluzionari, candidati di un partito che, negli Stati Uniti, si definisce anticapitalista ed ecosocialista. Il voto per loro è un voto di protesta contro il duopolio capitalista e per un futuro socialista.

3) Se Trump e i repubblicani perdono le elezioni e tentano di annullare i risultati, unirsi per resistere. Con i sindacati, Black Lives Matter, le organizzazioni femminili, ambientali, democratici, repubblicani e chiunque altro voglia difendere la democrazia borghese dall’usurpazione autoritaria.

4) Organizzarsi per realizzare le richieste dei lavoratori e degli oppressi: lavoro, salari, alloggi, assistenza sanitaria, istruzione, uguaglianza, democrazia; e per proteggere l’ambiente dalla devastazione capitalista. Ricostruire i sindacati e i movimenti sociali. Rifiuto di subordinare la classe operaia alle esigenze del capitale.

5) Lottare per l’indipendenza politica della classe operaia. Il sistema bipartitico ha funzionato molto bene quest’anno per incanalare i lavoratori e la sinistra nel sostegno a un candidato delle multinazionali. La classe lavoratrice ha bisogno del proprio partito. Nessun "diamogli una possibilità" per Biden e Harris. Nessuna subordinazione al Partito Democratico.

6) Opposizione all’imperialismo, per l’internazionalismo. No alle spese militari. No alle guerre e agli interventi imperialisti, in qualsiasi modo esse siano giustificate. Anche in un paese potente come gli Stati Uniti, la classe operaia non può liberarsi a livello nazionale. Per riuscire a vincere, il movimento operaio deve agire a livello internazionale.

Non perdendo la testa possiamo aiutare la classe lavoratrice e la sinistra a non perdere la loro.






(1) la contingent election è un meccanismo previsto dalla Costituzione statunitense che permette l'elezione del Presidente da parte dei membri Camera dei Rappresentanti, nel caso nessun candidato abbia conseguito una maggioranza dei mandati dei singoli Stati.
(2) «Una pillola ti fa diventare più alta / e una pillola ti rimpicciolisce / e quelle che ti dà tua madre / non hanno proprio nessun effetto.»
(3) «Quando la logica e la proporzione / sono cadute a terra morte / e il Cavaliere Bianco parla al contrario / e la Regina di Cuori dice “tagliatele la testa!” / ricorda quello che ha detto il ghiro: / “Alimenta la tua mente, alimenta la tua mente”»

Peter Solenberger

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