Dalle sezioni del PCL

La volontà reazionaria di normalizzare Livorno

A proposito delle presunte aggressioni anticontrolli

22 Ottobre 2020
livorno


In questi ultimi giorni a Livorno si è creata un’atmosfera di tensione. Il pretesto sono i controlli di prevenzione anti-Covid. Secondo i media locali ci sarebbero bande di facinorosi che con la volontà di voler difendere a tutti i costi una movida serale e notturna, resistono anche con la violenza. La situazione però è molto più complessa di come si vorrebbe far apparire.

La prima fonte di tensione sono state le dichiarazioni di alcuni esponenti delle destre, e in particolare quelle del consigliere di Fratelli d’Italia Romiti che aveva preannunciato una visita provocatoria al Teatro Officina Refugio nel quartiere Venezia – locale che richiama e organizza iniziative propositive dei giovani di sinistra della città – che ha seguito sempre rigidamente le delibere governative. Questa una sua esternazione: «Il prossimo week end andrò personalmente al centro sociale in Venezia per verificare come si comportano, perché i nostri giovani devono essere liberi di vivere la loro città e i nostri imprenditori devono poter lavorare sereni e nel rispetto delle regole.»
Paradossale per una forza di estrema destra che ha nelle sue corde posizioni negazioniste rispetto al Covid.

La seconda fonte di tensione sono gli atteggiamenti fortemente repressivi e inutili delle forze dell’ordine che eseguono i controlli preventivi. Che senso ha usare la forza quando non ce ne sarebbe assolutamente la necessità, come è accaduto contro un gruppo di giovani in Piazza Attias? Livorno è sempre stata una città aperta al confronto e fortemente antifascista. Una realtà fastidiosa per chi sulla città ha messo gli occhi per una sua trasformazione speculativa e capitalistica, come per il porto e il polo petrolchimico ENI. Progetti ambiziosi anche per la nuova giunta regionale di centrosinistra. Un’opposizione forte, determinata e unita può essere il problema e l’ostacolo per i padroni della città.
Ecco che appare chiaro il senso di “normalizzare” Livorno da una resistenza giovanile indirizzata a sinistra e delusa per la mancanza totale di lavoro e prospettive. Situazione accentuata dagli effetti della pandemia.
Il Partito Comunista dei Lavoratori si oppone a tutto questo e lavora nella prospettiva di un fronte unico di classe di lotta anticapitalista come unica soluzione alla fase reazionaria in atto nel paese.

Partito Comunista dei Lavoratori - coordinamento toscano del PCL

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