Rassegna stampa

Articolo de Il Manifesto 2 marzo 2008

Il vasto programma di Ferrando

5 Marzo 2008

Espropri e assunzione dei precari, il Pcdl è l'unico ha dover raccogliere le firme
A. Fab.
Roma

Articolo de Il Manifesto 2 marzo 2008

Il vasto programma di Ferrando
Espropri e assunzione dei precari, il Pcdl è l'unico ha dover raccogliere le firme
A. Fab.
Roma



Lo slogan è «Via tutti, governino i lavoratori»; forse non è potente come quell'altro che si avvia a festeggiare i quarant'anni - «E' ora, è ora, potere a chi lavora» - ma questo ha il vantaggio di correre alle prossime elezioni politiche, aprile 2008. E' lo slogan che sta in testa al «programma socialista per un governo dei lavoratori» che presenta il partito di Marco Ferrando, il Partito comunista dei lavoratori appunto.
Vasto programma: prevede un salario minimo garantito di 1.300 euro netti, tredicesima e quattordicesima. L'abolizione di tutte le leggi di precarizzazione del lavoro, dalla Treu alla legge 30 nonché l'assunzione a tempo indeterminato di tutti i precari e il ritorno all'assunzione pubblica a chiamata numerica. E ancora: la nazionalizzazione «sotto controllo operaio e senza indennizzo (se non per i piccoli risparmiatori)» di tutte le aziende privatizzate negli ultimi 20 anni. Scuola e sanità solo pubbliche. La nazionalizzazione delle imprese che inquinano e che licenziano, nonché di quelle responsabili degli omicidi bianchi. A partire dalla Tyssen. E poi l'esproprio delle banche e delle assicurazioni «architrave del potere economico in Italia e strumento di oppressione di ampi strati popolari». Naturalmente il Pcdl chiede il ritiro immediato delle truppe italiane da tutti i teatri di guerra, in più ci mette «l'esproprio delle grandi proprietà immobiliari della gerarchia vaticana» e uno stipendio massimo per i parlamentari di duemila euro. «A chi obietta che queste misure sono incompatibili con le leggi economiche che governano l'Italia e l'Europa - sta scritto nel programma presentato ieri - rispondiamo semplicemente che è vero, infatti ci battiamo per un'altra società e un'altra Europa».
La cosa più difficile per il partito sarà quella di trovare le firme per presentare le liste in tutte le circoscrizioni: è l'unico partito che dovrà farlo perché non ha rappresentanti in parlamento (Ferrando fu escluso dalle liste di Rifondazione durante la scorsa campagna elettorale). Oggi ci saranno banchetti del Pdcl, a Roma in via Appia davanti alla Feltrinelli e ai Fori Imperiali, a Milano in via Orefici angolo via Torino. Servono 80mila firme. Per il voto non è il caso di farsi illusioni. Alle scorse amministrative il ligure Ferrando non andò male a Genova e si fermò allo 0,6%, adesso la sua sarà una delle due falci e martello sulla scheda e qualche sondaggio si spinge all'1%, comunque lontanissimo dallo sbarramento. In ogni caso è ben contento di stare lontano dalla sinistra arcobaleno: «Hanno presentato esattamente il programma che hanno tradito per due anni al governo».

info@pclavoratori.it

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