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Contratto dei metalmeccanici: alla lotta!

Il tavolo di trattativa è stato rotto ieri... per scioperare dopodomani

8 Ottobre 2020
sciopero 5


Come era ampiamente prevedibile, la trattativa per il rinnovo del contratto dei metalmeccanici è saltata. Federmeccanica ha chiuso con ancora più forza i rubinetti che mai ha avuto intenzione di aprire. Del resto, con alle spalle praticamente sei anni di aumenti salariali sterilizzati, era impensabile che rinunciasse subito a un contratto praticamente gratuito.

Bisogna, infatti, risalire al gennaio 2015, cioè al contratto separato di FIM-UILM, per trovare un aumento che possa essere definito tale: 50 euro.
Da allora, grazie a quella che Landini ha chiamato “riconquista del contratto”, i metalmeccanici hanno avuto: “zeru” euro nel 2016; 1,77 nel 2017, 16 nel 2018, 14,34 nel 2019, e 12,63 nel 2020, per un totale di meno di 45 euro lordi al V livello, cioè meno di 40 per la maggior parte di loro che ne stanno al di sotto. Meno ancora quelli di FCA, ormai esclusi pure da queste elemosine.

Ieri, dopo cinque anni di lockdown salariale, si è finalmente rotto il tavolo di trattativa. Non sono state FIM, FIOM e UILM a farlo, ma Federmeccanica, quando i confederali, all’indisponibilità ad aprire il suo portafogli, hanno osato proclamare lo sciopero degli straordinari e della flessibilità in fabbriche per lo più in cassa integrazione e incapaci di coprire perfino le 40 ore ordinarie.

La rottura di Federmeccanica per una prova di forza tanto modesta dimostra quanto siano ridicole le tesi di riformisti, burocrati e “fiaccatori” di professione, intenti da mesi a spiegare alla loro codardia che a fare scioperi ora si fa solo un favore ai padroni.
È vero l’opposto, perciò è un bene che le trattative si siano rotte, anche se oltremodo in ritardo. Tuttavia, la mobilitazione comincia sotto i peggiori auspici. Infatti, rotto il tavolo ieri, FIM-FIOM-UILM hanno rimandato lo sciopero tra un mese, il 5 novembre: 4 ore più 2 di assemblee in questi giorni, in attesa che i metalmeccanici si sfianchino da soli con gli scioperi spontanei proclamati un po’ dappertutto.

I lavoratori non devono essere lasciati soli contro Federmeccanica, gli scioperi devono essere generalizzati subito, non depotenziati in partenza fabbrica per fabbrica e programmati tra un mese per dare tutto il tempo ai padroni di organizzarsi per vanificarli.
FIM, FIOM e UILM stanno preparando il terreno per un nuovo contratto bidone. Ma la partita è appena cominciata e l’esito non è affatto scontato. I lavoratori hanno risorse infinite, e più di una volta hanno ribaltato situazioni date dai più per scontate.

Il 5 novembre lo sciopero avrà il freno a mano. Tocca a noi lavoratori toglierlo e sfruttare lo sciopero per proseguire fino alla riconquista di un contratto che pieghi finalmente Federmeccanica. Alla lotta!

Luigi Sorge, Lorenzo Mortara

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