Dalle sezioni del PCL

La vita politica nei social network: oscurata la pagina della sezione di Cagliari del PCL

3 Ottobre 2020

Facebook, con una scelta arbitraria e inappellabile, ha oscurato la pagina della sezione del PCL di Cagliari

cagliari_facebook




I social network sono tanto importanti per la comunicazione di massa che spesso si dà per scontato il loro utilizzo, come fossero un diritto garantito e tutelato di per se stessi.
Tuttavia, accecati dalla mole di possibilità offerta da questa tecnologia, ci si dimentica che i social network sono in primis strumenti in mano alla grande borghesia mondiale, regolati da norme non sempre chiare, spesso interpretabili, con i provvedimenti verso le pagine o gli utenti quasi sempre attuati in una sorta di zona d’ombra.

Qualche giorno fa la pagina "PCL Cagliari", ovvero il principale canale di comunicazione verso i lavoratori e compagni sardi della nostra sezione, è stata oscurata perché non rispetterebbe le condizioni di utilizzo del social “in merito alla personificazione e agli account che fingono di essere altre persone o aziende”.

È possibile che questa scelta sia stata presa in malo modo dall’algoritmo, spinto magari da una o più segnalazioni che lo hanno attivato contro la nostra pagina. Il problema sta nel fatto che tentare di fare ricorso alla piattaforma significa entrare in un nebbioso mondo di incertezze, e a palesarlo è stato anche il messaggio che ci è stato comunicato in modo automatico dopo il tentativo di ricorso:

«Generalmente offiramo la possibilità di richiedere un controllo e rispondiamo se riscontriamo di aver commesso un errore.
Al momento disponiamo di un numero inferiore di persone addette al controllo a causa dell'epidemia di coronavirus (COVID-19). Stiamo lavorando sodo per cercare di dare la priorità ai contenuti che potrebbero essere più dannosi.
Questo significa che non riusciremo a risponderti, ma il tuo feedback ci aiuterà a migliorare in futuro.
Grazie per la comprensione.
»

Sia che questa azione di Facebook e dei suoi algoritmi a quanto pare molto poco funzionali sia nata in seguito a delle segnalazioni di utenti, sia che la censura sia nata per iniziativa dell’algoritmo che semplicemente svolge – chissà come – il suo lavoro di controllo, non è concepibile, visto il ruolo chiave che oggi svolgono i social network e in particolare Facebook per la vita politica e sociale, che una censura venga liquidata in maniera tanto superficiale, con una decisione arbitraria, ingiustificata e lasciando le mani legate all’organizzazione di turno che salvo clamorosi casi mediatici si trova di solito a dover subire inerme. Nel caso di una organizzazione politica radicata e attiva in svariati settori di lotta sociale, il danno è enorme: si tratta di perdere un canale di comunicazione che oggi è, nel bene e nel male, fondamentale come cassa di risonanza per le comunicazioni e per l’immediatezza dei messaggi.

Qualcuno potrebbe dire (come già si è sentito in altre occasioni) che un’azienda privata ha il diritto di attuare a propria discrezione le politiche interne, tuttavia nel caso dei social network questo modo di procedere, piaccia o non piaccia, grava in modo pesante. Le organizzazioni, i partiti politici, i movimenti, le aziende e qualunque soggetto pubblico utilizzano i social per agire all’interno della vita sociale, e l’oscuramento arbitrario e non giustificato di anche solo uno di questi soggetti grava pesantemente sullo svolgersi, nel nostro caso, della battaglia politica, sociale che portiamo avanti.
Qualunque piattaforma capace di avere una tale ricaduta sulla vita pubblica, sul mondo reale, dovrebbe essere regolamentata e ogni partito che agisce a suo interno dovrebbe essere tutelato nei propri diritti. Non è consentito che un comune oscuri dei cartelloni elettorali, né che un media possa negare un’intervista dovuta a un portavoce di partito, eppure i social possono permettersi fischiettando di oscurare i canali di comunicazione di un partito verso la sua base locale.

Pretendiamo dunque, come soluzione nel breve termine, che la nostra pagina Facebook venga riattivata. Ponendoci nella prospettiva di non dover presto essere più dipendenti né da Facebook, né da qualsiasi altro soggetto capitalistico.

Partito Comunista dei Lavoratori - sezione di Cagliari

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