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USA, Angela Davis invita a sostenere Biden e Harris

10 Settembre 2020
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Molti militanti, giovani e meno giovani, si stanno grattando la testa davanti al recente appoggio di Angela Davis alla candidata vicepresidente democratica Kamala Harris. Angela Davis ha detto che sebbene con difficoltà rispetto alle posizioni politiche di Harris e al suo passato, è entusiasta che il candidato presidente democratico Joe Biden abbia scelta lei come candidata alla vicepresidenza. In effetti – Davis ha detto ai giornalisti della Reuters – la candidatura di Harris rende la campagna di Biden «più appetibile».

Riferendosi al ruolo di Kamala Harris come procuratore generale della California, Davis ha detto: «Non possiamo dimenticare che [Harris] non si è opposta alla pena di morte, e non possiamo dimenticare alcuni dei veri problemi che sono associati alla sua carriera di procuratore. Ma... è un approccio femminista riuscire a lavorare con queste contraddizioni. E quindi, in questo contesto, posso dire di essere molto entusiasta».

Parlando a un evento online di raccolta fondi il 13 agosto, Angela Davis ha detto: «Penso che, dato il fatto che Kamala Harris ha subito pressioni in passato, forse non nella giusta direzione, forse saprà accogliere anche le pressioni progressiste radicali che potremo esercitare su di lei in futuro».

Ancora una volta vediamo il vecchio gioco del "male minore" utilizzato per appoggiare i candidati di uno dei due principali partiti capitalisti di questo paese. Angela Davis ha invitato i lavoratori e gli oppressi a sostenere il ticket Biden-Harris appellandosi alla semplice possibilità che Harris possa essere sensibile alle future tattiche di pressione "progressiste". Ma è davvero così probabile che Kamala Harris, contrariamente al suo passato, rompa con i grandi sostenitori capitalisti del Partito Democratico per muoversi in una direzione più "progressista"?

I comunisti rivoluzionari, i militanti della classe operaia e gli attivisti studenteschi hanno un grande debito per i contributi che Angela Davis ha dato nel mettere in primo piano l'esperienza delle donne nere nella schiavitù, nelle leggi Jim Crow e all'interno del complesso industriale carcerario. Il suo è un lavoro che dura sei decenni, ed è stato temperato dal suo impegno nelle campagne di difesa politica, contro la repressione della polizia e nell'aver contribuito a formare una nuova area del movimento anti-carceri, che oggi conosciamo con il nome di "abolizionismo".

Allo stesso tempo, la lunga storia di Angela Davis come leader del Partito Comunista degli Stati Uniti (CPUSA) contribuisce notevolmente a spiegare i suoi più recenti zigzag elettorali. Anche se ha rotto con il CPUSA stalinista nel 1991, per fondare il Committees of Correspondence (CoC) (1), ciò non ha rappresentato in alcun modo un rifiuto dell'opportunismo sulla questione elettorale.


DUE LINEE, ENTRAMBE DISONESTE

All'inizio degli anni '70, Angela Davis fu per un periodo in carcere come prigioniera politica; nel 1972, dopo un estenuante processo, venne dichiarata non colpevole delle accuse di omicidio e terrorismo. Nello stesso anno, il CPUSA cessò la sua politica di sostegno elettorale ai candidati del Partito Democratico, e iniziò a presentare un proprio candidato presidente, Gus Hall. Nel 1980 e nel 1984, Angela Davis fu la candidata alla vicepresidenza del CPUSA, con Hall candidato presidente.

Nonostante gli ammirevoli tentativi per essere presenti alle elezioni, lo scopo delle campagne elettorali "indipendenti" del CPUSA non era quello di propagandare la necessità immediata di rompere con i partiti del capitale e di formare un partito combattivo dei lavoratori. Lo scopo delle campagne era invece quello di «sconfiggere il reaganismo» e «aiutare a fare pressione su tutti i candidati anti-Reagan affinché parlassero delle questioni del lavoro, della pace e dell'uguaglianza» (Daily Worker, 19 gennaio 1984).

La retorica disonesta delle campagne elettorali del CPUSA si basava sull'apparire a parole separati dal Partito Democratico, mentre nei fatti li si sosteneva. Questo tipo di apparenti contraddizioni riguardo alla tattica elettorale servì a dare una legittimità di sinistra a progetti e posizioni di collaborazione di classe.

Invece di fare appello a un'opposizione assoluta a entrambi i partiti dell'imperialismo statunitense, Angela Davis usò la sua campagna del 1984 per sostenere che «la priorità più urgente di tutte nel movimento per la pace, fra tutti coloro che sono minacciati da una guerra nucleare, è la sconfitta di Reagan e della sua amministrazione patologicamente anticomunista» (Daily Worker, 12 luglio 1984).


SCONFIGGI IL "FASCISMO", VOTA IL PARTITO DEMOCRATICO

Il CPUSA ha mantenuto una politica di collaborazione di classe, lungo la linea della formulazione del fronte popolare di Stalin, sin dagli anni '30. Ciò ha significato essere i più accesi sostenitori di Franklin Delano Roosevelt, del New Deal e dell'imperialismo statunitense che interveniva nella seconda guerra mondiale (eccetto durante periodo del Patto Stalin-Hitler, nel 1939-'41).

La strategia del fronte popolare fu formulata per la prima volta esplicitamente da Stalin, il grande traditore della rivoluzione russa e del bolscevismo, nel 1933-1934. Il fronte popolare fu concepito come una strategia mondiale di «coesistenza pacifica» tra l'URSS, uno Stato operaio burocraticamente deformato, e i paesi imperialisti. Lo schema generale della strategia del fronte popolare è che i comunisti dovrebbero allinearsi nelle coalizioni elettorali, e persino nei governi, con l'ala cosiddetta "progressista" o "democratica" dei capitalisti al fine di sconfiggere l'ala reazionaria. Mentre l'impulso iniziale per l'adozione dei fronti popolari proveniva dalla burocrazia sovietica, la strategia generale fu poi adottata dai più svariati gruppi fino alla caduta dell'URSS nel 1991.

Quando la minaccia del dominio mondiale fascista venne meno, dopo la sconfitta della Germania nazista, il CPUSA ebbe bisogno di riformulare il suo sostegno al Partito Democratico, facendolo apparire meno aperto e più cauto. Negli anni '60, il CPUSA iniziò a sostenere formalmente candidati dei partiti di sinistra minori, ma mantenendo una posizione rigorosamente favorevole al Partito Democratico. Anche nuovi partiti, come il Freedom Now Party (2), non ricevettero il sostegno che il CPUSA diede invece al segregazionista Lyndon B. Johnson nel 1964. In mezzo al monumentale movimento contro la guerra del Vietnam, la cui forza risiedeva proprio nella sua indipendenza da entrambi i partiti capitalisti, la linea del CPUSA fu quella di sostenere i "Democratici contro la guerra", una categoria che in realtà non esisteva.


IL PASSATO SI RIPETE

Molti onesti militanti sono rimasti sorpresi nell'apprendere il (tiepido) sostegno di Angela Davis a Biden, e in seguito il suo appoggio più entusiasta alla coppia Biden-Harris, anche per via degli effetti delle vecchie notizie che circolano su internet. Nel marzo 2016, nel programma televisivo "Democracy Now!" Angela Davis disse che non avrebbe sostenuto alcun candidato per le elezioni presidenziali di quell'anno, e che il movimento di massa avrebbe dovuto rompere con il Partito Democratico per formare il proprio partito. Tuttavia non fu questa la sua decisione finale. Alla conferenza di Black Lives Matter all'Università del Texas, a settembre, Angela Davis dichiarò pubblicamente: «Ho seri problemi con l'altro candidato, ma non sono così narcisista da dire che non ce la farei a votare per Hillary Clinton».

Negli anni precedenti, infatti, Davis era assolutamente entusiasta dell'elezione di Obama. Ancora nel 2012, lo identificò con la «tradizione radicale nera» e disse apertamente che sosteneva «appassionatamente» la sua presidenza. Queste dichiarazioni vennero rilasciate dopo che Obama aveva iniziato ad aumentare le deportazioni degli immigrati, lo spionaggio interno, il programma di utilizzo dei droni, per non parlare del fatto che aveva sostenuto: «non esiste l'America nera... esistono solo gli Stati Uniti d'America».

Data la sua storia, a quanto pare, l'appello di Angela Davis a votare per gli attuali candidati del Partito Democratico era quasi inevitabile. Eppure questo suo appello è particolarmente sgradevole oggi, di fronte a uno dei più grandi movimenti di massa nella storia degli Stati Uniti. Mentre masse di lavoratori e giovani neri, meticci, indigeni e persino bianchi sono nelle strade a milioni, rifiutando apertamente il programma del Partito Democratico, Angela Davis chiede loro di tornare all'ovile.

Qualcuno con la statura di Angela Davis, al contrario, potrebbe essere una parte fondamentale nell'organizzare il movimento di oggi, contribuendo a gettare le basi per un'organizzazione militante di massa veramente indipendente dal Partito Democratico.




(1) Fra le organizzazioni riformiste nate dalla crisi del CPUSA nel 1991, dopo la fine dell'URSS. Basa la sua politica su un esplicito rifiuto del leninismo.

(2) Partito politico nato nel 1963 come espressione di alcuni settori del movimento per i diritti civili degli afroamericani.

Vinny Grossman

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