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Referendum. Contro la truffa populista

Intervista del quotidiano La Repubblica a Marco Ferrando, portavoce nazionale del Partito Comunista dei Lavoratori

7 Settembre 2020
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L'anticapitalistmo dice No al referendum sul taglio dei parlamentari del 20 e 21 settembre. E Marco Ferrando, portavoce del Partito Comunista dei Lavoratori di ispirazione trotskista, spiega così le sue ragioni: "Ci sembra una truffa populista. Questa legge di marca grillina si pone nel lungo solco del populismo reazionario degli ultimi venti anni, che come tratto distintivo ha il disprezzo della rappresentanza".

Ferrando, per voi la democrazia non si misura con il numero dei parlamentari.
Il contenuto della legge costituzionale proposta ha il segno dell'antiparlamentarismo reazionario, di cui si è nutrito l'intero corso della seconda Repubblica, alimentando l'antipolitica.

Il populismo anti-casta è dunque un diversivo?
"Esatto, si è cercato di dirottare contro i politici e i parlamentari una rabbia sociale legata all'austerità e ai sacrifici subiti dai lavoratori per evitare che si rivolgesse contro le classi dominanti del Paese: banchieri, azionisti e capitalisti".

La rappresentanza democratica è subordinata alla governabilità?
Sì il governo è tutto, il parlamento è nulla e questa campagna per il taglio delle poltrone è figlia di questo lungo corso politico che ha mascherato e giustificato una politica antioperaia e antipopolare.

Perché tutti i partiti di governo hanno votato a favore di questa legge?
Perché sono sono tutti i partiti che si sono alternati in questi anni a gestire politiche di austerità e sacrifici contro la maggioranza della società. E che non potendo raccogliere consenso su queste politiche hanno dovuto ricorrere ai diversivi populisti che hanno come tratto comune il disprezzo della rappresentanza. Grillismo, renzismo e salvinismo sono il prodotto di questa lunga stagione reazionaria.

Anche il centrosinistra ha avallato il populismo di Lega e M5S?
Il centrosinistra è stato uno degli artefici e promotori della seconda Repubblica di leggi elettorali maggioritarie che rinunciano al principio della rappresentanza. E l'hanno fatto per legittimare istituzionalmente governi di minoranza.

Nel PD però ci sono molte voci contrarie.
Sono maldipancia fisiologici dei liberal-borghesi dopo che si sono inchinati e piegati a campagne pupuliste e reazionarie. In alcuni casi vedo anche calcoli meramente autoconservativi. Pd, LeU e Sinistra Italiana hanno fatto una conversione a U cambiando il no alla legge grillina, salviniana, meloniana e forzitaliota pur di governare con il M5S.

Il M5S sta implodendo?
Scusi il gioco di parole, ma da forza antisistema il M5S è diventato il partito di governo buono per tutti i governi, pur di essere al governo. Il trasformismo politico dei cinquestelle e del presidente Conte è un pezzo di letteratura politica.

Il vostro no si distingue dagli altri?
Il nostro no si distingue nettamente da quello di forze borghesi liberali o di sinistra riformista. Noi non ci identifichiamo nella cosiddetta 'Repubblica democratica', ovvero nelle istituzioni dello Stato democratico-borghese. Noi siamo per la democrazia dei lavoratori e delle lavoratrici, in cui nessun eletto abbia un privilegio sociale, come nella tradizione dei consigli operai.

Ci sarete anche voi domenica 12 in piazza Santi Apostoli a Roma?
Non abbiamo aderito al comitato nazionale per il No, ma distribuiremo il nostro volantino.

L'emergenza Covid ha rafforzato il governo a scapito del Parlamento?
I cosiddetti dpcm sono atti monocratici che diventano prassi vigente, un obbrobrio persino dal punto di vista costituzionale borghese che non è il mio. L'emergenza sanitaria rischia di diventare il volano di una valanga sulle condizioni materiali di vita delle persone come mai le nostre generazioni hanno vissuto dal Dopoguerra.

Monica Rubino

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