Dalle sezioni del PCL

Ammortizzatori sociali e sciacallaggi fascio-padronali in Molise

La denuncia dei lavoratori dei trasporti e della Sata Sud di Pozzilli contro i padroni e la giunta fascioleghista

15 Agosto 2020
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Come hanno fatto nelle scorse settimane i lavoratori molisani dei trasporti, anche le maestranze della Sata Sud di Pozzilli hanno proclamato lo stato di agitazione dal 3 agosto, per denunciare l’inaccettabile atteggiamento padronale nell'aver ritardato ingiustificatamente l’invio di un semplice documento all’INPS, così creando gravissimi disagi economici alle famiglie dei lavoratori che perciò ancora non percepiscono la CIG.
Si tratta dell’ormai famoso "modello SR41" che serve ad indicare il conto di accredito delle somme che i lavoratori dell’INPS di regola provvedono a liquidare in pochi giorni quando non vi sono omissioni o errori aziendali.

Ma vi è anche un’altra ragione: la Sata Sud di Pozzilli – denunciano i lavoratori – non ha provveduto neanche alla distribuzione gratuita delle bottigliette d’acqua, eliminando il beverino come da protocollo anti-covid, tanto più necessarie in questo periodo estivo ed in particolare per gli operai che lavorano vicino a fonti di calore.
La elementare rivendicazione d’acqua e di sicurezza anti-covid alla Sata Sud ricorda al mondo del lavoro quanto valga la persona stessa del lavoratore e la sua sicurezza di fronte alla spietata legge del profitto.

Mentre per la CIG o altri ammortizzatori in emergenza Covid si aggiunge l’ulteriore denuncia operaia del fatto che le aziende spesso non inviano all’INPS i documenti necessari o li ritardano di molto; per la cassa in deroga, ai ritardi padronali si aggiungono quelli della regione Molise, lasciando così le maestranze senza alcun sostegno.
Non solo: raccogliamo le proteste di tanti lavoratori ai quali i padroni, grossi e piccoli, si rifiutano persino di comunicare la loro posizione o collocazione in CIG, dovendosi accontentare di rischiose comunicazioni “a voce”, spesso non veritiere. Una realtà, questa, invero non solo molisana, che continua a creare notevoli disagi quotidiani alla classe lavoratrice.
Per non parlare dei casi in cui i padroni fanno lavorare i propri dipendenti nonostante fossero collocati in CIG, FIS o ammortizzatori similari.

Sicché al danno antioperaio, anche nel Molise, si è aggiunta la beffa, cioè la falsa campagna neofascista che di recente ha infestato la città di Campobasso, con manifesti tanto demenziali quanto di pessimo gusto, affissi innanzi alla sede dell’INPS, dove si indicavano finti nomi di persone dandole morte per colpa di lavoratori INPS.
Ciò ad opera della sigla neofascista CasaPound, il gruppuscolo che occupa illecitamente ed a sbafo, da anni, un palazzo pubblico a Roma, causando milioni di danni erariali con la protezione del potere (lo sgombero non è ancora attuato), protezione di cui evidentemente ha goduto anche a Campobasso nel compiere tale atto vile, illecito e socialmente pericoloso per i lavoratori.
Uno dei gruppi che andrebbe sciolto per neofascismo agisce dunque impunemente anche nella stessa realtà territoriale in cui, per converso, il coordinatore del PCL Molise ed altri antifascisti, su iniziativa di una dirigente della DIGOS e di una toga nera inquirente particolarmente accanita contro la libertà di espressione del PCL locale, furono fatti oggetto di un grottesco processo penale (ovviamente finito con l’assoluzione) solo per aver cantato "Bella ciao", manifestando così il dissenso dalla decisione di aver concesso ai neofascisti l’uso di un sala istituzionale della Provincia di Isernia.
Ed anche questi episodi la dicono lunga sulla vera natura di questa “Repubblica antifascista” e dei suoi apparati repressivi.

Ma il punto importante è nel movente di questa campagna fuorviante contro l’INPS: i fascisti e le destre hanno un ruolo di servizio verso il capitale, che si manifesta anche nel dirottare la rabbia sociale verso falsi obiettivi scatenando guerre tra poveri (vedi l'infame campagna anti-migranti) o tra lavoratori, per coprire le vere responsabilità, quelle dei padroni, del loro sistema e del loro potere.
In più, e ciò è ancora più importante e pericoloso, c’è il disegno socialmente criminoso delle destre di mettere la previdenza pubblica in mano a gruppi privati di speculatori: banchieri e compagnie di assicurazione. Un disegno che in particolare Brunetta aveva inserito nel “piano industriale dell’INPS”.
Non a caso la stessa falsa campagna è condotta non solo sulle televisioni ma anche sulla stampa liberale dei potenti banchieri, con i suoi asserviti o disinformati opinionisti, inclusi i Cottarelli, e costituisce la sottile e più raffinata sponda a quella più becera condotta dalle destre e dai neofascisti quali teste d’ariete. Così in questo caso hanno cercato di dirottare verso l’INPS e i suoi dipendenti la pur giustificata esasperazione dei lavoratori, in modo da coprire quelle dei padroni, che invece i lavoratori, a partire da quelli dei trasporti molisani fino a quelli della Sata Sud di Pozzilli, hanno ben smascherato.

Tornando all’esempio del Molise, questa falsa campagna è stata smascherata dalle stesse denunce dei lavoratori prima dette, e da noi supportate: oltre ai mancati invii di documenti da parte delle aziende per la “CIG statale”, in quanto alla CIG in deroga si sono evidenziate le responsabilità della giunta fascioleghista di Toma, ed in particolare dell’assessorato salviniano antioperaio, nei ritardi di invio all’INPS delle pratiche.
Nondimeno, di fronte a questo scenario, la dirigenza dell’INPS non è immune da colpe, e la sua condotta di carenza nell’organizzare meglio i contatti diretti con i lavoratori, e di carenza nel mettere in condizione i suoi dipendenti di sostenere i lavoratori con maggiori strumenti di contatto e intervento, rischia di fare oggettivamente da sponda alla suddetta falsa campagna.

Ciò premesso, fermo restando che la mobilitazione dei lavoratori rimane la base necessaria di ogni possibile conquista, l’iniziativa del PCL nel Molise, fatta propria e condotta insieme al Coordinamento molisano delle sinistre di opposizione (con le locali sezioni del PCI, del PMLI e Città Futura), oltre a denunciare la pericolosità sociale e la falsità della suddetta campagna, e a supportate le suddette denunce dei lavoratori dei trasporti molisani e della Sata Sud di Pozzilli, ha inteso proporre un’iniziativa presso la dirigenza dell’INPS del Molise, peraltro già raccolta anche dalla FIOM regionale, per ora sotto forma di lettera pubblica a loro indirizzata, finalizzata ad alcuni obiettivi immediati sintetizzati nella seguente piattaforma:

1) consolidare la necessaria alleanza tra lavoratori delle aziende e lavoratori dell’INPS che di regola si adoperano per liquidare subito le prestazioni, inclusa la prevenzione e l’isolamento di eventuali comportamenti che si pongono in contraddizione con tale finalità sociale;

2) rivendicare presso i dirigenti dell’INPS del Molise l’esigenza di organizzare, per quanto è di competenza, l’intervento a tutela dei lavoratori, di fronte ai suddetti atteggiamenti arbitrari dei padroni o della giunta regionale fascioleghista, ed in particolare:
a) predisporre e potenziare adeguati servizi al lavoratore ed al sindacato, di informazione e assistenza IMMEDIATA anche a distanza (ad esempio anche con l’appuntamento o contatto telefonico), che dovrà essere dotata di sufficienti strumenti e personale, con risposte compiute e quanto più immediate;
b) quando l’azienda ne ritarda o ne omette l’invio, reperire dallo stesso lavoratore la dichiarazione SR41 indispensabile per l’accredito dell’ammortizzatore, e comunque sostenere il lavoratore nei confronti dell’azienda o della Regione per gli altri loro inadempimenti, anche comunicativi.

Si tratta di iniziative parziali che vogliono rappresentare una risposta immediata ai disagi e problemi che vivono i lavoratori quotidianamente quando hanno a che fare con tali problemi, che devono però legarsi alla prospettiva di lotta contro la privatizzazione dell’INPS (significherebbe la barbarie), combinata con la rivendicazione del controllo sociale della previdenza e assistenza pubblica svolte dall’istituto, che infatti sono finanziate dai lavoratori tra contributi e fiscalità a loro carico.

Partito Comunista dei Lavoratori - Molise

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