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SCR costruisce una propria area in CGIL, l’opposizione continua ad essere RT!

Comunicato della Commissione sindacale del PCL sulla nascita della nuova "area" in CGIL, denominata "Le giornate di marzo"

21 Luglio 2020
le giornate di marzo


L'uscita di Sinistra Classe Rivoluzione (SCR) dall’area programmatica congressuale di RiconquistiamoTutto! (RT!) è il punto conclusivo di una lunga deriva settaria (nella CGIL come più in generale nella sua azione politica, nei movimenti e nelle lotte). L'uscita infatti non è solo scorretta per i modi in cui si è avverata, senza un solo avviso ai compagni e alle compagne con cui, bene o male, da anni si lottava fianco a fianco (un colpo basso, in contrasto proprio con quelle giornate di marzo che SCR ora vorrebbe rappresentare e che sono quanto di più nobile espresso dalla classe lavoratrice quest'anno).
Per quanto dolorosa, comunque, questa uscita non è improvvisa e inaspettata.
Come infatti scrivevamo fin dalla risoluzione del Comitato Centrale del PCL del dicembre scorso, SCR aveva avviato evidenti "dinamiche di sganciamento". Come mai il gruppo dirigente di RT! non se ne è accorto?

Non crediamo nemmeno che si possa incolpare, come viene fatto da una parte del gruppo dirigente dell’area sindacale, l'ingerenza dei partiti al suo interno, dando per scontato che i partiti siano un male. Per noi è il contrario. In primo luogo, in generale, l’impegno politico dei militanti sindacali, e quindi anche la loro partecipazione ad organizzazioni politiche, non può che sostenere quel processo più ampio di sviluppo della coscienza di classe che è inevitabilmente necessario per svilupparne la lotta. In secondo – ma non secondario – luogo, in questi ultimi venti anni la sinistra sindacale della CGIL ha subito progressive derive burocratiche, spesso isolando e disperdendo avanguardie radicate nelle singole realtà di lavoro: è stata proprio una rete di militanti politici nella CGIL che ha permesso, in alcuni passaggi fondamentali, di tenere dritta la barra, e la spina dorsale, e di perseguire controcorrente un raggruppamento conflittuale e classista, tessendo relazioni tra diversi settori sindacali e politici, oltre che tra diverse avanguardie nei posti di lavoro, e impedendo così di esser risucchiati nelle dinamiche burocratiche della CGIL (dalla stessa fondazione della "Rete 28 aprile" nel 2004 alla rottura con "La CGIL che vogliamo", permettendo quindi la costruzione di "Il sindacato è un'altra cosa-Riconquistiamo Tutto"). Anche per questo, in un’area plurale che raccoglie diverse pratiche sindacali e diverse sensibilità politiche, abbiamo sempre ritenuto e continuiamo a pensare che il suo sviluppo non passi per la negazione, l’isolamento e tanto meno l’estromissione delle soggettività presenti, ma anzi per il libero sviluppo del confronto, della discussione, dell’espressione dei diversi punti di vista e delle diverse impostazioni.

La deriva settaria e “politicista” di SCR si evidenzia nella scelta di costruire una nuova "area" fatta a immagine e somiglianza della sua organizzazione politica, semplice espressione e proiezione di sé stessa. Una scelta sicuramente autoreferenziale, ma figlia anche della sua personale e legittima visione della costruzione del conflitto, del sindacato e del partito di classe. Una visione con cui, al pari di tutte le altre presenti, RT! dovrebbe imparare a fare i conti.

SCR lamenta l'assenza di RT! nelle giornate di marzo, dimenticando che a marzo SCR aveva nell’area una significativa influenza, oltre che una presenza radicata, in particolare in alcune fabbriche e aziende emiliane. In realtà RT! è stata presente a marzo dove ha potuto e come ha potuto, in alcune situazioni con un ruolo non secondario proprio nell’innesco di quell’ondata, portando a casa anche alcuni risultati importanti. Certo, RT! non ha egemonizzato le giornate di marzo, perché se lo avesse fatto avrebbe avuto un radicamento di massa, che è precisamente il problema non solo di RT! ma di tutta l'estrema sinistra e del sindacalismo di classe, SCR compresa.
La mitologia di SCR sembra dire l'esatto opposto: l'area non ha fatto niente ma dove era presente SCR la classe è avanzata come un rullo compressore. Se così fosse, non si capirebbe come SCR non sia stata capace in questi anni di conquistare almeno l'egemonia di RT!. Ammantare di mitologia la propria uscita impedisce di vedere i reali problemi dell'area.

RT! è da tempo in difficoltà e in una fase di ripiegamento. Estremamente limitata e schiacciata dalla burocrazia CGIL, particolarmente dopo l’ultimo congresso, ha faticato a sviluppare una propria linea generale alternativa (come aveva invece impostato nei rinnovi contrattuali precedenti, entrando in sintonia e relazionandosi con dinamiche di classe anche estese, come mostra l’ampio dissenso di numerosi rinnovi). Una fatica determinata anche da arretratezze e incapacità del suo gruppo dirigente, come evidenziato da alcune derive verticistiche (vedi la penosa questione pisana). Una fatica evidenziatasi anche nella stessa battaglia di marzo, rimanendo chiusa nella ridotta del conflitto azienda per azienda e non ponendosi il problema della generalizzazione delle lotte, oltre che focalizzandosi sulla lotta per la salute ("chiudiamo le fabbriche"), senza generalizzare la lotta anche per il salario (la vera sicurezza è stare a casa pagati, non chiudere semplicemente le fabbriche).
Un ritardo segnato nei mesi scorsi dall’assenza di una piattaforma di lotta generale e unificante di tutta la classe lavoratrice di fronte all’emergenza della crisi sanitaria, economica e sociale, e dalla ritrosia nel partecipare organicamente ai diversi percorsi di fronte unitario dell’avanguardia politica e sindacale di classe.

Questi problemi dell'area chiamano in causa in primis il gruppo dirigente. Noi, pur segnalando tutti i problemi soggettivi interni all'area, non dimentichiamo però che in ultima analisi dipendono dalla lotta che a marzo, nonostante la generosità degli operai, ha evidenziato le divisioni tra le diverse realtà ed i diversi settori di classe, e quindi segnato una nuova sconfitta per la classe lavoratrice, grazie alla complicità di Landini e della CGIL col governo Conte. Se così non fosse, i padroni non avrebbero insistito così spudoratamente su tutte le loro pretese.

Il destino dell’opposizione nella CGIL, dello sviluppo di un’area classista e conflittuale, al netto dei problemi segnalati che vanno assolutamente rimossi, dipende oggi soprattutto dalla riscossa dei lavoratori e delle lavoratrici il prossimo autunno, con la precipitazione delle crisi e della conseguente offensiva padronale. Ovviamente, non è scontata. A noi spetta il compito di arare il terreno, lottando contro la burocrazia di maggioranza, e per una democrazia cristallina in RT!.

In ogni caso, quando il conflitto si riaccenderà, non rifiuteremo certo la collaborazione di chi vorrà porsi su quel terreno di conflitto e di costruzione di un’alternativa classista, nella CGIL e soprattutto nelle lotte di lavoratori e lavoratrici. L’opposizione in CGIL continua infatti ad essere RT!. E il suo primo compito, da qui in avanti, è rimarcarlo al meglio.

La battaglia per la costruzione di una tendenza che sia classista, anticapitalista e rivoluzionaria, per portare avanti l’obiettivo di conquistare alla prospettiva della rivoluzione socialista la maggioranza della classe lavoratrice, è il compito dei marxisti rivoluzionari. Il Partito Comunista dei Lavoratori si muove con i suoi militanti e le sue militanti in questa direzione.

Partito Comunista dei Lavoratori - Commissione sindacale

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