Dalle sezioni del PCL

La scuola pubblica e la crisi pandemica

Assumere i precari, rilanciare la didattica

20 Giugno 2020

Per un movimento che lotti per le migliori condizioni dell'avvio del nuovo anno scolastico

scuola


Nel contesto dell’emergenza pandemia le varie destre non hanno perso l’occasione per strappare concessioni per le scuole private. Tutto ciò mentre la scuola pubblica, già scompaginata dall’autonomia, deve affrontare problemi immensi che richiedono la disponibilità di risorse economiche e umane consistenti. La risoluzione dello storico problema del precariato è un aspetto fondamentale della questione.
È dunque fondamentale lo sviluppo di un movimento di classe che raccolga lavoratori stabili e precari, studenti, docenti e non docenti, al di là delle appartenenze alle sigle sindacali oggi condizionate dalla subalternità dei vertici confederali al governo e dalla miopia settaria e autoreferenziale dei molti sindacati di base.
Nell’immediato vanno date risposte essenziali per la ripartenza del nuovo anno scolastico. Ciò va fatto con una logica centralizzata che spazzi finalmente via le assurdità prodotte dall’autonomia e dalla privatizzazione.
In ogni scuola i nuovi organici non devono superare il tetto di 18 alunni per classe.
L’anno scolastico deve essere ripatito in due quadrimestri con la programmazione di due finestre settimanali riservate alle operazioni di verifica.
Le classi vedranno la costituzione di due gruppi che si alterneranno settimanalmente in attività in presenza prima e in didattica a distanza poi.
L'alternanza scuola-lavoro deve essere definitivamente rimossa; le attività extracurricolari andranno limitate al massimo, i viaggi di istruzione non contemplati nella programmazione.
Compatibilmente con le esigenze di sicurezza, potranno essere programmate attività di sostegno e recupero in orario extracurricolare, con il supporto anche di precari neoassunti e il coordinamento di docenti già da ora a tempo indeterminato.
Devono essere garantite tutte le attività di sostegno degli allievi diversamente abili che, già prima della pandemia, si volevano fortemente ridurre.
Tutte le misure di prevenzione e di sicurezza devono essere applicate con il coinvolgimento attivo di personale docente, non docente e studenti. Devono essere assolutamente accantonate tutte le estemporanee e sprovvedute misure che, come nel caso dell’uso di divisori in plexiglas, porrebbero (specie alle medie inferiori) seri problemi di sicurezza.
Solo una scuola pubblica, finanziata adeguatamente e gestita democraticamente dai lavoratori e dalle lavoratrici può salvare il sistema formativo.

Pino Siclari, Partito Comunista dei Lavoratori - Reggio Calabria

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