Dalle sezioni del PCL

Manifestazione Venezia fu-turisitica, contro la speculazione sulla città e le grandi opere

Basta profitti sulla pelle del territorio e della popolazione! Governino i lavoratori!

13 Giugno 2020

La sezione del PCL di Venezia ha partecipato alla manifestazione organizzata contro le speculazioni, le grandi opere (MOSE), per le grandi navi fuori dalla laguna e contro l'ampliamento dell'inceneritore di Fusina. Una manifestazione molto partecipata (più di 2000 presenze), molti i giovani presenti

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Testo del volantino distribuito


Da anni Venezia è, sempre più, preda ambita dei più vari appetiti speculativi.

Si è svenduto o cercato di svendere tutto il patrimonio pubblico che si potesse piazzare sul mercato e si sono concessi cambi d'uso e permessi di edificare un po' ovunque a favore del settore alberghiero e, in terraferma, anche della grande distribuzione commerciale, mentre il centro storico continua a spopolarsi, soffocato dalla monocoltura turistica.

Il tutto è stato condito abbondantemente con una lunga serie di opere inutili (buone solo per gonfiare i portafogli di chi le ha realizzate) e spesso dannose, come l'attuale progetto di potenziamento del già inquinante inceneritore di Fusina, riguardo il quale risulta palese l'assurdità delle rassicurazioni di Veritas, che da un lato intende investire milioni per quel progetto e, dall'altra, dichiara che non saranno incrementati i volumi di materiale incenerito.

A ciò si aggiungono i progetti sulla nuova portualità. I poteri forti veneziani, dopo la decisione ministeriale di andare verso il blocco del transito delle grandi navi in Bacino San Marco, hanno scelto di fare “di necessità virtù” e si sono lanciati nella sfida delle soluzioni alternative, pronti a riempirsi le tasche con nuove grandi opere. Non vi è alcun dubbio che si ripeterebbero le stesse dinamiche corruttive e fraudolente emerse nel modo più evidente dall'inchiesta MOSE (MOSE che, peraltro, continua a ingoiare valanghe di denaro e a mostrare disfunzioni a non finire).

In questa situazione, riteniamo che non sia possibile stabilire quale delle varie opzioni esistenti sia la meno impattante dal punto di vista dei costi, dell'occupazione e dell'impatto sull’ambiente e sul patrimonio storico artistico, poiché i dati vengono di volta in volta falsati sulla base degli interessi dei diversi settori della borghesia che stanno dietro ai differenti progetti. E nemmeno riteniamo opportuno limitarsi a ragionare, sul piano giuridico-legale, di quali progetti siano stati presentati correttamente al Ministero, quali abbiano già la Valutazione di Impatto Ambientale, ecc.

È dunque evidente la necessità di battersi affinché ogni opera di pubblica utilità, così come ogni servizio pubblico, sia realizzata da aziende pubbliche controllate dai lavoratori. Aziende pubbliche da costituirsi, in questo caso, per mezzo dell'esproprio, senza indennizzo, delle aziende implicate nello scandalo MOSE, in casi di corruzione, devastazione ambientale, violazione dei diritti sul lavoro. I padroni si sono già “risarciti” abbastanza sulla pelle dei lavoratori e delle masse popolari.

Questa lotta, naturalmente, non può che partire dall'opposizione alle scelte del sindaco Brugnaro, che, coi suoi modi da “padrone del vapore”, vorrebbe puntare sulla soluzione che prevede lo scavo del Vittorio Emanuele, così come dal contrasto ai piani di Veritas per l'inceneritore di Fusina. È però una battaglia che deve mirare ad intrecciarsi non solo con quelle contro la cementificazione e le speculazioni edilizie, ma anche, senza esitazioni, con quella contro il taglio dei servizi pubblici e gli aumenti delle tariffe, e contro la riduzione di posti di lavoro, salari e diritti a danno dei lavoratori del Comune e dei servizi esternalizzati, contro il crescente sfruttamento a cui sono sottoposti i lavoratori di ogni settore, a cominciare da quello turistico.

La battaglia che portiamo avanti contro speculazioni e devastazioni ambientali e culturali va, inoltre, inserita nell'ambito della più generale rivendicazione della nazionalizzazione, sotto controllo dei lavoratori e senza indennizzo per i padroni, delle aziende dei settori strategici, tra cui le maggiori società edili, siderurgiche e di produzione di cementi, tenendo presente che la contraddizione tra le ragioni della salvaguardia dell’ambiente e del patrimonio storico artistico da un lato e le ragioni del lavoro dall'altro è insanabile dentro il sistema capitalistico.

Partito Comunista dei Lavoratori - sezione di Venezia "Pietro Tresso"
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