Dalla tragedia alla farsa. Lo stalinismo ieri e oggi
La spazzatura cerca di uscire dalla pattumiera, ma ricade subito ancora più in basso
Una breve ulteriore replica al falsificatore stalinista Concetto Solano
11 Giugno 2020
Ci scusiamo con i compagni e le compagne ma dobbiamo segnalare che il falsificatore stalinista Concetto Solano ha avuto la faccia tosta di rispondere ulteriormente alla nostra replica. È vero che ha dichiarato tramite il sito di Red Militant che era l'ultima volta che sarebbe intervenuto in replica a noi. Speriamo proprio, perché non è per noi molto interessante dover smascherare le sue varie falsità.
"Ma allora perché ci perdete tempo, quando di schifezze staliniste ne girano tante?" ci potrebbe chiedere qualche nostro lettore.
Certo a noi di Concetto Solano non ce ne può fregar di meno; ma il fatto è che il suo lungo intervento negazionista del massacro dei bolscevichi da parte dello stalinismo è stato pubblicato sull'importante sito L'Ordine Nuovo, ed è per questo che gli abbiamo risposto e anche replicato. Ed è per questo che siamo ancora, sia pure controvoglia, ad occuparci di lui, perché non vogliamo lasciare a questa persona l'ultima parola.
Venendo a questa sua ulteriore replica, notiamo che, ancora una volta, non segnala come poter leggere le posizioni che combatte. Come già detto, rende così evidente che sa che non potrebbe reggere il confronto se non nascondendo o falsificando le nostre posizioni.
Proprio rispetto a questo ci pare utile citare un esempio, tra i diversi possibili, di come il Concetto falsifichi le posizioni altrui.
Solano affermava, nella sua replica alla nostra risposta al suo articolo, che Livio Maitan era il padre politico di tutti i trotskisti italiani. Noi abbiamo risposto così:
«Ora, precisiamo che per noi Livio Maitan non può essere considerato come il padre del trotskismo italiano. Per noi il trotskismo italiano ha i suoi padri nei tre dirigenti del PCd’I, Leonetti, Ravazzoli e Tresso, espulsi per trotskismo nel 1930 e che costituirono, sia pure nell’emigrazione, il primo gruppo italiano del nostro movimento, e in particolare Tresso, dirigente della Quarta Internazionale assassinato nel 1943 nella resistenza francese dagli stalinisti.
Certo Maitan ebbe il merito di raggruppare nel 1949 un gruppo di militanti della precedente sezione della Quarta Internazionale (Partito Operaio Comunista, che in maggioranza ruppe con l’Internazionale perché contraria alla sua posizione, che essa mantenne fino al crollo del 1991, di difesa incondizionata dell’URSS nonostante il regime stalinista) e un settore di giovani socialisti passati su posizioni marxiste rivoluzionarie (Maitan era stato il segretario nazionale della gioventù sia nel PSI sia nel PSLI). Tuttavia sin dal 1951 si schierò con la corrente revisionista del trotskismo, che con il segretario dell'Internazionale, Michel Pablo (da cui i termini pablismo e pablisti) conquistò la maggioranza dell’organizzazione su un programma che negava nei fatti la costruzione di partiti marxisti rivoluzionari indipendenti come nuove direzioni del movimento operaio e trasformava le organizzazioni trotskiste in gruppi di pressione su dirigenti considerati “stalinisti di sinistra” (e in alcuni casi anche socialdemocratici di sinistra o centristi, come ad esempio in Italia Ingrao, poi Sofri, poi Bertinotti).
Ciò provocò la scissione della Quarta Internazionale nel 1953, con l’uscita dei troskisti “ortodossi” che si costituirono in organizzazione separata. Per cui Livio Maitan non è il nostro padre politico, ma quello dei centristi di Sinistra Anticapitalista.»
Diremmo che più chiaro di così... Ecco invece come Solano traduce il tutto: «Conferma [il testo del PCL] che Maitan è uno dei padri del trotskysmo italiano a cui Grisolia stesso sostiene di essere stato particolarmente legato.»
Incredibile! Esattamente il contrario di quanto da noi affermato. Ecco il puro stile stalinista. Allievo minimo del grande dittatore controrivoluzionario “Baffone”. Potremmo continuare ancora con vari stravolgimenti o omissioni della realtà. Ma non ne vale certo la pena, per queste miserie.
Concludiamo ancora una volta con l’invito di Trotsky: via Solano, al tuo posto, nella pattumiera della storia.