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Giù le mani dai precari della scuola!

8 Giugno 2020
8 giugno


Nella giornata di sabato, alla Camera dei Deputati, si è discusso e votato il Decreto Scuola 22/2020 nonostante le polemiche e l'indignazione di decine di migliaia di insegnanti precari contro l'ostinazione della Ministra Azzolina e del Presidente Conte di continuare sulla strada di un concorso iniquo, parziale e divisivo.


BRICIOLE E FUMO NEGLI OCCHI

Il Decreto Rilancio, che ha riservato alla scuola la misera cifra di 1,5 miliardi di euro – cifra ridicola rispetto alle decine di miliardi di euro tagliati negli ultimi anni – ha aggiunto al concorso straordinario altri 8000 posti. La matematica non è un'opinione. Pur portando il concorso a 32000 cattedre, non garantirebbe l'assunzione nemmeno alla metà degli insegnanti che da anni coprono una cospicua parte delle migliaia di cattedre vuote. Queste ultime a settembre saranno oltre 200000.
L'ostinazione dei governi che si sono sinora succeduti a non voler risolvere la problematica del precariato scolastico ci conferma che questo sia tenuto ad arte come un vero esercito di riserva per dividere i lavoratori della scuola dinnanzi ai costanti attacchi e tagli dei governi.


UNO SCIOPERO IN RITARDO

Il Partito Comunista dei Lavoratori anche in questa occasione è al fianco dei lavoratori e delle lavoratrici in lotta.
Lo sciopero proclamato per la giornata di oggi, a decreto approvato, si dimostra tardivo e subordinato ai giochi parlamentari, soprattutto della maggioranza di governo. Un governo che, non dimentichiamolo, ha goduto dell'appoggio e della copertura delle burocrazie confederali sin dall'inizio anche per quanto riguarda la scuola. Non possiamo dimenticare che fino a poche settimane fa le dirigenze dei principali sindacati sono state le principali fautrici del concorso "straordinario". Sin dagli ultimi giorni di dicembre hanno propagandato a tamburo battente corsi di preparazione a questo concorso, rivendicando per bocca dei loro dirigenti la necessità di una selezione all'ingresso nel mondo della scuola. Non sono stati esenti da ciò gli apparati della FLC-CGIL, che nonostante la serrata opposizione dell'area Riconquistiamo Tutto, hanno perorato fino a poche settimane fa la causa del concorso, senza ascoltare il parere dei lavoratori e delle RSU, e convocando il Forum dei lavoratori precari soltanto meno di due settimane fa. Poi, d'un tratto, dichiarazioni contrarie al concorso e favorevoli all'assunzione dei docenti precari con almeno 36 mesi di servizio attraverso una graduatoria per titoli e servizi. La stessa proposta che ha portato migliaia di lavoratori e lavoratrici precarie della scuola in piazza in questi mesi attraverso mobilitazioni dal basso, non a caso boicottate e ignorate dalle burocrazie confederali.
I fatti però hanno la testa dura, e non possiamo non pensare che questa "svolta", finora nell'ambito delle mere dichiarazioni, sia dettata dalla progressiva perdita di potere contrattuale e dalla paura di perdere quel briciolo di credibilità rimasta loro tra i precari della scuola, già seriamente compromessa dai due stati di agitazione proclamati, e interrotti da mere promesse e prese di tempo dei ministri Bussetti e Fioramonti.


LE RIVENDICAZIONI DEL PCL PER LA SCUOLA

Per risolvere il problema del precariato e contrastare l'oramai palese progetto di privatizzazione della scuola, portato avanti indistintamente dai governi di centrodestra e centrosinistra a favore di multinazionali e Chiesa (in una modalità estremamente simile a ciò che è stato fatto nel settore sanitario, con le conseguenze che l'epidemia di Covid-19 ci sta mostrando in tutta la sua drammaticità) e di attacco costante ai diritti delle sue lavoratrici e lavoratori, il Partito Comunista dei Lavoratori è presente nelle lotte della scuola con queste rivendicazioni:

- la stabilizzazione di tutti gli insegnanti della scuola.
Siamo per un piano di assunzioni che parta dalla trasformazione dell'organico di fatto in organico di diritto, e l'ingresso di tutti gli insegnanti con tre anni di servizio in un processo di formazione e stabilizzazione che non sia diviso, a differenza di come hanno sinora fatto i governi, con il risultato che migliaia di insegnanti abilitati sono ancora senza ruolo (basti pensare ai 2000 vincitori del concorso 2016 ed ai 5000 vincitori del concorso 2018, abilitati con le SSIS ed i PAS).

- un grande piano di lavori pubblici per la scuola.
È urgente provvedere al risanamento degli oltre 2400 siti scolastici nei quali è stata accertata la presenza di amianto, e alla messa in sicurezza di tutte le scuole i cui plessi non sono a norma di criteri antisismici. Si trovano in questa condizione ben 44.486 scuole pubbliche, su un totale di 50.804 censite.

- no al blocco per i neoassunti, sia esso quinquennale che triennale.
Ogni lavoratore deve avere il diritto di poter lavorare vicino alla propria famiglia. Con ciò condanniamo fermamente il progetto avanzato dal ministro Azzolina di deportare letteralmente, in cambio del ruolo, migliaia di docenti dalle regioni meridionali costringendoli per cinque anni a vivere in altre regioni o province.

- internalizzare tutti gli educatori.
Il settore delle cooperative sociali è una vera giungla dove migliaia di educatori, soprattutto giovani e donne, sono sfruttati con salari minimi. In queste settimane moltissimi sono gli educatori che, non potendo lavorare essendo chiuse le scuole ed i centri diurni, hanno assistito ad una forte riduzione del salario. Chiediamo l'assunzione di tutti gli educatori con lo stesso profilo negli enti locali.

- no ad ogni proposta di autonomia differenziata.
L'esempio dei docenti del Trentino-Alto Adige è a portata di mano. Alle 18 ore settimanali si sono aggiunte due ore in più da prestare eventualmente per supplenze. Inoltre, tutti i docenti altoatesini devono prestare ben 220 ore annue come attività funzionali all'insegnamento, a differenza del resto del paese, in cui si svolgono 40+40 ore. In queste 220 ore ricadono consigli di classe, consigli di plesso, collegi docenti, programmazioni settimanali di dipartimento, le ore annuali dei corsi di aggiornamento obbligatorie, le udienze dei genitori. Il tutto in cambio di un aumento lordo di poche centinaia di euro.

Con queste rivendicazioni il Partito Comunista dei Lavoratori ha sostenuto lo sciopero dei lavoratori e delle lavoratrici della scuola e del 14 febbraio, e resta a fianco dei docenti e degli ATA precari per bloccare ogni scellerato progetto di privatizzazione e divisione della scuola e degli insegnanti.

Mandiamo a casa la ministra Azzolina, esponente di punta di un governo nemico dei lavoratori e servo di Confindustria, come i casi di Alzano Lombardo e Nembro ci hanno dimostrato, e che come PCL anche giudiziariamente abbiamo denunciato.

Solo con la lotta questo governo nemico dei lavoratori e dei precari potrà essere cacciato, contro ogni compromesso con i partiti nemici delle lavoratrici e dei lavoratori, per la sconfitta delle burocrazie sindacali complici di governo e padronato che, burocrazia CGIL e Landini in primis, hanno firmato protocolli su protocolli bloccando sul nascere le decine di scioperi che ci sono stati in queste settimane nelle fabbriche e sui luoghi di lavoro. Ma anche e soprattutto contro ogni logica corporativistica e di intermediazione politica tramite deputati e senatori di maggioranza o di opposizione.
Solo l'unità delle lotte può realmente portare ad un governo dei lavoratori, l'unico che possa realmente difendere gli interessi dei lavoratori e delle lavoratrici, della scuola e non solo.

Partito Comunista dei Lavoratori

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