Dalle sezioni del PCL

Il nuovo focolaio di Campobasso, tra sciacalli e giuste denunce

19 Maggio 2020
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È indiscutibile il carattere vergognoso e incivile degli individui che a Campobasso, il 30 aprile, in piena chiusura anti-Covid, si sono assembrate oltremisura per un rito funebre, da cui pare sia sorto un pericoloso focolaio giunto già a quasi 80 contagi e suscettibile di aumento.

Ma emerge la gravissima mala gestione, ancor più grave, delle forze dell’ordine e del Comune: in primis perché non hanno impedito l’assembramento benché previsto. Poi, a misfatto avvenuto, occorre anche accertare chi doveva segnalare, e comunque attivare l’immediata attuazione del compiuto piano di emergenza, cioè l’immediato blocco del focolaio, lasciando inauditamente dispiegare il contagio nei giorni successivi.
Ed anzi, se non fossero stati gli abitanti del quartiere-focolaio a sollecitare l’intervento, la situazione sarebbe ulteriormente degenerata, ed a tutt’oggi gli abitanti del luogo lamentano che nessuno gli abbia avvertiti sul da farsi, né gli hanno consentito i tamponi, né si è tempestivamente e compiutamente attivata la tracciabilità dei contatti.

Non solo: come è stato possibile che al rito funebre siano potuti liberamente giungere persino da altri comuni del Basso Molise e persino dall’Abruzzo, tanto è vero che tale contagio è arrivato fino a Vasto?
Insomma, da noi è stato multato un poveraccio reo di coltivare tarfufi, che non metteva in pericolo nessuno, mentre nulla si è fatto per impedire il suddetto far west.

In ogni caso diffidiamo Regione, ASREM, Comune e Comitato di sicurezza ad attuare immediatamente ed in modo compiuto il piano per l’epidemia per bloccare il focolaio, a partire dalla tracciabilità di tutti i contatti, e dai tamponi sulla zona interessata.

D’altro lato, di balordi, mafiosi e incivili, venditori di voti per clientela anche alla stessa destra razzista, ce ne sono tra gli “italiani rom” e, con maggior ruolo, tra gli altri italiani, ma le loro responsabilità sono puramente individuali: è una barbara idiozia estenderle indiscriminatamente ad un’intera comunità o etnia/nazionalità; ed infatti tra i rom o sinti conosciamo tante persone che si impegnano per la civiltà, per i diritti, contro la mafia e per l’antifascismo, come ad esempio l’Opera Nomadi, o tanti artisti e scrittori, tante associazioni culturali e cooperative di lavoro, anche se i più famosi tra essi sono alcuni campioni di calcio. Tutto questo dimostra la stupidità delle generalizzazioni razziste.

Sennonché si è ravvivato l’atro virus, non meno pericoloso, cioè la falsa e atavica cagnara fascioleghista locale «contro gli zingari». Come da copione, hanno subito usato la vicenda non per vedere come affrontare l’emergenza e denunciare le vere falle del sistema, ma solo per aizzare indiscriminatamente contro l’intera comunità rom, come se le responsabilità non fossero individuali, ma biologiche, di etnia. È la barbarie di vecchia memoria.

Questi benpensanti, infatti, non li vediamo così infervorati quando i responsabili dei contagi sono di “pura razza ariana”: dagli omessi o sciatti controlli preventivi e successivi da parte delle forze dell’ordine, ai contagi delle case per anziani molisane privatizzate e della scuola militare di Campobasso.
Per non parlare di tagli e privatizzazioni del sistema sanitario, di cui i fascioleghisti sono stati testa d’ariete in Italia come nel Molise, o della giunta leghista lombarda che, in combutta con Confindustria, con la sua disastrosa gestione ha generato il focolaio primario d’Italia, fino alle scelte della giunta leghista-sovranista molisana, che non ha separato le strutture anti-covid e continua a favorire la sanità privata.

Del resto, l’epidemia ha scippato loro l’argomento precipuo della loro ignobile e fuorviante propaganda razzista, ed anzi ha messo in risalto tutte le miserie del loro potere del loro sistema del capitale. Ma per costoro ogni occasione, anche tragica, è buona per riportarlo in auge col cinismo tipico degli sciacalli.

Partito Comunista dei Lavoratori - Molise

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