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Stabilizzare i precari della scuola. Se non ora quando?

19 Maggio 2020
scuola


Nella giornata di oggi, alla VII Commissione del Senato si discuterà e voterà il Decreto Scuola 22/2020. Numerosissime sono state le polemiche e l'indignazione di decine di migliaia di insegnanti precari contro l'ostinazione della Ministra Azzolina e del Presidente Conte di continuare sulla strada di un concorso iniquo, parziale e divisivo.


8000 IN PIÙ NON BASTANO

Il Decreto Rilancio, che ha riservato alla scuola la misera cifra di 1,5 miliardi di euro, ha aggiunto al concorso straordinario altri 8000 posti. La matematica non è un'opinione. Pur portando il concorso a 32000 cattedre, non garantirebbe l'assunzione, tramite un umiliante concorso a crocette, nemmeno alla metà degli insegnanti che da anni coprono una cospicua parte delle migliaia di cattedre vuote. Queste ultime a settembre saranno oltre 200000. L'ostinazione dei governi che si sono sinora succeduti a non voler risolvere la problematica del precariato scolastico ci dà la conferma che questo sia tenuto in piedi ad arte per dividere i lavoratori della scuola dinnanzi ai costanti attacchi e tagli dei governi.


EMENDAMENTI O PROPAGANDA ELETTORALE?

Da parte dei più svariati partiti, di maggioranza e opposizione, sono stati presentati più di 400 emendamenti al Decreto Scuola. La finalità di propaganda di tali emendamenti, proponenti la trasformazione in un concorso per titoli e servizio (PD, LeU) o da graduatorie (Lega, PSI), è palese, ed il totale appoggio dato al concorso "ammazza precari" dai partiti di maggioranza, e la totale assenza di soluzioni fornite ai precari durante i quindici mesi di gestione leghista del MIUR deve mettere in guardia le decine di migliaia di insegnanti precari che da anni attendono la stabilizzazione.


LE NOSTRE PROPOSTE

Per risolvere il problema del precariato e contrastare l'oramai palese progetto di privatizzazione della scuola, portato avanti indistintamente dai governi di centrodestra e centrosinistra a favore di multinazionali e Chiesa (in una modalità estremamente simile a ciò che è stato fatto nel settore sanitario, con le conseguenze che l'epidemia di Covid-19 ci sta mostrando in tutta la sua drammaticità), il Partito Comunista dei Lavoratori si batte per queste rivendicazioni:

- la stabilizzazione di tutti gli insegnanti della scuola.
Siamo per un piano di assunzioni che parta dalla trasformazione dell'organico di fatto in organico di diritto, e l'ingresso di tutti gli insegnanti con tre anni di servizio in un processo di formazione e stabilizzazione che non sia diviso, a differenza di come hanno sinora fatto i governi, con il risultato che migliaia di insegnanti abilitati sono ancora senza ruolo (basti pensare ai 2000 vincitori del concorso 2016 ed ai 5000 vincitori del concorso 2018, abilitati con le SSIS ed i PAS).

- un grande piano di lavori pubblici per la scuola.
È urgente provvedere al risanamento degli oltre 2400 siti scolastici nei quali è stata accertata la presenza di amianto, e alla messa in sicurezza di tutte le scuole i cui plessi non sono a norma di criteri antisismici. Si trovano in questa condizione ben 44.486 scuole pubbliche, su un totale di 50.804 censite.

- no al blocco per i neoassunti, sia esso quinquennale che triennale.
Ogni lavoratore deve avere il diritto di poter lavorare vicino alla propria famiglia. Con ciò condanniamo fermamente il progetto avanzato dal ministro Azzolina di deportare letteralmente, in cambio del ruolo, migliaia di docenti dalle regioni meridionali costringendoli per cinque anni a vivere in altre regioni o province.

- internalizzare tutti gli educatori.
Il settore delle cooperative sociali è una vera giungla dove migliaia di educatori, soprattutto giovani e donne, sono sfruttati con salari minimi. In queste settimane moltissimi sono gli educatori che, non potendo lavorare essendo chiuse le scuole ed i centri diurni, hanno assistito ad una forte riduzione del salario. Chiediamo l'assunzione di tutti gli educatori con lo stesso profilo negli enti locali.

- no ad ogni proposta di autonomia differenziata.
L'esempio dei docenti del Trentino-Alto Adige è a portata di mano. Alle 18 ore settimanali si sono aggiunte due ore in più da prestare eventualmente per supplenze. Inoltre, tutti i docenti altoatesini devono prestare ben 220 ore annue come attività funzionali all'insegnamento, a differenza del resto del paese, in cui si svolgono 40+40 ore. In queste 220 ore ricadono consigli di classe, consigli di plesso, collegi docenti, programmazioni settimanali di dipartimento, le ore annuali dei corsi di aggiornamento obbligatorie, le udienze dei genitori. Il tutto in cambio di un aumento lordo di poche centinaia di euro.

Con queste rivendicazioni il Partito Comunista dei Lavoratori ha sostenuto lo sciopero dei lavoratori e delle lavoratrici della scuola e del 14 febbraio, e resta a fianco dei precari per bloccare ogni scellerato progetto di privatizzazione e divisione della scuola e degli insegnanti.

Mandiamo a casa la ministra Azzolina, esponente di punta di un governo nemico dei lavoratori e servo di Confindustria, come i casi di Alzano Lombardo e Nembro ci hanno dimostrato, e che come PCL anche giudiziariamente abbiamo denunciato.
Solo con la lotta questo governo nemico dei lavoratori e dei precari potrà essere cacciato, contro ogni compromesso con i partiti nemici delle lavoratrici e dei lavoratori, per la sconfitta delle burocrazie sindacali complici di governo e padronato che, burocrazia CGIL e Landini in primis, hanno firmato protocolli su protocolli bloccando sul nascere le decine di scioperi che ci sono stati in queste settimane nelle fabbriche e sui luoghi di lavoro. Ma anche e soprattutto contro ogni logica corporativistica. Perché solo l'unità delle lotte può realmente portare ad un governo dei lavoratori, l'unico che possa realmente difendere gli interessi dei lavoratori e delle lavoratrici.

Partito Comunista dei Lavoratori

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