Dalle sezioni del PCL

Musumeci e Lega, un matrimonio di interessi

18 Maggio 2020
salvini_musumeci


La decisione di Musumeci di chiedere alla Lega di Salvini di entrare a fare parte del governo regionale di centrodestra giunge nel momento più critico che la Sicilia sta attraversando, segnata com'è dall'attuale clima di emergenza sanitaria e da una pesante depressione economica.

L'assoluta contraddittorietà della gestione della stessa crisi e il varo di una finanziaria demagogica da parte dell'attuale governo regionale hanno infatti evidenziato in modo plateale la debolezza politica della coalizione, che ha portato Musumeci a chiedere alla Lega di Salvini di venirgli in soccorso. Cosicché il governatore ha offerto ai leghisti su un piatto d'argento la poltrona dei Beni culturali e dell'identità siciliana. Una mossa studiata da tempo, giacché per un anno intero Musumeci aveva tenuto per sé la delega ai Beni culturali, assessorato che era rimasto vacante dopo il decesso dell'esperto Sebastiano Tusa.

Questa scelta politica si può considerare un capolavoro di asservimento, simbiosi e complicità ad un partito demagogico, ideologicamente razzista, tendenzialmente fascista e antimeridionalista, che negli ultimi anni non ha perso occasione di denigrare e insultare con spudoratezza il meridione e la Sicilia. Oggi la Lega di Salvini si presenta nella nostra isola come un movimento politico che raccoglie esponenti trasformisti provenienti dai vecchi partiti moderati soprattutto di centro, professionisti del cambio di cavallo, adusi a saltare sul carro del vincitore, per continuare ad ingannare gli elettori siciliani con la più bassa delle politiche clientelari.
Il movimento dei lavoratori e delle lavoratrici, insieme alla maggioranza della popolazione siciliana precaria ed emarginata, considera grottesca la decisione di assegnare la gestione e la promozione del vasto patrimonio storico e dei beni culturali dell'isola ad un esponente leghista, che offende profondamente la Sicilia e i siciliani. Affidare un tale assessorato, vitale per l'isola, e designarvi alla direzione un esponente di una forza politica razzista, classista e demagogica è scelta politica cinica, opportunista ed estranea agli interessi della maggioranza della popolazione siciliana. L’ex missino, fascista storico, diplomatico e pragmatico Musumeci incontra un movimento e un’organizzazione reazionaria e tendenzialmente fascista come la Lega: un matrimonio di interessi!

Come Partito Comunista dei Lavoratori denunciamo questa scelta vergognosa e classista, che è l’ennesimo atto di un governo regionale che, in perfetta continuità con quelli precedenti, ha sempre rappresentato gli interessi della borghesia siciliana dominante (e non solo), come nella vicenda degli inceneritori, delle trivelle, del Muos ecc.: sempre dalla parte degli speculatori, dei guerrafondai, dei devastatori della salute e dell’ambiente.
Altro che "opposizione di volta in volta" che avrebbero fatto, come ha dichiarato un gruppo “alternativo” indipendentista, candidamente deluso nelle sue aspettative.
L’opposizione del PCL è netta, ed è un'opposizione al groviglio putrescente degli interessi classisti che la giunta Musumeci ha sempre rappresentato, senza o con la Lega. Come PCL esprimiamo la più seria preoccupazione per il futuro dei beni culturali della Sicilia, che necessitano di competenze, di uno sforzo finanziario e organizzativo per attuare un deciso rilancio del settore, non soltanto nell'interesse degli addetti, dei tecnici e degli operatori, ma nell'interesse della cultura e dell'economia della maggioranza della popolazione siciliana. E non si tratta soltanto della gestione amministrativa del settore dei beni culturali, perché occorre tenere presente che vi deve essere una stretta interazione anche con l'ambito didattico-formativo destinata ad attività sinergiche con il settore dell'istruzione e della formazione con l'avvio di un'azione di partenariato.

Si prospetta quindi una gestione ultraclientelare, che ricorderebbe la già squallida gestione degli enti di formazione dell’era Genovese.
Per combattere questa politica classista di corruzione e di devastazione dell’isola il PCL avanzerà durante le prossime settimane una proposta di mobilitazione e una piattaforma di obiettivi immediati e generali a tutti i movimenti e comitati che combattono per i diritti sociali dei settori più sfruttati ed emarginati, contro la distruzione dei beni comuni, a tutti i comunisti e le comuniste ovunque si collochino, a tutte le sinistre politiche e sindacali realmente d’opposizione. Una proposta e una mobilitazione crescente che dovrebbe culminare in tempi ragionevoli in una manifestazione a Palermo contro la politica del governo regionale e nazionale, entrambi avversari di classe della maggioranza della popolazione lavoratrice, precaria e disoccupata della Sicilia.

Partito Comunista dei Lavoratori - coordinamento regionale della Sicilia

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