Dalle sezioni del PCL

Grave incidente al petrolchimico di Marghera. Padroni criminali!

16 Maggio 2020
marghera


Nella mattinata di venerdì 15 maggio, presso lo stabilimento chimico della 3V Sigma di Porto Marghera si è verificata una grande esplosione che ha coinvolto i grandi serbatoi di solventi, causando il gravissimo ferimento di due lavoratori.

Le fiamme sprigionatesi hanno distrutto quasi interamente la fabbrica, mentre un'enorme colonna di fumo si levava sopra l'area, visibile da tutto il comune di Venezia e dai comuni circostanti e per tutta la giornata, sia a Venezia che nelle aree limitrofe, l'aria era impregnata di un odore acre.

Il Comune di Venezia ha diramato alla popolazione l'indicazione di restare in casa chiudendo le finestre ed i lavoratori di buona parte delle aziende di Marghera sono stati evacuati. Solo l ‘intervento di decine di vigili del fuoco, aiutato dalla pioggia, ha evitato che l ‘incendio si propagasse ad altri serbatoi generando effetti ancora più devastanti.

Ben presto tutti sono venuti a sapere che da quasi un anno le organizzazioni sindacali denunciavano gravi carenze nella sicurezza all'interno dell'impianto, cominciando dalla situazione di sotto-organico, che vedeva i lavoratori costretti a turni massacranti, anche di 12-14 ore, per arrivare all'ultima segnalazione (che precedeva di appena un paio di giorni l'incidente) riguardante alcune dotazioni antincendio non funzionanti, alla quale l'azienda (appartenente ad una famiglia bergamasca e comprendente altri due stabilimenti in Italia ed uno negli USA) non si era nemmeno degnata di rispondere.
D'altronde, chiaramente, a nulla erano servite le ispezioni dello SPISAL e le procedure da esso avviate, come anche le pressioni del prefetto, a dimostrare, ancora una volta, come l'intero sistema di tutela della sicurezza sul posto di lavoro sia scientificamente costruito per evitare che i capitalisti possano incorrere in conseguenze abbastanza serie da farli desistere dai loro propositi di ipersfruttamento.

Allo stesso modo, pur in attesa dei risultati definitivi dei test sulla qualità dell'aria eseguiti dall'ARPAV, già arrivano rassicurazioni che, come sempre, non c'è alcun pericolo per la salute (d'altronde, nell'unico caso in cui, nel 2007, l'ARPAV, a seguito dell'incendio della fabbrica De Longhi di Treviso, aveva dichiarato che dei pericoli sussistevano, si era presto vista di fatto costretta da ampie pressioni politiche a ritrattare ed i tecnici ARPAV “colpevoli di eccessiva solerzia” erano stati prontamente licenziati).

Subito le varie forze borghesi dei diversi schieramenti si sono sprecate a denunciare la mancanza di sicurezza ed a chiedere inchieste, magari approfittandone anche per sostenere la necessità di quei piani di regalie di risorse pubbliche e di speculazione spacciati per riconversione che da anni portano avanti.

Proprio all'interno di uno di questi progetti, peraltro, la 3V Sigma si apprestava (ma forse si appresta tuttora), assieme ad altre aziende, ad appropriarsi di cospicui finanziamenti a fondo perduto.

Gli eventi del 15 maggio e la cornice in cui si inseriscono dimostrano una volta di più la necessità dell'esproprio sotto il controllo dei lavoratori e senza indennizzo per i padroni delle aziende che calpestano i diritti dei lavoratori, licenziano o devastano l'ambiente; unica soluzione, peraltro, in grado di spezzare ogni odioso ricatto basato sulla scelta tra lavoro e salute.

Partito Comunista dei Lavoratori - sezione di Venezia "Pietro Tresso"

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