Emergenza coronavirus
Il virus fascista e il Covid-19
Unica matrice nei crimini del capitalismo e dei padroni
24 Aprile 2020
Niente silenzio. Manifestiamo anche nel Molise per la memoria e l'attualità di classe del 25 Aprile. Ci è vietato lo spostamento fisico, ma anche quest'anno con la nostra mente siamo ai piedi di Monte Marrone e delle splendide Mainarde, davanti al cippo di Giaime Pintor, il partigiano che lì morì per la libertà
Non restiamo in silenzio, festeggiamo anche nel Molise il 25 aprile, facciamo sentire le nostre voci, le musiche di lotta, a partire da quella della Resistenza, sentiamoci come se stessimo anche oggi, nel ricordare quella gloriosa storia in tutta la sua attualità, ai piedi di Monte Marrone e delle splendide Mainarde, davanti al cippo di Giaime Pintor, il partigiano morto per la libertà.
Cerchiamo di riprendere in ogni forma possibile uno spazio pubblico, perché è troppo importante questa giornata.
Per una società più libera e più giusta, contro ogni rigurgito fascista in qualsiasi forma oggi si ripresenta pericolosamente.
E dunque per la memoria di tutte le vittime del fascismo, di una oppressione sanguinaria al servizio di grandi padroni e banchieri che colpì duramente il movimento dei lavoratori in ascesa, in memoria delle vittime di una guerra voluta da un regime corrotto e criminale, delle stragi di innocenti, di tutti coloro che vennero deportati come bestie nei vagoni piombati per finire nei campi di sterminio, degli eroici partigiani che presero le armi per combattere per la libertà.
Come non perderemo mai la memoria dei martiri delle Resistenza e della barbarie fascista, così sarà per le vite umane perse a causa del virus e del capitalismo che ne ha favorito coscientemente la pandemia, dovuta infatti alla sua criminale legge del profitto.
Nessuno pensi, anche nel Molise, di "approfittare" della situazione per offuscare la ricorrenza del 25 aprile, che deve essere rispettata sempre e per sempre, in quella data, e ogni anno: deve essere sempre onorata ad alta voce da tutti gli antifascisti, dai vecchi e dai nuovi partigiani.
E torneremo senza indugio a lottare nel nome della Resistenza, con la prospettiva della "rossa primavera", come cantava la parte operaia e popolare delle brigate partigiane.