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Senza Stalin saremmo stati sotto la svastica di Hitler?

26 Aprile 2020
hitler e stalin brindano


La festa della Liberazione, quest’anno seguita perlopiù sui social, è anche l’annuale occasione per l’eterna diatriba tra stalinisti e resto della sinistra su meriti e colpe di Stalin. Poiché l’Armata rossa ha sconfitto Hitler, Stalin viene subito insignito della corona dai suoi nostalgici. Povera Armata rossa, scippata per l’eternità dei tuoi meriti storici.

In effetti, se si pensa, alla maniera liberale, che la storia sia tutta decisa dai cosiddetti “grandi uomini”, cioè dai capi che sono perlopiù grandi solo perché sono saliti alla ribalta, non si può giungere altro che a questa conclusione: Stalin ci ha liberato dal nazifascismo e dobbiamo solo ringraziarlo per aver sconfitto Hitler, altrimenti saremmo ancora sotto la svastica.
Se si pensa però che la storia sia storia di lotte di classe, cioè che sono le grandi masse più che i loro capi a farla, il discorso cambia e si fa più complesso.

Vista dall’alto dei suoi protagonisti più potenti, la storia sfuma in un discorso generico, privato dei suoi dettagli più significativi. Osservata dal basso, prendendo in considerazione anche i milioni di protagonisti che la storia così riverente verso i capi tralascia, questi dettagli assumono un contorno più netto e decisivo.
Stalin ci ha regalato in sequenza: l’ascesa di Hitler senza battere ciglio – anzi scagliandosi contro la socialdemocrazia riformista – in Germania nel 1933; l’ascesa di Franco nel 1936 in Spagna, quando tra il generale e i lavoratori ha preferito massacrare i secondi; il patto con Hitler nel 1939, con cui per due anni gli ha regalato armi e petrolio spianandogli letteralmente la strada per l’invasione della Russia; infine una lunga marcia da Stalingrado a Berlino tenendo tutti i comunisti d’Europa con le mani legate per gli accordi fatti con le potenze alleate (dei padroni). Il tutto condito, senza soluzione di continuità, con lo sterminio in massa della vecchia guardia bolscevica, dei comunisti rivoluzionari sparsi per il mondo, nonché dei migliori generali dell’Armata rossa.
Questa politica suicida è costata alla Russia oltre 20 milioni di morti nella Seconda guerra mondiale. Chi incorona Stalin per la vittoria su Hitler non fa mai i conti con questo bilancio impietoso. Chi invece li fa, giunge a una verità storicamente più obbiettiva e precisa: a Est come dappertutto, Hitler è stato sconfitto nonostante Stalin.

Non ci stupisce più di tanto che chi è figlio della sottocultura stalinista, ancora tremendamente pesante in Italia, non riesca ad accettare questa elementare verità storica. Piuttosto, però, vorremmo far notare che la Storia nei momenti cruciali non offre sempre e soltanto un aut-aut.

In Russia nel 1917, l’alternativa era tra la Rivoluzione d’ottobre e la controrivoluzione preventiva dittatoriale di Kornilov. Non c’era alcuno spazio per un prolungamento della Rivoluzione di febbraio, come piacerebbe ai detrattori borghesi di Lenin. Infatti due anni dopo, nell’Italia del “biennio rosso” del 1919-'20, la stessa alternativa tra la rivoluzione proletaria e le camicie nere finì col castigo della controrivoluzione fascista per non averla fatta. Idem in Spagna nel 1936, dove l’alternativa era tra Franco e la rivoluzione proletaria, e non c’era alcuno spazio per i due tempi di Stalin, dalla repubblica alla rivoluzione socialista.
Chi, nei tre casi sopra riportati, quando non sia in malafede parla di altre possibili alternative, lo fa perché attribuisce ai singoli “grandi” uomini, il potere di fare quello che vogliono come fossero i demiurghi della storia. Noi non neghiamo affatto un “libero” spazio di manovra ai singoli uomini, ma questo è delimitato dall’alternativa posta dalle masse sul terreno della lotta di classe, la vera protagonista della storia. E in quelle tre occasioni, la lotta di classe mise di fronte solo quelle due alternative secche.

Ora però vorremmo domandare: nel 1945 l’alternativa era solo un bivio tra Stalin e Hitler? No, nel 1945 le alternative erano almeno tre: vittoria di Hitler, cioè vittoria borghese in salsa dittatoriale; sconfitta di Hitler in salsa alleata, cioè sempre vittoria borghese ma verniciata da democrazia repubblicana; infine doppia sconfitta di Hitler e degli alleati, e cioè rivoluzione proletaria su scala almeno europea.
Stalin sciolse la Terza Internazionale per prevenirla e stopparla sul nascere.

Ai compagni ancora così fedeli a Stalin domandiamo semplicemente: perché mai vi muovete sempre e solo tra alternative borghesi? Se siete così interessati alla sorte degli sfruttati come dite di essere, perché non prendete mai in considerazione le possibili alternative degli oppressi? Forse se lo faceste scoprireste che il bilancio di Stalin è ancora più impietoso. Non ha nessun merito per la sconfitta di Hitler, ha la colpa storica di aver impedito la rivoluzione proletaria mondiale, e se si guarda bene in controluce la storia, possiamo accendere un cero alla Madonna – che per noi che siamo atei ha il volto dell’armata rossa – se per un pelo non ci ha regalato almeno un trentennio sotto il tallone di ferro delle camicie brune.

Lorenzo Mortara

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