Emergenza coronavirus

La necessità di un ordine nuovo

La bancarotta delle classi dirigenti di fronte all'emergenza sanitaria

6 Aprile 2020
ordinenuovo


Ci siamo sentiti magnificare per trent’anni le virtù del capitalismo. Oggi osserviamo il suo clamoroso fallimento di fronte all'epidemia che sta investendo il mondo. Un fallimento talmente conclamato da entrare nella vita quotidiana di ciascuno, a ogni angolo della Terra. Lo stesso immaginario di miliardi di esseri umani è scosso, come non avveniva dai tempi di guerra, ma su scala geografica per molti aspetti ancora più estesa. Senza separazione tra le retrovie e il fronte, senza continenti immuni. È emblematico il tema della “sicurezza”. È stata sbandierata per anni e anni in tutto il mondo e da tutte le canaglie come corpo contundente contro gli immigrati, per avvelenare le coscienze, dividere gli sfruttati, invocare ordine pubblico e disciplina. Ma dove sono ora ordine e disciplina, dov'è la sicurezza, chi la minaccia davvero?


“ORDINE E SICUREZZA”, DOVE?

Nessuno risponderebbe oggi a queste domande con lo stesso vocabolario di ieri. Perché l'esperienza quotidiana di ognuno detta oggi bel altre risposte. Ospedali senza ventilatori, territori senza ospedali, mancanza di personale sanitario, medici e infermieri mandati in trincea senza strumenti protettivi, costretti a lavorare 12 ore al giorno e perfino a selezionare i malati da salvare, malati accatastati in pronto soccorso ingolfati, assenza di mascherine idonee per la maggioranza della popolazione, test tampone col contagocce, penuria dei test sierologici, migliaia di anziani abbandonati in case di cura che diventano case di morte, migliaia di malati che crepano in casa in una spaventosa solitudine senza essere neppure censiti come malati di Covid, o se censiti senza essere curati, milioni di salariati al lavoro in assenza di garanzie sanitarie, padroni che impongono la continuità produttiva in situazioni di massimo contagio moltiplicando morti e lutti..

Non è un film di fantascienza. È lo scenario quotidiano che oggi investe l'America e l'Europa. Non è il prodotto inevitabile della pandemia. È il fascio di luce che la pandemia ha proiettato sul volto della società borghese togliendole il trucco e i merletti. Ora tutti possono guardarla bene in faccia. Una società costruita sullo sfruttamento del lavoro, sul saccheggio dell'ambiente, sull'anarchia del mercato, è incapace di affrontare una pandemia naturale che oltretutto ha contribuito a innescare. Questa è la verità che nessuno può più negare o nascondere con qualche scrollata di spalle. Perché è sotto gli occhi di tutti. E tutti sono costretti a guardarla.


LA BABILONIA DELLA SOCIETÀ BORGHESE

Impressiona il contrasto tra le potenzialità dell’economia, della tecnologia, della scienza e la miseria delle risposte che il capitalismo sa offrire. Da un lato l'intelligenza artificiale, la robotica, le nuove frontiere della comunicazione. Dall'altro l'incapacità di produrre semplici mascherine e ventilatori in misura proporzionale al bisogno, e di distribuirli secondo un piano razionale.

Le filiere produttive sono mondiali. Ma ovunque si alzano barriere nazionali o continentali a tutela dei “propri” dispositivi sanitari, nel momento stesso in cui ciascun paese si rivela incapace di produrli secondo le proprie necessità. Per di più all'interno di ogni paese si scatena una guerra silenziosa per accaparrarsi i pochi strumenti disponibili e i relativi spazi di mercato. Tra governi nazionali e regionali, ma anche tra aziende e aziende. Aziende che fanno ordinazioni in proprio di materiali sanitari sul mercato nero per ottenere licenza di produrre a scapito della concorrenza. Aziende disponibili a produrre ventilatori, per interesse di mercato, che si scontrano col monopolio del brevetto che solo una di esse detiene. Aziende automobilistiche con le gomme a terra che si improvvisano produttrici di ventilatori e mascherine, naturalmente prive dei requisiti necessari, pur di ottenere licenza produttiva. Aziende farmaceutiche e biotech che ingrassano in Borsa come mai in passato, nonostante il fallimento del sistema sanitario che hanno contribuito a spolpare negli anni (magari a vantaggio delle cliniche private che loro stesse controllano). Aziende dell'industria bellica e aerospaziale che continuano come nulla fosse quali “attività economiche essenziali”, con la benedizione dei governi e degli alti comandi militari. Bande di faccendieri, cosche di speculatori, organizzazioni criminali, che fanno di questa miseria generale il proprio mercato...

È la legge della giungla. Il segno che la specie umana, sotto il capitale, vive ancora nella sua preistoria – come scriveva Marx – dominata dai codici del regno animale.


RIMETTERE IL MONDO IN PIEDI

Ovunque manca infatti la cosa più elementare: il censimento dei bisogni, l'organizzazione razionale della produzione e distribuzione dei prodotti sanitari o parasanitari per soddisfare i bisogni censiti, l'investimento concentrato di risorse in un piano economico a questo mirato. I mezzi tecnologici lo consentirebbero come in nessun'altra epoca e su scala internazionale. Un'economia pianificata sotto il controllo dei lavoratori avrebbe oggi davvero capacità immense. Ma il capitalismo è incapace di questo, perché non si regge sulla soddisfazione del bisogno, ma sull'accumulazione del profitto. Dunque, sull'anarchia della guerra di tutti contro tutti tra le stesse fila dei capitalisti, e sulla guerra comune dei capitalisti contro il lavoro salariato. In un certo senso l'economia di guerra, come è stata chiamata, non nasce oggi, è un elemento costitutivo del capitalismo e del suo spirito animale. Semplicemente la pandemia lo rivela e lo esaspera oltre misura. Come farà parallelamente la nuova grande recessione mondiale che si profila.

Marx scriveva che nella società borghese il mondo si appoggia sulla testa, e che è necessario rimetterlo in piedi. Questo è il compito di una rivoluzione. Il nuovo scenario internazionale che oggi si è aperto ripropone le ragioni della rivoluzione socialista in tutta la loro attualità. La specie umana sta oggi vivendo un'esperienza straordinaria e drammatica nella lotta contro la pandemia del Covid. Ma la storia dimostra che le esperienze drammatiche possono risvegliare intelligenze, passioni, volontà di riscatto, magari assopite in periodi ordinari. Così è accaduto nel ‘900, così può accadere di nuovo. Nuove generazioni si affacciano sulla scena del mondo, con una coscienza politica arretrata ma senza la zavorra delle sconfitte e delle delusioni. Dare una coscienza anticapitalista a chi cerca la via di un ordine nuovo è il ruolo di un'organizzazione rivoluzionaria. Un'organizzazione che fa la differenza.

Partito Comunista dei Lavoratori

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