Interventi

Chi dovrebbe tutelare gli interessi dei lavoratori?

20 Aprile 2020
coronav.lavoratori


Molti parlano a vanvera del lavoro operaio, di cosa sia sicuro e cosa no, e della definizione di regole e metodi delle loro mansioni. Sono quelli che l’operaio non l’hanno mai fatto, ma soprattutto che non l’hanno mai compreso.
A suggellare l’incompetenza, la disconnessione dalla realtà e il totale rifiuto di tutte le più elementari evidenze, sono i decreti annunciati a reti unificate, protocolli d’intesa, accordi e ordinanze.
Tanti sono i proletari morti in solitudine e senza nemmeno un’ultima carezza dai loro cari, “Le fabbriche non possono fermarsi! Ci pensiamo noi alla vostra sicurezza! Prenderemo tutte le misure necessarie!”. Un numero spropositato e incontrollabile di lavoratori, armati delle famigerate misure pensate per loro, si è riversato a produrre merci improvvisamente divenute “essenziali”.
Il padrone è il padrone; non orienterà le sue scelte sulla base della sua bontà o della sua cattiveria, al contrario: le orienterà sulla base del suo ruolo materiale, perseguendo l’accumulazione del suo capitale e la sua sopravvivenza sul mercato, e attorno a quelle scelte costruirà la retorica destinata alla società, svilupperà la narrazione utile a dare una veste romantica alla spietatezza del profitto.
La borghesia, come scriveva Marx, distingue gli interessi particolari di alcuni settori da quelli strategici e generali della classe dominante; mentre i primi possono essere divergenti anche tra padrone e padrone, i secondi accomunano tutti i padroni.
Chi, allora, dovrebbe tutelare gli interessi dei lavoratori? I padroni che li sfruttano fino all’osso per fare profitti? Le grandi burocrazie sindacali, coloro che dovrebbero rappresentare i lavoratori? Quelli che cantano “Bella ciao” sul palco e poi con la stessa mano che ha stretto le mani di industriali, banchieri e ministri, salutano col pugno chiuso gli operai? Quelli che in trent’anni, con costanza, accordo dopo accordo, hanno impoverito i lavoratori, mortificato il diritto di sciopero? Sarebbero questi burocrati a tutelare i nostri interessi di classe?
Oggi è più che mai necessario rompere questa catena, pretendere strumenti reali di democrazia dei lavoratori: dobbiamo decidere cosa fare e farlo, non chi deve fare al posto nostro.

Vincenzo Sardiello

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