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Scuola e coronavirus. Quale futuro per migliaia di lavoratori precari?

15 Aprile 2020
scuola.coronav.


Le ultime settimane hanno visto l’Italia in stato di emergenza sanitaria a causa della pandemia Covid-19, con una notevole restrizione della libertà di movimento. Di conseguenza anche la lotta del precariato della scuola ha subito un rallentamento, poiché alla quarantena si è aggiunta la sregolata didattica a distanza. La Ministra dell’istruzione Lucia Azzolina ha proseguito imperterrita nel suo attacco alle decine di migliaia di insegnanti precari, mostrando apertamente il suo disprezzo verso lavoratori e lavoratrici.


LA SCUOLA SOTTO ATTACCO

La mobilitazione degli insegnanti precari è cominciata negli scorsi mesi grazie alla nascita di coordinamenti territoriali di docenti precari in quasi tutta Italia. Questa mobilitazione ha portato poi ad uno sciopero il 14 febbraio, con un’alta partecipazione: circa 20000 lavoratori e lavoratrici della scuola. Ciò è stato possibile grazie alla determinazione e alla voglia di lottare, nonostante il boicottaggio delle burocrazie dei sindacati confederali e di alcune realtà del sindacalismo di base (USB e Cobas). Dall'altro lato della barricata, la Ministra dell'istruzione Lucia Azzolina ha continuato nel portare avanti il suo progetto di concorso iniquo, parziale e divisivo per soli 24000 posti, sfruttando la divisione creata ad arte tra organico di fatto e di diritto, nonostante le reali cattedre vuote previste per il prossimo anno scolastico superino l'iperbolica cifra delle duecentomila.


PARLAMENTARI, SENATORI E SOTTOSEGRETARI A CACCIA DI VOTI

Troppe volte sui social network, sulle pagine dedicate al mondo della scuola come nei gruppi di insegnanti precari, circolano interventi in Parlamento di senatori e deputati dei partiti di opposizione, come Bucalo e Frassinetti per Fratelli d'Italia, e Pittoni e Sasso per la Lega. Tutti però ricorderanno anche che la Lega, durante i quindici mesi all'allora MIUR, abbia fatto poco o niente per la causa del precariato scolastico, dedicandosi più a quella dell'autonomia differenziata, rischiosissima per il sistema scolastico e soprattutto per i docenti precari. Come anche il sostegno delle allora Lega Nord e Alleanza Nazionale alla riforma Gelmini e alla riforma Brunetta, con quest'ultima che ha portato alla riduzione nella scuola di circa cinquantamila posti ATA.
Ugualmente grottesche sono le ultime dichiarazioni di Fratoianni e De Cristofaro di Liberi e Uguali, che nonostante abbiano votato e sostenuto la proposta del concorso "ammazza precari", ora, per corteggiare le burocrazie confederali, in primis della FLC-CGIL, provano a demarcarsi dall'ipotesi di concorso proponendo al traino delle burocrazie confederali l'assunzione attraverso una graduatoria per titoli e servizio.


LE MILLE PIROETTE DELLE BUROCRAZIE CONFEDERALI

Negli scorsi mesi le dirigenze dei principali sindacati sono state le principali fautrici del concorso "straordinario". Sin dagli ultimi giorni di dicembre hanno propagandato a tamburo battente corsi di preparazione a questo concorso, rivendicando per bocca dei loro dirigenti la necessità di una selezione all'ingresso nel mondo della scuola. Non sono stati esenti da ciò gli apparati della FLC-CGIL, che nonostante la serrata opposizione dell'area Riconquistiamo Tutto, hanno perorato fino a poche settimane fa la causa del concorso, senza ascoltare il parere dei lavoratori e delle RSE, e senza nemmeno convocare il forum dei lavoratori precari in tutti questi mesi. Poi, d'un tratto, dichiarazioni contrarie al concorso e favorevoli all'assunzione dei docenti precari con almeno 36 mesi di servizio attraverso una graduatoria per titoli e servizi. La stessa proposta che ha portato migliaia di lavoratori e lavoratrici precarie della scuola in piazza in questi mesi attraverso mobilitazioni dal basso, non a caso boicottate e ignorate dalle burocrazie confederali. I fatti però hanno la testa dura, e non possiamo non pensare che questa "svolta", finora nell'ambito delle mere dichiarazioni, sia dettata dalla progressiva perdita di potere contrattuale e dalla paura di perdere quel briciolo di credibilità rimasta loro tra i precari della scuola, già seriamente compromessa dai due stati di agitazione proclamati, e interrotti da mere promesse e prese di tempo dei ministri Bussetti e Fioramonti.


LE NOSTRE PROPOSTE

Come Partito Comunista dei Lavoratori, per risolvere il problema del precariato e contrastare l'oramai palese progetto di privatizzazione della scuola, portato avanti indistintamente dai governi di centrodestra e centrosinistra a favore di multinazionali e Chiesa (in una modalità estremamente simile a ciò che è stato fatto nel settore sanitario, con le conseguenze che l'epidemia di Covid-19 ci sta mostrando in tutta la sua drammaticità), ci battiamo per:

- la stabilizzazione di tutti gli insegnanti della scuola.
Siamo per un piano di assunzioni che parta dalla trasformazione dell'organico di fatto in organico di diritto, e l'ingresso di tutti gli insegnanti con tre anni di servizio in un processo di formazione e stabilizzazione che non sia diviso, a differenza di come hanno sinora fatto i governi, con il risultato che migliaia di insegnanti abilitati sono ancora senza ruolo (basti pensare ai 2000 vincitori del concorso 2016 ed ai 5000 vincitori del concorso 2018, abilitati con le SSIS ed i PAS).

- un grande piano di lavori pubblici per la scuola.
È urgente provvedere al risanamento degli oltre 2400 siti scolastici nei quali è stata accertata la presenza di amianto, e alla messa in sicurezza di tutte le scuole i cui plessi non sono a norma di criteri antisismici. Si trovano in questa condizione ben 44.486 scuole pubbliche, su un totale di 50.804 censite.

- no al blocco per i neoassunti, sia esso quinquennale che triennale.
Ogni lavoratore deve avere il diritto di poter lavorare vicino alla propria famiglia. Con ciò condanniamo fermamente il progetto avanzato dal ministro Azzolina di deportare letteralmente, in cambio del ruolo, migliaia di docenti dalle regioni meridionali costringendoli per cinque anni a vivere in altre regioni o province.

- internalizzare tutti gli educatori.
Il settore delle cooperative sociali è una vera giungla dove migliaia di educatori, soprattutto giovani e donne, sono sfruttati con salari minimi. In queste settimane moltissimi sono gli educatori che, non potendo lavorare essendo chiuse le scuole ed i centri diurni, hanno assistito ad una forte riduzione del salario. Chiediamo l'assunzione di tutti gli educatori con lo stesso profilo negli enti locali.

- no ad ogni proposta di autonomia differenziata.
L'esempio dei docenti del Trentino Alto Adige è a portata di mano. Alle 18 ore settimanali si sono aggiunte due ore in più da prestare eventualmente per supplenze. Inoltre, tutti i docenti altoatesini devono prestare ben 220 ore annue come attività funzionali all'insegnamento, a differenza del resto del paese, in cui si svolgono 40+40 ore. In queste 220 ore ricadono consigli di classe, consigli di plesso, collegi docenti, programmazioni settimanali di dipartimento, le ore annuali dei corsi di aggiornamento obbligatorie, le udienze dei genitori. Il tutto in cambio di un aumento lordo di poche centinaia di euro.

Con queste rivendicazioni il Partito Comunista dei Lavoratori ha sostenuto lo sciopero dei lavoratori e delle lavoratrici della scuola e del 14 febbraio, e resta a fianco dei precari per bloccare ogni scellerato progetto di privatizzazione e divisione della scuola e degli insegnanti. Per mandare a casa la ministra Azzolina, esponente di punta di un governo nemico dei lavoratori e servo di Confindustria, come i casi di Alzano Lombardo e Nembro ci hanno dimostrato, e che come PCL anche giudiziariamente abbiamo denunciato.
Solo con la lotta questo governo nemico dei lavoratori e dei precari potrà essere cacciato, per essere sostituito da un governo dei lavoratori, l'unico che possa realmente difendere gli interessi dei lavoratori e delle lavoratrici.

Partito Comunista dei Lavoratori

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