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In ricordo di Pippo Carrubba

Militante operaio, scrittore, rivoluzionario

1 Aprile 2020

Con profonda tristezza abbiamo appreso della morte a causa dell’epidemia di coronavirus del nostro compagno Pippo Carrubba, vecchio militante operaio, rivoluzionario e scrittore proletario

Pippo


Era nato in Sicilia, a Bagheria, 82 anni fa. Come molti giovani proletari della sua generazione, si era trasferito all’età di vent'anni al Nord, a Genova. Primo lavoro alla Chicago Bridge, un’azienda metalmeccanica americana che, nella Genova dell’estate ‘68, significò una dura lotta contro la chiusura e un primo tentativo di saldare il movimento operaio con quello degli studenti. Carrubba fu protagonista di quella lotta, diventando un punto di riferimento per tutte le successive battaglie, politiche e di classe. Un ruolo che mantenne e rafforzò alla Fincantieri, una delle fabbriche più importanti di Genova.

Da sempre su posizioni rivoluzionarie, antistalinista di natura prima ancora che di formazione, e per questo opposto a quella che capiva essere la politica riformista di collaborazione classe del Partito Comunista Italiano di Togliatti, Longo e Berlinguer. Si iscrisse e militò nello PSIUP (che era un partito socialista di sinistra), ma con lo sviluppo della situazione prerivoluzionaria dopo il 1968/'69, di fronte alla crisi di questo partito (sempre più subordinato al PCI) scelse di entrare in Lotta Continua, in cui militò fino al suo scioglimento alla fine del 1976. In questi anni fu in molte lotte sindacali, ma soprattutto politiche, accanto anche ai militanti del piccolo Gruppo Bolscevico Leninista, antesignano del nostro partito.

Dopo lo scioglimento di Lotta Continua non tornò “a casa”, non si adeguò alla fase di riflusso: fu in Democrazia Proletaria e con essa entrò nel PRC, dove sostenne le posizioni della nostra tendenza di sinistra comunista. Come noi uscì dal PRC quando questo partito svelò la sua natura riformista con la partecipazione al governo Prodi, e successivamente si iscrisse al PCL. Da molti anni, ormai in pensione, aveva lasciato Genova e si era trasferito a Silvano d’Orba, in provincia di Alessandria, e lì non poteva certo mantenere lo stesso impegno politico militante di quand’era in fabbrica e in una grande città come Genova. Tuttavia fu attivo fino all’ultimo, in particolare come dirigente dell’ANPI locale e sul terreno dell’ambientalismo.

Ma soprattutto lì Pippo iniziò una nuova vita: quella di scrittore. Scrittore e operaio, quadro intellettuale completo nel senso gramsciano del termine, capace di dar voce e significato alla sua esperienza politica e sindacale. Scrisse diversi libri dai titoli inequivocabili: “Il volo della farfalla. Operai! Studenti! Uniti nella lotta”; “Fincantieri? No! Il cassintegrato e il signor ministro”; “Tempi di cicoria amara nel XX secolo”. Ma forse il suo volume più significativo resta “Il gruppettaro”, che porta un sottotitolo inequivocabile: “Contro le BR e contro questo Stato”.

La sua è stata la vita di un lavoratore, e per i lavoratori. La vita di un vero “militante della classe operaia nel triangolo industriale” (le parole di don Andrea Gallo nella prefazione di uno dei suoi libri). E in fondo anche la sua morte è stata “di classe”: certo vittima di un morbo che non risparmia nessuno, ma vittima anche di disastrosi tagli alla sanità pubblica. Ha cominciato a star male verso il 10 marzo; una prima diagnosi frettolosa ha escluso fosse stato contagiato dal virus, e quando finalmente è stato portato all’ospedale di Novi Ligure non ce l’ha fatta: dopo pochi giorni, sabato sera scorso, è morto.

Una brutta morte, ma per un comunista davvero una bella vita.


Marco Ferrando e Franco Grisolia vogliono aggiungere a questo ricordo collettivo il loro personale rimpianto di un compagno ed amico, che hanno conosciuto nelle lontane lotte di Genova; per Franco, fin dal tempo della lotta della Chicago Bridge; per Marco, per il lungo corso dei roventi anni ‘70.

Partito Comunista dei Lavoratori

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