Interventi

Andrà tutto bene... per i padroni

27 Marzo 2020
andrà


Per i lavoratori e per tutti gli oppressi non andrà niente bene.

Non è vero che torneremo più benestanti di prima. Non è vero che ce la faremo. Non è vero che vinceremo questa partita. Perché le politiche dei governi borghesi faranno andare bene soltanto gli affari dei capitalisti.
La squallida retorica patriottica, con tanto di bandiere tricolori appese sui balconi, dello "stringiamoci a coorte, siam pronti alla morte", del made in Italy, finirà presto per trascinare il popolo sfruttato nella più grande crisi sociale ed economica del secondo dopoguerra. Chiaramente, purtroppo, i tanti contratti a tempo determinato in scadenza non saranno rinnovati dai padroni a causa della chiusura di gran parte delle attività produttive.

La conseguenza diretta di questo dramma sarà la solita manovra finanziaria del governo, da lacrime e sangue, per reperire le esigue risorse degli ammortizzatori sociali.
Inoltre ci sono le migliaia di "invisibili" che sono già senza lavoro, cioè tutti gli irregolari, del turismo e ristorazione in particolar modo. Sono quelli che non hanno diritto a nessuna elemosina e, nello stesso tempo, non potranno portare a casa il pane per la proprie famiglie, pagando per primi questa maledetta crisi sanitaria.
Pagheranno a caro prezzo anche molti artigiani, che non ce la faranno più a reggere il peso della crisi e della concorrenza delle grandi industrie e multinazionali, aumentando cosi l'esercito dei disperati e futuri poveri.

E cosi aumenterà una sorta di discarica sociale, prodotto delle le scorie della voracità e delle barbarie della borghesia di casa nostra che sgomiterà, invocando il primato dell'impresa privata, per papparsi il grosso dei 25 miliardi stanziati per combattere il Covid-19. Precisamente 12 miliardi di meno rispetto ai massicci tagli effettuati negli ultimi vent'anni alla sanità pubblica da tutti i governi succedutesi.
Questa montagna di soldi, rapinati dalle tasche dei salariati e pensionati, sono andati nelle tasche dalle banche italiane ed assicurazioni, che sono i maggiori detentori del debito pubblico. Ogni anno la finanziaria deve garantire tra i 60 e 70 miliardi per pagare gli interessi sul debito, mentre si è tagliato e si continua a tagliare posti letto e chiudere ospedali.

Insomma, tutti i nodi vengono al pettine. La nota dolente è che questa macelleria sociale sia emersa all'opinione pubblica al prezzo di migliaia di morti.
Non è tutto, perché le barbarie del capitalismo non hanno limite.
Mentre si taglia la sanità pubblica si ingrassa quella privata coi soldi dei contribuenti tramite le convenzioni. Quindi chi se lo può permettere si cura, gli altri rischiano la vita, calpestando così il diritto sacrosanto alla salute.

Appena trascorso questo periodo di "arresti domiciliari" per il popolo, tutti i partiti borghesi si impegneranno a farci fare la guerra tra poveri: il lavoratore italiano contro quello extracomunitario, quello a tempo determinato contro quello a tempo indeterminato, quello pubblico contro quello privato, per poter gestire al meglio la fase della "ricostruzione" economica.
Nessun politico borghese dirà quale classe sociale farà sacrifici e quale sarà la classe che ne beneficerà. Noi comunisti la puntualizziamo sempre, questa netta distinzione fondamentale, per cercare di reperire sempre maggiori avanguardie proletarie per far emergere quanto prima la lotta di classe contro la maledetta borghesia.
Finché la classe lavoratrice non si organizzerà tutta unita e compatta, a livello intercategoriale, per una prolungata mobilitazione con scioperi prolungati, resteranno soltanto le briciole del welfare state.

Ancora molti sfruttati, non rendendosi conto di esserlo, si limiteranno a tifare per questo o per leader politico borghese, ignorando il fatto che soltanto il conflitto sociale può determinare migliori condizioni di vita e di lavoro per i soggetti che lo promuovono. Senza mettere in campo questa battaglia, i lavoratori italiani non ce la faranno, non andrà niente bene, sarà un brutale maggiore impoverimento delle classi sociali più deboli.

In questo scenario i diversi sindacati di base dovrebbero rendersi conto della gravità della situazione per fondarne uno unico, in modo da raccogliere le avanguardie con coscienza di lotta di classe più avanzata. In Italia esiste un partito comunista che non ha tradito mai le ragioni degli oppressi fin dalla sua nascita. Un partito classista, internazionalista, trotskista e logicamente anticapitalista: il Partito Comunista dei Lavoratori.
Solo la lotta paga! Per un mondo senza padroni e senza schiavi! Per il potere operaio! Per un'economia pianificata! Per il comunismo!

Diego Peverini

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