Interventi

Un approfondimento su Comunione e Liberazione

25 Marzo 2020
CL


CHE COS’È CL?

Comunione e Liberazione (CL). Questo nome è probabilmente noto a molti dei lettori. Quante volte lo hanno sentito nominare? Quante volte ne hanno visto il nome sui giornali, o sentito alla televisione? Quante volte hanno avuto di persona a che fare con i suoi adepti, i ciellini? Probabilmente la risposta sarà “sì, molte volte” per molti dei lettori. Eppure, pensano davvero di sapere che cosa sia questo movimento? Ne conoscono le radici religiose ed ideologiche? Sono convinti di conoscerne il modus operandi? Capiscono davvero il rapporto che c’è fra le radici ideologiche dei ciellini e il loro comportamento? La risposta potrebbe essere almeno in parte negativa. Infatti, sebbene molti di noi abbiano sentito molto parlare e letto molto del movimento, sebbene molti di noi abbiano avuto personalmente a che fare con i suoi adepti, probabilmente lo abbiamo fatto senza capire davvero con chi avevamo a che fare. Il motivo è che il modus operandi di questa organizzazione è semi-segreto (spiegherò meglio che cosa significa), ma anche che essendo degli esterni, è gioco forza che non capiamo e non ci rendiamo conto di molte cose. Un modo per cercare di aggirare il problema e per cercare di capire meglio chi abbiamo di fronte è basarsi sui lavori di persone che hanno condotto attività di ricerca su questo movimento, sia per motivi di polemica contingente ma giustificata – è il caso di Enrico De Alessandri - sia per un interesse accademico – è il caso di Dario Zadra e di Enzo Pace. Un breve excursus fra queste fonti può essere davvero illuminante, nel senso che può aiutare a connettere dei punti altrimenti staccati tra di loro: può permetterci, in altre parole, di tracciare una sorta di quadratura del cerchio.

Ma cominciamo dalla fine. Molti conosceranno CL a causa degli scandali abbattutisi su Roberto Formigoni, governatore della Lombardia dal 1995 al 2013 ed esimio membro di CL. Facciamo un breve riassunto: Formigoni è stato condannato un via definitiva a 5 anni e 10 mesi di reclusione per corruzione. Ha iniziato a scontare la pena in carcere dal febbraio 2019, ma nel luglio dello stesso anno gli sono stati concessi gli arresti domiciliari. Ma che cosa ha fatto Formigoni? Dopo essersi un po’ divertito con le firme false, diventa capo di un gruppo criminale dedito alla corruzione e che ha sperperato 70 milioni di euro di denaro pubblico. Secondo i giudici, ha ricevuto personalmente beni di lusso per un valore tra i 5 e gli 8 milioni di euro. Nella lunga lista troviamo soggiorni vari, vacanze e yacht. Ma anche cene di pubbliche relazioni al meeting ciellino di Rimini, e aiuto all’acquisto di una villa in Sardegna per la comunità dei Memores Domini, sempre legata a CL. Nel 2018 gli sono stati sequestrati 5 milioni di euro sotto forma di immobili, vitalizi, conti correnti, pensione ecc. Tra le bagatelle del principe ciellino, risulta anche un rinvio a giudizio per aver fornito appalti in cambio di spese viaggi in Croazia e Sudafrica, orologi, noleggio di barche e aerei privati, contanti per una somma complessiva di 400.000 euro. Per non parlare dello scandalo Oil for food, dove alcuni suoi stretti collaboratori sono stati condannati in primo grado per un giro di mazzette legato alle forniture petrolifere dall’Iraq di Saddam Hussein.

Una cosa risulta subito chiara: dalla sua nascita del 1956, Comunione e Liberazione ha avuto quanto meno un condannato eccellente. E come si è visto, la questione non si limita al fatto che Formigoni si sia reso colpevole di corruzione essendo per così dire incidentalmente ciellino. Abbiamo visto che in almeno due casi questo giro di corruzione ha investito direttamente CL. Adesso facciamo un balzo dalla fine all’inizio, e cerchiamo di capire come la nascita e l’evoluzione ideologico-religiosa di Comunione e Liberazione possa aver portato a conseguenze di questo tipo. Per farlo, ci avvarremo di diverse fonti, anche se non esaustive. La prima è il libro di Enrico De Alessandri Comunione e Liberazione: Assalto al potere in Lombardia, uscito nel 2010 presso la casa editrice Bepress di Lecce. La seconda è un contributo di Dario Zadra al volume Accounting for Fundamentalisms, uscito per la prima volta nel 1994 per la Chicago University Press (“Comunione e Liberazione: A Fundamentalist Idea of Power,” pp. 124-148). Citeremo anche il libro di Enzo Pace Il regime della verità e quello di Marco Marzano Il cattolico e il suo doppio.

All’epoca della pubblicazione del suo libro Enrico De Alessandri era un funzionario della regione Lombardia gravemente preoccupato per quello che definiva un vero e proprio assalto al potere di CL alla regione Lombardia, ma soprattutto al suo sistema sanitario. Inutile dire che a causa della sua opera coraggiosa De Alessandri ha dovuto subire non poche ritorsioni. In un certo senso, il libro di De Alessandri si può definire profetico, dato che ha preceduto le vicende giudiziarie che abbiamo visto. De Alessandri denunciava una vera e propria occupazione militare della regione e del servizio sanitario, in mano a un pugno di ciellini che riuscivano a tenerla sotto controllo. Per quanto riguarda il servizio sanitario lombardo, lo strapotere ciellino era tale dal portare ad esiti grotteschi. Medici e sindacati si lamentavano infatti che non era possibile fare carriera e diventare primari senza essere ciellini. L’apoteosi sarebbe stata raggiunta da curriculum con la foto del candidato assieme a Don Giussani (evidentemente garanzia di un trattamento preferenziale, p. 23). Ma perché i ciellini facevano tutto questo? Semplice sete di denaro e di potere? Certamente, questo elemento non può essere escluso quando si parla di comportamenti simili. Ma il loro movente si esaurisce davvero qui? Gli agghiaccianti contributi di De Alessandri e Zadra portano a una conclusione diversa. Essi spiegano infatti che i ciellini sono membri di un’organizzazione religiosa con degli obbiettivi precisi. I membri di CL ritengono di avere un rapporto speciale con la Divinità, e questo spiega la poca ortodossia nei comportamenti che abbiamo visto (e che vedremo anche in altri contesti).

Iniziamo ad approfondire la natura di questa organizzazione, passando alla ricerca di Dario Zadra. Da principio, è bene precisare che la ricerca di Zadra è contenuta all’interno di un volume di 800 pagine dedicato ai fondamentalismi religiosi. L’uso del plurale è la prima cosa che potrebbe stupire il lettore. Ma perché fondamentalismi? Non ne esisteva uno solo, quello islamico? Evidentemente, non sono di questa opinione una trentina di studiosi internazionali che hanno compilato questa sorta di enciclopedia dei fondamentalismi, che vanno dal cristianesimo al buddhismo, dall’ebraismo all’induismo. Pertanto, il primo dato da portare a casa è che il fondamentalismo si può presentare in tutte le religioni, e non solo in una. Ma questo significa che CL sia un’organizzazione fondamentalista? È ciò che pensano Dario Zadra e tutta un serie di ricercatori che hanno studiato il fenomeno. Zadra spiega che dalla sua nascita nel 1956 CL si è diffusa in una trentina di paesi, che comprendono Stati uniti, Svizzera, Spagna, Uganda, Brasile e Germania. Comunque tutti questi bracci nazionali sono sotto un’unica direzione, e sono collegati grazie ai periodici tradotti dall’italiano in sei altre lingue. CL, per dirla con le parole di Zadra, ha una vera e propria “idea fondamentalista del potere”. Come si accennava sopra, questo sentimento di preminenza viene dalla convinzione che hanno i suoi membri di avere un rapporto speciale con la Divinità, nello specifico con Gesù Cristo. I ciellini si sentono investiti di una missione di rinnovamento della società e della Chiesa, una missione alla quale sentono di dover dedicare tutti i loro sforzi, senza stare tanto a guardare ai mezzi (“il fine giustifica i mezzi”…). La centralità della figura di Gesù in CL è data dal fatto che uno dei loro dogmi principali è proprio questo: Gesù Cristo ha vissuto e vive ancora in mezzo a noi, si tratta di un Fatto con la F maiuscola, non di una mera metafora religiosa. Il loro compito è quello di seguirne gli ordini (ovviamente inizialmente interpretati dal teologo-stregone Giussani) e di andare in suo nome alla conquista della società.

Come spiega Zadra, CL è ben diversa da altre organizzazioni cattoliche. Da un lato, il nemico n. 1 di CL è la “modernità”, anche se parzialmente intesa, come vedremo. Dall’altro, ci tengono molto a non essere presi per dei “tradizionalisti” e a ostentare un forte ottimismo proiettato verso il futuro. Sembrano voler dire: “noi siamo per il futuro, non per una noiosa riedizione del passato. Il futuro ci appartiene, e ce lo stiamo costruendo con le nostre battaglie”. In realtà, sono sostanzialmente due gli aspetti della modernità ai quale CL ha giurato guerra: la secolarizzazione e il principio di laicità dello stato (tutti gli altri mali sono collegati, come vedremo). La modernità alla quale CL si oppone non è certo quella delle nuove tecnologie: non sono degli Amish. Del resto, parte del loro impero economico si basa proprio su sapienti e modernissime tattiche di gestione aziendale.

Zadra sottolinea comunque che, almeno a un livello retorico, CL si oppone duramente alla modernità (p. 125). Trattando più in dettaglio l’ideologia di CL, Zadra sottolinea la centralità dell’Evento-Fatto della nascita ed esistenza di Cristo e la sottomissione all’autorità religiosa (p. 126). Questa sottomissione è una diretta conseguenza del suddetto Evento salvifico: come si vede, questi principi non possono non scontrarsi duramente con la benché minima intenzione di separare mondo civile e religioso. CL ha chiarissimo che si può parlare di libertà dell’individuo solo in quanto interna alla Chiesa e ad essa sottomessa: la libertà individuale in quanto tale non esiste. Ed ecco spiegata la concezione ciellina del Potere, e del perché per loro sia così importante: l’autorità religiosa deve sottomettere la storia e la società, e tutto questo non ha niente a che vedere con la ragione. Religione e ragione sono semplicemente antitetiche. Lo stato laico in quanto tale viene considerato semplicemente illegittimo (p. 127, 129). Il concetto di Comunità è fondamentale nella visione ciellina. Ricordiamoci che i ciellini si ritengono in quanto tali investiti da uno stato di Grazia divina, che possono nel caso trasmettere a chi desideri entrare nella loro comunità (che si trova ben al di sopra degli altri comuni mortali).

Zadra sottolinea altresì una cosa che il lettore potrà trovare paradossale. Il fondatore di CL Giussani ha costruito la sua teologia ispirandosi fortemente ai protestanti americani (p. 128): questo lo si può vedere dall’importanza data alla comunità e alla ricerca di nuovi accoliti. Eppure, tra i nemici dichiarati di CL il protestantesimo occupa un posto non secondario, dato che rinnega l’autorità papale (i graziati si porranno questo problema nelle loro “Scuole di Comunità”?). Come abbiamo visto, un altro nemico giurato è la secolarizzazione. È appunto a questo cancro sociale che CL ha cercato di opporre un ottimismo aggressivo. Altri nemici sono la libertà di coscienza e l’ateismo, inteso come rifiuto di credere letteralmente all’Evento dell’esistenza di Cristo (pertanto, una credenza religiosa ma metaforica può essere considerata atea). Questi nemici vanno combattuti attraverso un’attività espressamente politica, che può assumere varie forme. Per citare lo stesso Don Giussani, lo stato odierno è addirittura più nemico della Cristianità dell’Impero Romano. È estremamente interessante che CL colleghi la perniciosa natura dello stato moderno con il comunismo: secondo loro, il comunismo non è altro che l’evoluzione naturale dello stato moderno. Secondo l’aggressività politica ciellina, persino la Democrazia Cristiana ha tradito la Fede, essendo troppo secolarizzata (p. 129-30). Nonostante tanti anni di regime DC, non sono forse stati approvati il divorzio e l’aborto? Chiaramente su questo punto CL non si è arresa, dato che si è dotata di un “Sindacato delle Famiglie” per fare attività di lobby in materia familiare (p. 140). Per non parlare del consumismo, visto come una forma di ateismo occidentale. Ci si può salvare da tutti questi mali totalitari solo attraverso l’attività redentrice del movimento (p. 131).


ORGANIZZAZIONE

Qualora vi fossero dubbi sulle intenzioni prettamente politiche del movimento, Zadra sottolinea che l’iniziativa personale e l’attivismo sono parti centrali della vita del ciellino: sono essi stessi che si definiscono “militanti”. Ma chi sono, poi, questi militanti? Da quali classi provengono? Anche qui, Zadra fornisce delle informazioni preziose: fa infatti notare che l’ossatura del movimento è sempre stata costituita da giovani provenienti dalla piccola borghesia. Ha provato a espandersi fra i lavoratori, ma con poco successo (ma bisogna ricordare che la ricerca di Zadra risale al 1994, non sappiamo se da allora si sono verificati dei cambiamenti fondamentali). Zadra non offre spiegazioni di questo insuccesso, quindi si possono solo fare delle ipotesi. Può darsi che i lavoratori non si sentano a proprio agio in un movimento fondamentalmente elitista, e che insiste sul contributo individuale alla lotta. Se si parla di contributi economici, è comprensibile che un lavoratore possa sentirsi frustrato da questa insistenza, anche se è credente. Ogni ciellino deve infatti dare all’organizzazione una parte del suo salario, e Zadra calcola che oltre a questo ognuno spende in media 1000 dollari l’anno per partecipare a varie iniziative e ritiri. Zadra sottolinea che CL ha una struttura organizzativa complessa, suddivisa in varie associazioni: i succitati Memores Domini, per esempio, fanno voto di obbedienza.

I giovani ciellini si sentono investiti di una grande responsabilità, dato che si sentono i portatori della Verità: il Bene del Movimento viene opposto al Male della società, che loro devono combattere. È significativo, Zadra precisa, che “CL non forma teologi o studiosi” ma militanti. I nemici di CL sono bene identificati, e il ciellino ha un obbiettivo chiaro: sconfiggerli (p. 138). Una esuberante azione militante è accompagnata da una grande certezza del proprio Verbo, e dal senso di superiorità anche rispetto agli altri credenti, considerati “rassegnati” e “miopi” (p. 139). CL vede infatti come un antagonista chiunque differisca dall’idea di cristianità come è definita da loro (p. 142). Per questo, le stesse istituzioni della chiesa vanno “purificate” (De Alessandri, p. 8). Un dettaglio interessante che vale la pena sottolineare è che CL ha rapporti con i vescovi, ma ne è organizzativamente indipendente, essendo protetta dalla giurisdizione papale. Un’astuzia davvero gesuitica (pardon!), che permette a CL una grande flessibilità pur sotto l’egida del Vaticano, anche se il centro del potere – anche se spesso invisibile – è a Milano (Zadra, p. 137).

In generale, comunque, oltre all’investimento economico, ogni ciellino dedica molto del suo tempo al movimento. La visibilità mediatica è garantita anche dal fatto che alcune parti del famoso meeting di Rimini sono state anche trasmesse dalla Tv a livello nazionale. Per quanto riguarda il braccio economico di CL, la Compagnia delle Opere, Zadra sottolinea che sono considerati i mattoni iniziali di una nuova società. Rimpinguare questi mattoni succhiando denaro pubblico è ritenuto assolutamente legittimo, come la storia di Formigoni insegna e come sottolinea anche De Alessandri, (p. 133-4). Questo “risucchio” comprende anche una grande rete di case dello studente, mense e altri centri universitari, finanziati con denaro pubblico (p. 140).


CULTURA E INDOTTRINAMENTO

In generale, CL si muove anche sul terreno della cultura, partendo dal chiaro presupposto che della cultura di deve occupare la Chiesa, non lo stato. Certo, ci sono riviste, case editrici, e centri studio sulla Russia. Questi centri studi hanno probabilmente avuto a suo tempo una funzione anticomunista, per esempio distribuendo materiale stampato nell’ex-Urss. Secondo Zadra, le pubblicazioni cielline sono “dogmatiche”, limitandosi a confermare convinzioni pregresse. Non danno spazio ad altre interpretazioni. Gli amici sono glorificati e i nemici attaccati.

Ma c’è dell’altro, e di più inquietante. Come sottolinea Zadra, i ciellini “Centri Didattici e di Sviluppo Scolastico […] forniscono materiali didattici a scuole primarie e insegnanti, soprattutto in materie umanistiche come storia e letteratura” (p. 140). Ora, è necessaria una digressione per confrontare questo inquietante dettaglio con l’esperienza vissuta. Il sospetto è che CL non si limiti a fornire questi materiali didattici a scuole confessionali private (che comunque, come sappiamo, succhiano denaro pubblico) ma anche agli insegnanti ciellini che lavorano nelle scuole pubbliche. Se così fosse, si tratterebbe di un ulteriore colpo dato alla laicità dello stato (concetto del resto già quasi inesistente in Italia, anche senza CL).

Se le cose stanno davvero come temiamo, si tratta di gente pagata dallo stato, ma che indottrina i ragazzi secondo il programma di Comunione e Liberazione. Del resto, una pubblicazione ciellina si chiama: Educatori a scuola: per l’educazione contro l’istituzione (De Alessandri, p. 8). Quand’è così, c’è da sperare che anziché ascoltarli i ragazzi guardino immagini impure sui loro smartphone…


LA POLITICA PRIMA DI TUTTO

Comunque, il passato dimostra che anche un’organizzazione apparentemente solida come CL non è immune dai cambiamenti storici: Zadra sottolinea che dopo il ’68 molti giovani abbandonarono CL per unirsi al movimento studentesco e ai vari gruppi marxisti. Evidentemente, anche il nucleo d’acciaio è esposto ai venti della storia. CL ha sempre aborrito la violenza fisica, alla quale preferisce altri metodi, per certi versi più subdoli e pericolosi (p. 135). Preferisce cercare di ridurre il ruolo dello stato in tutte le sue istituzioni, infiltrandovisi in modo più o meno esplicito (daremo altri esempi) per sostituirvi quello della religione (p. 136). Secondo Zadra, tutte le azioni di CL sono politiche. Non ci devono essere scrupoli nella ricerca del Potere, necessaria per un Bene maggiore. Citando Don Giussani stesso: “Il cristiano non deve sentirsi imbarazzato dal potere. Al contrario, lo deve desiderare” (p. 137). L’obbiettivo è quello del rovesciamento del presente ordine politico e culturale (p. 139).
Per raggiungere questi obbiettivi, CL si serve di strumenti più o meno espliciti. Attraverso il suo Movimento Popolare sostiene propri candidati alle elezioni, riuscendo spesso a farli eleggere. Non importa il partito: la DC un tempo (anche se aveva “tradito la Fede”) poi Forza Italia o il PD. Sempre e comunque, l’obbiettivo è uno solo: arrivare, e vincere. Secondo Zadra, con i suoi successi elettorali CL si è garantita una “significativa influenza politica” (p. 141). En passant dobbiamo forse ricordare che anche Bertinotti è finito in Comunione e Liberazione. Lo slogan di CL è “più società, meno stato”. Ma come sottolinea Zadra, ciò non significa più pluralismo e partecipazione popolare, ma una nuova egemonia cattolica. Questo disegno egemonico è assai contraddittorio: a parole, CL dice di non voler impedire agli altri di esprimersi. L’importante è che le differenze culturali siano espresse “in termini di salvezza ottenibile solo attraverso la Chiesa” (p. 142 – e questo spiega il loro comportamento pratico). Il potere culturale deve appartenere alla Chiesa.

Insomma, Comunione e Liberazione è certamente un movimento fondamentalista, lo abbiamo visto. Ma può essere definito una setta? De Alessandri insiste di sì (p. 8), citando anche Enzo Pace, autore del libro Il regime della verità (Bologna: Il Mulino, 1990). Così Pace:

«l’avanguardia dei “puri”, gli annunciatori di un messaggio di riforma che nessun altro gruppo di cattolici è oggi in grado di proporre... Il tratto che abbiamo appena detto, unito alla sindrome da accerchiamento che sta all’origine del movimento, producono inevitabilmente una concezione di “ecclesia” che presenta molti aspetti del tipo setta: a CL si aderisce volontariamente, ci si converte alla sua teologia, si milita nelle comunità da essa disegnate, ci si serve dei servizi sociali che essa offre, si leggono le riviste, i giornali e i libri da essa pubblicate nei circuiti controllati dal movimento (pp. 91-92)».

Anche un altro studioso che ha studiato CL, Marco Marzano, ne dà un’immagine settaria, sottolineando le “’sanzioni’ (perdita del posto di lavoro, isolamento sociale, e altre forme di danni) applicate a chi decide di abbandonare il Movimento” (De Alessandri, p. 14).

Zadra non è invece d’accordo su questo punto (p. 142). Bisogna fare una precisazione: quando si parla di setta si intende solitamente un gruppo non solo piccolo ma, per così dire, geloso del proprio essere piccolo e chiuso in un orgoglioso isolamento. Che non aspira, cioè, a crescere. Ma CL, come sappiamo, è tutt’altro che piccola, e le sue intenzioni egemoniche in effetti la allontanano dalla setta classica. Del resto De Alessandri stesso nota che nelle sue pubblicazioni CL parla esplicitamente di diventare talmente grande e potente da diventare la Chiesa in quanto tale: “vogliamo rimanere dentro questa chiesa, perché essa sia vera per tutti; al limite, fino a scomparire dentro di essa, fino a far coincidere i confini del nostro movimento con i confini della chiesa stessa” (p. 8).

Nelle sue conclusioni, Zadra si chiede se CL sia un movimento più religioso o più politico, ma dice che è difficile dare una risposta: CL non accetta infatti separazione fra questi due termini. L’ideale di Don Giussani non era esattamente quello di uno stato confessionale, ma quello di uno stato guidato da “uomini profondamente religiosi: una vera compagnia di Gesù” (p. 143). Il progresso al quale punta CL non è tanto quello tecnologico o umanistico, ma sta per “evangelizzazione” (p. 144).


DEI METODI POCO ORTODOSSI

Abbiamo visto come l’ossessione di CL per il potere la porti ad utilizzare dei metodi per così dire poco ortodossi, che comprendono anche la menzogna e la calunnia (Formigoni è stato condannato anche per calunnia contro coloro che ne denunciavano le malefatte). Ma si tratta di qualche caso isolato? Prudenza vorrebbe che si stesse molto attenti ai metodi dei ciellini: non vorremmo che il loro utilizzo si espandesse anche ad altri ambiti, come quello delle rappresentanze interne alle università. Ho accennato prima a dei metodi “semi-segreti” di CL. Che cosa intendevo? Intendevo dire questo: chiaramente, CL non è una società segreta. Ciononostante, quando ritiene sia utile per raggiungere una posizione di potere, tace cautamente sull’affiliazione del candidato sia a CL che a un eventuale partito (PD o altro). Anzi! Il candidato in questione si presenta sfacciatamente come “indipendente da qualunque associazione o partito”, “il candidato di tutti”, ecc. ecc., sottolineando anzi l’esplicita affiliazione di un eventuale avversario (che infatti non la nasconde, come è corretto che sia). Purtroppo, questo atteggiamento ipocrita può riscuotere molto successe nelle masse non informate, e che spesso in buona fede credono a questi proclami di verginità. Se sapessero cosa c’è dietro, forse si comporterebbero diversamente.

Vogliamo fare un ultimo esempio. Forse, un fatto di cronaca di qualche anno fa, può servire a inquadrare meglio cosa ne pensa CL degli immigrati. Nel 2017 infatti un noto parroco ciellino, Don Francesco, pubblicò un articolo sul suo giornale parrocchiale, nel quale denunciava un presunto business di accattoni africani nella sua città (Nuoro). Secondo il prete, persone locali non meglio precisate avrebbero quotidianamente prelevato con un furgone dei neri dai centri di accoglienza della zona, scaricandoli poi in vari punti della cittadina per chiedere l’elemosina. Va detto che è assai improbabile che in un centro così piccolo un racket del genere passi inosservato (per fare un esempio: nella stessa città qualcuno aveva provato a organizzare dei bordelli, ma è presto sloggiato in centri più grandi, perché davano troppo nell’occhio). Bisogna segnalare che da un lato l’articolo di questo parroco ha provocato un’ondata di sdegno proveniente in primis dagli stessi cattolici. Dall’altro il parroco ha ricevuto i complimenti di Salvini. E, curiosità, più o meno nello stesso periodo CasaPound faceva illazioni simili in un suo comunicato.

Osservare come è andata a finire la faccenda può essere utile per cercare di stabilire la verità. Dopo il putiferio scatenato, il famoso parroco è stato chiamato in questura per conoscere le sue rivelazioni su un racket tanto pericoloso e del quale la polizia non si era mai accorta. Ma alla prova dei fatti, l’asino è cascato: il parroco non ha raccontato alla polizia niente di particolare, cercando anzi di ridimensionare quanto detto prima: “È stata una chiacchierata amichevole e cordiale richiesta semplicemente perché la questura fa parte della parrocchia […] e molti poliziotti sono miei parrocchiani […] non è un fatto eccezionale essere ascoltato dalle forze dell’ordine, è normale che un giornalista venga convocato in questura”. È questo era tutto quello che don Francesco aveva da dire, dopo aver alluso a gente del posto, “si sa bene chi”! Ci dispiace, ma questa storia spiacevole ci porta a pensare che il parroco ciellino si sia preso qualche libertà con la verità, per usare un eufemismo, anche se non si capisce bene perché. Il cristianesimo non è forse basato sull’elemosina? Evidentemente, l’importante è che l’elemosina la gestisca la chiesa (anche con soldi pubblici), così va bene. Forse, l’esimio religioso avrebbe fatto bene a pensarci due volte prima di fare certe dichiarazioni non comprovate che sono servite a calunniare un’intera comunità e a fomentare sentimenti di odio che proprio in quel periodo vedevano una crescita preoccupante.


UN AVVERTIMENTO

Arrivati alla fine di questo nostro approfondimento, ci possiamo permettere di lanciare un avvertimento. Un avvertimento rivolto non solo ai comunisti, ma a tutti i laici, i democratici, e anche ai cristiani. Non si tratta tanto della concezione retrograda della donna, o del rifiuto di qualunque contraccettivo, compreso il preservativo. Del resto, le cielline che decidono di fare una vita ritirata, facendo addirittura voto di castità, non sono obbligate a farlo. Il pericolo è che CL è un’organizzazione fondamentalista lanciata senza scrupoli verso il potere, e fa qualunque cosa pur di raggiungerlo. Stiamo parlando di un’organizzazione che, secondo Eugenio Scalfari, ha più potere a Milano della mafia a Palermo. Per CL la laicità dello stato non deve esistere, e questo è un principio estremamente pericoloso. Oltre che fondamentalista e settaria, CL è stata definita addirittura “totalitaria” da Marco Marzano (Il cattolico e il suo doppio, Milano, Franco Angeli, 1996, p. 218).

La cosa paradossale (non sappiamo se definirla tragicomica) è che a un certo punto persino il teologo-stregone Giussani si era lamentato della sua creatura: “aveva parecchio da ridire su quanto stava avvenendo nel movimento. Dicono che fosse infastidito dall’attivismo dei suoi discepoli e da una presenza nella politica che giudicava ossessiva. ‘A me pare che non cerchino Cristo’” (De Alessandri, p. 46). Ci dispiace, ma da poveri miscredenti non possiamo certo dare consigli ai ciellini su come “cercare” Cristo (e tantomeno su come trovarlo). Una cosa è però certa: un movimento fondato sulle premesse ideologiche che abbiamo visto non poteva che arrivare a questo. Bisogna stare attenti e vigilare.




Nota: per approfondire: oltre ai libri già citati, vedere anche: Franco Ottaviano, Gli estremisti bianchi. Comunione e Liberazione: un partito nel partito, una Chiesa nella Chiesa (Roma, Datanews, 1986)

Elia Spina

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