Dalle sezioni del PCL

Chi è veramente tutelato nell'emergenza?

23 Marzo 2020

Anche in Sardegna i lavoratori lavorano non tutelati, e i capitalisti tutelano il proprio profitto

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Tanti tra gli economisti borghesi continuano a mettere in guardia rispetto alla recessione che seguirà la fine dell'epidemia; una forte recessione che tuttavia veniva già registrata nell’autunno del 2019 [1], ben prima che l’Europa conoscesse anche solo il nome del nuovo virus. L’occasione per giustificare l'ennesimo crollo e l'ennesimo sintomo di inadeguatezza del decantato sistema economico è stata così grossa che non si è potuto fare a meno di costruirci sopra la narrazione, per autodifesa, evitando ancora una volta qualsiasi mea culpa. Non che ce li aspettassimo e non che servano, beninteso.

Il senso di onnipotenza nel quale sguazzano economisti e burocrati, nonché coloro dei quali questo potere politico fa le veci, è solo l'anticamera della dedizione con cui si è continuato a dar da mangiare ai maiali grassi con cotanta dedizione, a scapito della manutenzione del resto della fattoria, a scapito degli altri animali, a scapito di una progettazione razionale e adeguata delle risorse disponibili, invece scialacquate e destinate negli anni a strozzare i lavoratori dipendenti così come quelli autonomi per conto della media e dell’alta borghesia nazionale e internazionale.

La burocrazia europea, ancora una volta, cerca di evitare che la narrazione antisistema e le critiche, da qualunque parte provengano e con qualunque prospettiva, ricadano con forza sul sistema economico, continuando a catalizzare i malcontenti sulle amministrazioni locali, indicate al peggio come “corrotte” e “colluse”. Eppure il velo con il quale, dacché il potere borghese esiste, si tenta di nascondere le storture e i limiti insiti nel capitalismo e nelle sue (sovra)strutture derivate, non è più sufficiente e dietro esso si intravede oggi, con più chiarezza, l’inadeguatezza del sistema economico per far fronte alle esigenze reali della classe lavoratrice.
Se i 37 miliardi di euro tagliati alla sanità in meno di dieci anni in Italia (70 mila posti letto in meno e 359 reparti chiusi; la situazione oggi è di 3,2 posti letto ogni 1000 abitanti) non bastavano a renderlo evidente fino a poco tempo fa, è poi arrivata l’emergenza. A luglio 2019 l’OCSE pubblicava i dati relativi alla spesa pubblica in materia sanitaria tra i paesi OCSE, e i gravi provvedimenti economici attuati nel tempo in Italia in materia di sanità (pubblica e privata convenzionata) si palesavano, portando in fondo alle classifiche a confronto con tutti gli altri paesi a regime capitalista [2].

Non bisogna però cedere a facili supposizioni: le consistenti spese per la salute fatte registrare da USA, Svizzera e Germania non vanno interpretate come se queste fossero nazioni con a capo burocrati borghesi più buoni e capaci di quelli italiani. Fanno invece emergere sistemi sanitari pubblici quasi o totalmente assenti, storicamente votati alla privatizzazione dell’intero settore, e per corollario sono necessarie manovre più pesanti per tenerli a galla; la spesa dell’Italia è commisurata a un sistema sanitario nazionale storicamente pubblico, che ha permesso ai governi di poter farlo galleggiare in una comoda mediocrità mentre pian piano hanno tentato di smantellarlo in nome della liberalizzazione.
La sanità pubblica e i suoi lavoratori reggono i colpi finché possono, e oggi si palesano essere più importanti che mai, nonostante i tentativi di indebolimento.
I dati OCSE allora erano, all’apparenza, privi di reale riscontro pratico, privi della carica e dell’importanza di cui oggi sono pregni a causa dell’emergenza coronavirus, che tiene impegnati tutti gli Stati liberali europei e non solo. Il peso delle politiche criminali portate avanti per anni e anni dai governi oggi viene alla luce in modo distinto, e palesa l’impreparazione italiana ed europea nel poter fronteggiare emergenze di cui, è naturale, bisogna tenere conto anche in tempo di normalità. Tempi di normalità in cui si è pensato solo alla tutela e all’incremento del profitto di pochi, a scapito di tanti.

Ne è un caso lampante la testimonianza dei ricercatori statunitensi del Center for Vaccine Development, al Texas Children Hospital. Nel 2016 si videro di fronte alla cruda e cinica legge non scritta dell’oligopolio farmaceutico che li costrinse – con lo strisciante accondiscendere del governo – ad abbandonare le ricerche sul potenziale vaccino contro la SARS. In particolare Peter Hotez, codirettore del centro, denuncia la totale indifferenza degli investitori del settore e dello Stato nei confronti di tale ricerca, e i finanziamenti per proseguire le ricerche nella fase dei test clinici non arrivarono, rendendo di fatto impossibile portare avanti i lavori. Ricerche che, se fossero proseguite, sarebbero state potenzialmente utili per trovarci oggi attrezzati davanti al SARS-CoV-2 [3].


L'ESEMPIO SARDO

In Sardegna, mentre le strutture di Sassari versano in grosse difficoltà, gli operatori sanitari delle altre strutture ospedaliere presenti nella regione – alcune per anni vittime di stoccate atte a chiuderle, rendendo la sanità pubblica di fatto assente in grosse fette di territorio – continuano a rimanere senza protezioni adeguate, nonostante anche l'esposto presentato alla Procura di Cagliari e all'Ispettorato del lavoro da parte del sindacato dei medici Anaao-Assomed [4]. Questo mentre infermieri e medici continuano a sentirsi dire dai dirigenti dei loro luoghi di lavoro che le protezioni «arriveranno» (quando?) e che comunque «non sono essenziali» (sicuri?).
In questo scenario, circa il 50% dei contagi in Sardegna ad oggi è avvenuto all'interno delle strutture ospedaliere, contro l’8% della media nazionale [5]; e mentre la caccia all'untore promossa dagli apparati di propaganda dello Stato continua – figlia anche, bisogna dirlo, del senso civico rapidamente affermatosi nelle varie comunità italiane, potenziali e pericolosi focolai come le fabbriche continuano a raccogliere centinaia di operai e di conseguenza a coinvolgere e mettere in potenziale pericolo migliaia di persone, considerando che ognuno degli lavoratori avrà una famiglia esposta al rischio del contagio, con addirittura casi come quello della raffineria SARAS di Sarroch (Cagliari) in cui a marzo sono arrivati dalla penisola circa tremila operai specializzati per la manutenzione dell’impianto [6]. Ospiti delle strutture della zona, anche a fronte della inutile opposizione e preoccupazione della sindaca del comune di Pula, non hanno affrontato il periodo di quarantena nonostante in tanti provenissero da zone ad alto contagio.
Dopo l’allarme scattato quando uno degli operai presentava sintomi tipici del virus, si è proceduto ad effettuare il tampone, che solo il caso ha voluto fosse negativo. Si è dovuti arrivare, ancora una volta, ad un passo dal dramma per rendersi conto del reale pericolo che avrebbe potuto rendere vana la quarantena a cui sono sottoposti gli abitanti del luogo [7].

Il Presidente della regione Sardegna ha agito su più fronti. Prima facendo affidamento al cielo invocando l’aiuto di particolari santi, per la salvezza dell’isola [8]. Rendendosi poi conto con sbigottimento e sorpresa dei scarsi risultati – chissà che anche i loro santi non siano troppo impegnati a proteggere i capitali dei padroni dell’aldilà – ha scelto di fare affidamento alla più terrena Brigata Sassari [9], che dal canto suo «garantisce serenità e sicurezza a tutti i cittadini», col benestare di una ampissima fascia di popolazione che, spaventata dal terrorismo mediatico in atto, desidera trovare rifugio in non meglio precisate misure di sicurezza, nella pratica inutili vista la già diffusa presenza delle forze dell’ordine su tutto il territorio sardo, e in generale italiano.
E guai, al personale della sanità isolana, a provare a mettere alla luce la gestione marcia della situazione: l'assessore alla sanità Nieddu si è adeguatamente mosso per evitare che le condizioni precarie degli ospedali dell'isola emergano, vietando interviste e interventi social sull'argomento, se non autorizzati dalla regione: «si chiede di avviare, senza indugio, opportuni provvedimenti disciplinari verso chiunque non si attenga strettamente a tale disposizione» [10].
Inoltre il governo regionale sardo si è mosso anche per rinforzare numericamente e qualitativamente le strutture sanitarie dell'isola, con un richiamo massiccio di infermieri e medici: tuttavia, nonostante il 16 marzo siano state avviate le procedure per la candidatura e l'assunzione di 224 infermieri per gli ospedali del sud Sardegna, la ridicola "proposta di contratto di lavoro autonomo", per un totale di 6 mesi di lavoro, rende ancora evidente che la sfacciataggine di tali personaggi non conosce limiti, sminuendo e prendendo in giro ancora una volta i lavoratori del mondo sanitario, oggi più di prima figure essenziali. Eppure, a quanto pare, meno determinanti dei profitti, quelli sì essenziali, dei padroni.


COSA EMERGE?

Intanto Confindustria applaude alla sudditanza del governo nei suoi confronti, anche dopo l’ultimo decreto Conte in vigore da lunedì 23 marzo. Il concetto di “essenzialità” della produzione continua a essere fumoso e aggirabile, quindi soggetto a scelte arbitrarie e non trasparenti da parte delle aziende. D’altra parte, emerge che saranno penalizzate anche le aziende locali che hanno spontaneamente scelto di riconvertire la propria produzione al fine di renderla utile a fronteggiare l’emergenza, in clamorosa assenza di un piano di riconversione studiato e imposto scientemente dal governo, che continua ad affidarsi all’inefficienza del mercato libero [11]: un’ulteriore dimostrazione che l’economia pianificata è una priorità non per velleità teoriche, ma per i riscontri pratici. Anche questo rientra nel quadro che fa emergere al contempo l’impreparazione del governo nel fronteggiare una situazione senz’altro complessa e il servilismo e lo stretto legame che questo ha avuto con le grandi industrie e con il grande commercio, sin dai primi provvedimenti non provvidenziali. Ci sono volute diverse manovre da specchietto per le allodole e un aggravamento inaudito della situazione, per un totale di quasi un mese di ritardo rispetto a quando tali minimi e basilari provvedimenti sarebbero dovuti essere presi, perché il governo prendesse misure un minimo più severe nei confronti del grosso capitale.

A emergere in questo contesto è l’estrema abnegazione e forza dei lavoratori, che in condizioni per nulla favorevoli stanno facendo fronte alle gravi mancanze che dall’alto sono state loro imposte. Dall’altro lato emerge invece la natura criminale del capitalismo, dei capitalisti e dei suoi burocrati amministrativi, ancora impunemente impegnati nei loro loschi, criminali affari e giochi di potere, vivi sulla pelle di milioni di persone.

Ciò che è necessario pretendere, in questa difficile e drammatica situazione, non è il pattugliamento delle strade.
Si rende necessario il controllo della produzione da parte dei lavoratori, poiché emerge ancora una volta la totale abulia dei padroni nei confronti delle vite dei lavoratori, in ogni settore. L’indifferenza è figlia dell’interesse di classe che risponde all’incremento dei conti, non importa cosa succeda al di fuori di questi. Ne è un lampante esempio la speculazione sull’emergenza del fondo Bridgewater, che ha spensieratamente investito 14 miliardi di dollari sul crollo delle borse e delle aziende europee [12].
Solo i lavoratori sanno delle condizioni in cui essi stessi lavorano; e solo i lavoratori sanno come utilizzare gli utili della propria azienda per rendere le condizioni di lavoro e di vita adeguate a un essere umano. Non lo sa chi non lavora. È necessario che il futuro prenda questa forma, e non altre.
Si rende necessario pretendere che il filantropismo da 0.0001% dei magnanimi detentori del capitale termini qui, facendo posto all’espropriazione forzata del loro intero capitale. Ciò renderebbe possibile porre rimedio in brevissimo tempo alle politiche scellerate condotte fino a questo momento, ricostruendo un sistema sanitario pubblico adeguato e diffuso. Oggi più che mai è necessario, e domani lo sarà ancora di più.
Si rende inoltre necessario che l’intera classe lavoratrice, dai campi alle fabbriche alle scuole ai laboratori agli ospedali, forte dell’ennesimo sopruso subito, si unisca per far pagare il conto ai padroni e alla classe politica, che continua a difendere e a fare esistere le criminali condizioni che abbiamo illustrato, prendendo il controllo con le proprie strutture di governo.
Solo così si potranno affrontare adeguatamente le ricorsive sfide sanitarie future, senza la spocchiosità di chi crede di poterne essere esente. Solo così si potrà costruire una società davvero democratica, equa, adeguatamente organizzata, attenta alle reali esigenze umane. In emergenza e non.




Fonti:


[1] https://www.eunews.it/2019/09/12/ifo-economia-tedesca-recessione-rischio-occupazione/120558

[2] https://www.quotidianosanita.it/studi-e-analisi/articolo.php?articolo_id=75583

[3] https://www.ilsole24ore.com/art/coronavirus-scienziati-usa-vaccini-rallentati-profitti-big-pharma-e-austerita-pubblica-ADmtG6B

[4] https://www.unionesarda.it/articolo/news-sardegna/cagliari/2020/03/18/virus-allarme-negli-ospedali-dell-isola-chiuso-il-pronto-soccorso-136-998773.html

[5] https://www.sardiniapost.it/cronaca/negli-ospedali-sardi-un-50-di-contagi-in-italia-sono-l8-e-nieddu-si-contraddice/

[6] https://www.cagliaripad.it/447112/saras-lavoratori-in-quarantena-cronistoria-di-un-potenziale-disastro/

[7] https://www.unionesarda.it/articolo/news-sardegna/provincia-cagliari/2020/03/20/sarroch-rientra-l-allarme-alla-saras-negativi-i-tamponi-sui-due-l-136-999597.html

[8] https://www.sardiniapost.it/politica/coronavirus-solinas-si-appella-a-santefis-prego-perche-venga-a-salvarci/

[9] https://www.unionesarda.it/articolo/news-sardegna/cagliari/2020/03/20/solinas-chiede-l-intervento-della-brigata-sassari-136-999688.html

[10] https://www.agi.it/cronaca/news/2020-03-18/coronavirus-sardegna-censura-medici-giornalisti-7640245/

[11] https://palermo.repubblica.it/cronaca/2020/03/22/news/le_aziende_siciliane_di_meccatronica_il_decreto_conte_blocca_produzione_dei_materiali_sanitari_anti_coronavirus_-251973403/

[12] https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/03/18/coronavirus-il-fondo-bridgewater-ha-puntato-14-miliardi-di-dollari-sul-crollo-delle-borse-europee-cosi-prova-a-speculare-sullemergenza/5740820/

E.C., Partito Comunista dei Lavoratori - sezione di Cagliari

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FONTE