Dalle sezioni del PCL

Il caso Creazzo-Siclari

L'attualità di una risposta di classe e rivoluzionaria contro la mafia

3 Marzo 2020
creazzo_siclari


Subito dopo il trionfo del centrodestra alle regionali calabresi scoppia un nuovo scandalo politico-giudiziario di rilevanza non esclusivamente locale.
La magistratura punta l’indice per “voto di scambio” verso il neoconsigliere Domenico Creazzo (Fratelli d’Italia) e il senatore di Forza Italia Marco Siclari.
Creazzo, sindaco del Comune di Sant'Eufemia d’Aspromonte e amministratore del Parco montano, è la più chiara riproposizione del trasformismo politico.
Fino alla vigilia del voto Creazzo si collocava nell’area dell'ex governatore PD Mario Oliverio; poi, assieme ad altri esponenti del centrosinistra (Neri, Marino), fiutata la direzione del vento approdava alla corte di Giorgia Meloni, già ricca peraltro di una compagnia di personaggi "attenzionati" dalla magistratura.
Il tutto con la garanzia del sostegno della potente cosca degli Alvaro che, probabilmente, lo avrebbe aiutato anche nel caso di una sua candidatura nell’area del centrosinistra.
Questa cosca ha un potere consolidato soprattutto nell’area di Gioia Tauro, il cui porto è un centro nevralgico del sistema mafioso.
La transumanza verso il centrodestra era benedetta dal sottobosco di estrazione scopellitiana, cioè da una consorteria assurta alla notorietà per il famigerato “modello Reggio”.
Così, proprio nello stesso giorno in cui Domenico Creazzo ringraziava gli elettori calabresi, veniva posto al centro di un’indagine giudiziaria. Un vero e proprio terremoto che tocca il senatore forzista Marco Siclari, per il quale è stata chiesta al Senato l’autorizzazione all’arresto. Il tutto sullo scenario di una consorteria massonica in cui boss potenti pilotavano elezioni, dominavano l’economia, aggiustavano processi, dominavano una società inerme e passiva.
È questo lo scenario reale del potere borghese. È questa la conferma delle radici sulle quali poggiano le istituzioni e lo Stato italiano.
A noi preme sottolineare soprattutto la responsabilità del Partito Democratico, che è pesantemente connivente con questo putrido campionario di soggetti spregiudicati, degni eredi di una tradizione di giolittiana memoria. Preme sottolineare la debolezza delle variegate espressioni della sinistra "radicale" che, subalterne ai vari Zingaretti di turno, sperano pietosamente in ravvedimenti e correzioni di rotta da parte del PD.
Come marxisti rivoluzionari vediamo in questo squallido scenario l’aggiornamento reale della sinistra meridionale con la caratterizzazione delle sue consolidate radici di classe.
Nello stesso momento in cui il PCL si muove per costruire nella società un’opposizione di classe, avverte la necessità di sviluppare riflessione ed elaborazione teorica. Non l’azione giudiziaria ma lo sviluppo della coscienza politica delle classi subalterne potrà stroncare la piovra. Questo sviluppo può avvenire solo in una direzione chiara: la costituzione di un blocco anticapitalista e la costruzione della dittatura politica del proletariato.

Pino Siclari

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