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Sardine in Emilia, macerie in Calabria

27 Gennaio 2020
bonaccini_santelli


Le regionali del 26 gennaio parlano chiaro.
Emerge in primo luogo l’assenza di una voce che esprima gli interessi dei lavoratori; le due maschere elettorali delle classi dominanti regnano sovrane.
In secondo luogo si conferma uno scarto profondo tra gli orientamenti del Nord e del Sud.
In Emilia Salvini è fermato dalla trincea nella quale il PD ha chiamato a raccolta i soldati di una “resistenza democratica” al populismo, in primis le "sardine". L’affluenza al voto è stata pertanto in sensibile crescita.
In Calabria la destra (52%) stacca notevolmente, di 21 punti percentuali, l’imprenditore Pippo Callipo scelto dal PD per fare fronte alla pesante eredità della catastrofica giunta Oliverio. La lista civica di Carlo Tansi, ex responsabile della protezione civile, sfiora il 10%.
I 5 Stelle nel giro di pochi mesi passano dalle stelle del trionfo delle elezioni politiche 2018 alle stalle di una clamorosa esclusione dal Consiglio regionale (6,7%). Il fuoco di paglia con cui i grillini hanno giocato si è spento rapidamente e ingloriosamente. I 5 Stelle hanno la responsabilità di avere illuso migliaia di elettori di sinistra e di avere aggravato il quadro della confusione e della passività delle classi subalterne.
La scarsa partecipazione al voto (44%) conferma il quadro generale.
Il PCL, impedito a partecipare al voto da una legge elettorale antidemocratica, ha dato in Calabria indicazione di astensione.
Si tratta, in Calabria e nel Sud, di ripartire dalle pesanti macerie del presente. Nel movimento unitario della sinistra di opposizione il PCL evidenzierà ancor più la necessità di ricostruire una rete di resistenza per rendere chiara una prospettiva anticapitalista e rivoluzionaria. L’unica via d’uscita da una catastrofe che sembra senza fine.

Pino Siclari - PCL Reggio Calabria

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