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Ancora una volta: giù le mani dai curdi!

11 Gennaio 2020

Volantino che verrà distribuito durante il corteo in solidarietà con il popolo curdo previsto a Bologna sabato 11 gennaio

curdi.bologna


Scendiamo di nuovo in piazza a fianco del popolo curdo e in solidarietà con i suoi caduti. Le milizie curde delle YPG sono state determinanti nella sconfitta politica e militare delle organizzazioni reazionarie panislamiste. A Kobane e in tante altre città del nord siriano uomini e donne curde, armi alla mano, hanno dato prova di eroismo autentico. Senza la loro avanzata di terra, palmo a palmo, al prezzo di enormi sofferenze e di un grande sacrificio di vite, i soli bombardamenti aerei non avrebbero potuto piegare ISIS.

Anche per questo il movimento operaio internazionale e le ragioni degli oppressi di tutto il mondo hanno un debito di riconoscenza nei confronti dei combattenti curdi.

In Medio Oriente si fanno sempre più acuti gli appetiti predatori dell'imperialismo americano, le contraddizioni degli imperialismi europei, gli scontri con le potenze regionali come l'Iran, lo Stato sionista e l'Arabia Saudita. Mentre Erdogan dal canto suo, dopo aver invaso parte del territorio curdo con il suo
carico di eccidi a danno delle popolazioni civili, proietta le proprie mire espansioniste anche in territorio libico, mandando truppe a sostegno del governo al-Sarraj in un altro teatro di guerra aperta e di scontri dietro le quinte tra potenze regionali come Turchia, Egitto e Arabia Saudita, potenze globali come la Russia, e sottobanco paesi imperialisti come l'Italia e la Francia.

In particolare, in queste ore sta precipitando il conflitto tra l'imperialismo americano e la teocrazia iraniana. Tuttavia, il nuovo scenario di guerra non ci può far dimenticare l'eroica lotta di resistenza del popolo curdo. Al contrario, proprio nello scenario dato, questa lotta diviene tanto più essenziale.

È necessaria la più vasta azione di solidarietà e di sostegno alla resistenza curda da parte del movimento operaio italiano ed europeo, delle organizzazioni sindacali, delle sinistre politiche, dei movimenti antimperialisti. “Giù le mani dai curdi” deve essere la parola d'ordine di una vasta mobilitazione unitaria e continuativa sotto le ambasciate e i consolati turchi, e contro ogni silenzio e complicità del proprio imperialismo.

Ma gli avvenimenti del Medio Oriente ci consegnano una lezione di fondo, che va al di là dell'emergenza e che interroga la prospettiva. I fatti confermano una volta di più che il popolo curdo, come il popolo palestinese, non ha alleati possibili tra le potenze imperialiste, vecchie e nuove. Nessun imperialismo metterà a rischio i propri interessi strategici per la causa nazionale di un popolo oppresso. E l'interesse strategico di tutti gli imperialismi è sostenere la Turchia e lo Stato sionista, quali migliori tutori dei propri affari in Medio Oriente. Tutte le strategie di accomodamento diplomatico con questa o quella potenza imperialista al fine di guadagnarne i favori si sono rivelate illusioni, sia in campo curdo, sia in campo palestinese. Non hanno favorito i popoli oppressi ma solo i loro avversari.

I curdi, come i palestinesi, possono contare solo sulla propria forza e sul sostegno dei lavoratori di tutto il mondo. La liberazione e unificazione del Kurdistan, come la liberazione della Palestina, possono compiersi solo per via rivoluzionaria, solo attraverso la saldatura della propria causa nazionale con la prospettiva della rivoluzione socialista nella nazione araba e in Medio Oriente. L'unica che può assicurare il pieno diritto di autodeterminazione di tutti i popoli oppressi.

La costruzione dell'Internazionale rivoluzionaria è condizione decisiva per sviluppare questa prospettiva.

Partito Comunista dei Lavoratori

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