Interventi

Coordinamento delle sinistre di opposizione

Diamo prospettiva a un successo

10 Dicembre 2019

Dal successo dell'assemblea nazionale del 7 dicembre a Roma emerge la necessità e la possibilità di un coordinamento delle sinistre di classe in opposizione al governo e per una prospettiva anticapitalista. I punti di forza di questa opportunità e come dare gambe a un progetto e a campagne politiche unitarie per una battaglia classista, anticapitalista, rivoluzionaria e internazionalista. Colpiamo uniti!

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LA SODDISFAZIONE PER L'ASSEMBLEA DEL 7 DICEMBRE

L'assemblea del 7 dicembre al Teatro de' Servi di Roma non può che considerarsi un successo e quindi un ottimo punto di partenza su cui riflettere e da cui trarre le necessarie conclusioni per l'azione dei marxisti rivoluzionari.
Un successo che non può che fornire entusiasmo al principio di questo percorso, ma che deve farci riflettere sia sulle domande politiche di un largo settore di avanguardia e di attivismo che su quelle di settori di classe con maggior coscienza, per fornire le necessarie risposte.

È stato evidente da molti interventi e dal clima della sala – oltre che dall'ampiezza della risposta che ha superato le aspettative degli organizzatori, noi compresi – che da molto tempo si aspettava e si sperava in un percorso di fronte unitario, di coordinamento e collaborazione tra i soggetti politici e sindacali della sinistra di classe e rivoluzionaria. Un percorso che potesse porre fine alla eccessiva frammentazione e alla incomprensibile – per larghi settori di classe e di massa, e sempre più anche per larghi settori di avanguardia – conflittualità e riottosità di questo mondo, soprattutto di fronte alle sfide e alle necessità del momento storico in cui ci troviamo. Sfide e necessità che richiedono ben altro, rispetto a settarie autoreferenzialità, presunzioni di autosufficienza nonostante la sempre più rapida caduta nell'ininfluenza politica e sociale, o direzioni autoproclamantisi detentrici della verità e delle soluzioni a tutto pur non avendo strumenti, forze e spesso capacità per calarle nella realtà e darvi gambe. Usciamo, quindi, dalle gelosie di piccoli tesoretti in esaurimento e dalle guerre fratricide nel deserto per il deserto, così come dal metodo fallimentare della costruzione di vuote e illusorie operazioni di unità ad uso e consumo di tornate elettorali.

Non si può, quindi, non salutare con estrema soddisfazione questo evento e il percorso iniziale che ci si è ripromessi di avviare, con le tre campagne politiche su parole d'ordine centrali, classiste, anticapitaliste, rivoluzionarie e internazionaliste da portare in piazza e, noi crediamo, oltre quella piazza: in ogni quartiere popolare, in ogni luogo di lavoro, in ogni scuola, in ogni casa.


L'UTILITÀ DEL COORDINAMENTO NELLA FASE ATTUALE

Ma oltre all'elemento soggettivo di soddisfazione e speranza, accompagnato da entusiastica voglia di fornire carbutante ed energia a questo motore che si sta assemblando, non si può non riconoscere l'utilità e la necessità di un percorso come questo proprio in funzione della fase in cui ci troviamo.

Sebbene sia vero che generalmente e su larga scala viviamo, soprattutto in Italia, un profondo arretramento della coscienza di classe e un pericolosissimo approfondimento dell'egemonia reazionaria e leghista nelle classi proletarie, rimane altrettanto vero che le contraddizioni della società borghese e capitalistica aprono costantemente faglie economiche, sociali e politiche che possono produrre fenomeni di controtendenza, mobilitazioni, esplosioni di rabbia sociale così come occasioni e varchi per avanguardie e quadri classisti, rivoluzionari, anticapitalisti e internazionalisti.

La stessa grande e media borghesia, di fronte alla crisi economica e alla profonda ristrutturazione degli equilibri mondiali, di fronte alla continua stagnazione e al fallimento di tutte le ricette per la ricerca di una via d'uscita espansiva del capitale, di fronte ad una sempre più realistica apocalisse ambientale e sociale e alle necessarie rivoluzioni industriali, produttive e tecnologiche che la stanno accompagnando (industria e logistica 4.0, green economy, 5G, intelligenza artificiale e robotica, etc.) fatica a trovare sbocchi che possano garantire lo status quo. Ogni loro passo alimenta nuove conflittualità, nuove contraddizioni esplosive, nuove potenziali crisi economiche e sociali, una sempre maggiore divaricazione delle condizioni di vita e una sempre più ampia polarizzazione delle ricchezze e del potere. Faticano anche, quindi, a garantirsi opzioni politiche stabili e funzionali ai propri interessi, generando il mostro della reazione piccolo-borghese e delle controtendenze nazionaliste, sovraniste e populiste.

Nello stesso tempo, la sinistra riformista e quella socialdemocratica, pienamente cooptate nella gestione del sistema borghese e capitalistico, perdono ogni aggancio con le tradizionali classi sociali su cui basavano la propria tenuta e consenso, cercando disperatamente nel ceto medio cittadino in crisi un insufficiente e fluttuante surrogato. A questo consegue il disorientamento e il cedimento su tutta la linea delle dirigenze e delle burocrazie sindacali confederali.
Da una parte questo fenomeno porta tra le braccia della reazione larghi strati delle classi proletarie ma, dall'altra, apre enormi spazi ad una sinistra coerentemente rivoluzionaria, classista, anticapitalista, antisistema, internazionalista e, quindi, radicalmente alternativa.

Per agganciare questa opportunità, però, è necessario avere un peso specifico all'altezza delle sfide della contemporaneità, essere consapevoli di tutto questo, essere capaci di agire e intervenire in maniera efficace e di rappresentare una concreta e realistica alternativa alle opzioni borghesi mainstream sia per l'ampio strato di avanguardia, oggi priva di riferimenti stabili e strutturati, disorientata e demoralizzata, sia per la costruzione di nuove avanguardie e quadri dai settori di classe e di massa maggiormente coscienti, sia, infine, per le masse e le classi sociali che oggi subiscono sempre di più le contraddizioni di questa società.
Un coordinamento che coinvolga tutte le realtà presenti a quell'assemblea, e che sia aperto a nuove interlocuzioni e partecipazioni, è sicuramente un passo in questa direzione, nella costruzione di un percorso sulla base della concretezza di interventi e di una azione comune e unitaria e, soprattutto, capace di allargare questo percorso alle forze sindacali, ai comitati di lotta e alle forze sociali in prima fila nei diversi settori di intervento contro il padronato e questo governo.


LE PROSPETTIVE DI QUESTO PERCORSO

Partire dalle campagne politiche annunciate nella relazione del compagno Ferrando e ribadite nella conclusione del compagno Alboresi è chiaramente un principio realistico e un buon metro di misura per verificare la volontà di dare gambe a un fronte di intervento e a un raggruppamento di avanguardie finalizzato a colpire uniti.

Non rimane quindi, tanto a noi che a tutte le avanguardie e ai quadri coinvolti nell'assemblea, e a coloro che hanno mostrato interesse nel percorso e nelle sue potenzialità, che dar gambe a questo percorso, dare vita in ogni città a coordinamenti territoriali con cui elaborare linee di costruzione di una o più di quelle campagne, valutando la possibilità di coinvolgere altri soggetti non ancora raggiunti o in posizione di osservatori.
Un lavoro che non solo dia concretezza alla manifestazione di piazza di gennaio contro il governo e le destre reazionarie, ma che possa costruire le fondamenta per la continuazione di questa esperienza oltre quella manifestazione, e che usi quest'ultima come suo megafono e rilancio.

Siamo consci che questo percorso potrà vedere intoppi, difficoltà e frizioni, ma crediamo che sia concretamente possibile e auspicabile che, nell'interesse dei lavoratori e delle lavoratrici, degli sfruttati e delle sfruttate, degli oppressi e oppresse, si guardi alla necessità superiore di costruire un riferimento classista e anticapitalista, che lanci parole d'ordine in grado di mobilitare e direzionare le mobilitazioni con rivendicazioni e piattaforme chiare e coerenti, che fornisca non solo la rotta ma anche l'elaborazione degli strumenti necessari per lo sviluppo della lotta di classe in ogni sua forma, per la costruzione dell'autonomia della classe e della spinta al processo di maturazione della coscienza verso la condizione di classe per sé. Un fronte articolato, un'unità d’azione composita, in cui sarà importante saper anche sviluppare processi di polarizzazione e chiarificazione politica intorno a un’impostazione non solo classista e anticapitalista, ma anche conseguentemente internazionalista e rivoluzionaria, in contrasto alle deviazioni sovraniste e populiste che si affacciano negli ambiti di sinistra e che hanno fatto capolino anche in alcuni interventi di questa assemblea.

Anche grazie alla dimostrazione dell'assemblea del 7 dicembre, si mostra sempre più evidente la potenzialità di una battaglia nei settori di avanguardia e in quelli di classe maggiormente coscienti per la costruzione di un polo classista, anticapitalista, rivoluzionario e internazionalista che abbia forza, capacità e possibilità di intervenire in maniera efficace nei luoghi della classe, nei movimenti e nelle mobilitazioni esistenti influenzandole, rafforzandole e direzionandole, promuovendo le sue coordinate programmatiche e rivendicative, divenendo un riferimento per la costruzione di nuove e più generali mobilitazioni della classe e delle masse oppresse.
Quale prospettiva migliore di questa potrebbe esserci per un coordinamento d'azione come quello che si sta andando a creare? Quale prospettiva migliore intercetterebbe oggi quelle domande ed aspirazioni che abbiamo sentito negli interventi dell'assemblea e negli umori generali che l'hanno preceduta, accompagnata e seguita?
Inutile dirlo, nessuna. E sicuramente non un ritorno allo status frammentato, inconcludente e incomprensibile precedente l'assemblea di Roma.
Mettiamoci al lavoro, quindi, compagni e compagne!

Cristian Briozzo

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