Rassegna stampa

Marciare separatamente, colpire insieme: l'ultrasinistra a convegno a Roma contro il Conte Bis

articolo di Repubblica sull'assemblea nazionale del 7 dicembre

9 Dicembre 2019

Un'iniziativa unica che ha visto riunite tre organizzazioni - Partito comunista dei lavoratori, Partito comunista italiano e Sinistra anticapitalista - che non si piegano alla logica del "meno peggio" e al sostegno all'attuale governo

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L'ultrasinistra, da sempre anche ultra-parcellizzata, finalmente si è ricompattata nel dichiarare il suo no al Conte bis. E lo ha fatto oggi a Roma in una assemblea molto partecipata - oltre le più rosee aspettative - al Teatro de' Servi. Nessun posto libero a sedere in platea, oltre 150 persone che non sono riuscite a entrare fisicamente nel teatro. A promuovere l'assemblea tre organizzazioni: il Partito Comunista dei Lavoratori (Pcl) di ispirazione trotzkista, il Partito Comunista Italiano (Pci), che si rifà alla tradizione marxista e leninista, e Sinistra Anticapitalista (Sa), che pure proviene dalla tradizione trotzkista ma somma temi di classe ambientalisti e femministi. "Marciare separatamente, colpire insieme" diceva un vecchio adagio della politica comunista per motivare la politica del fronte unico tra sinistre diverse. L'evento di oggi ha dimostrato che si può fare.

Sul palco la presidenza dell'assemblea, composta da Marco Ferrando (Pcl), Mauro Alboresi (Pci), Franco Turigliatto (Sa), più Imma Barbarossa, della minoranza interna del Partito della rifondazione comunista (Pcr). Anche Potere al Popolo ha aderito, con la partecipazione di Giorgio Cremaschi. Dopo ampia discussione interna ha aderito anche Rifondazione, con la presenza in sala di Maurizio Acerbo (segretario) e di Eleonora Forenza, ex eurodeputata, della minoranza di sinistra interna che più si è battuta nel Prc per la sua adesione alla iniziativa.

La platea delle presenze ha visto, oltre a una parte del corpo militante delle tre organizzazioni promotrici, una diffusa partecipazione di attivisti sindacali e di movimento senza partito. Sono intervenuti a nome delle rispettive organizzazioni la opposizione interna alla Cgil ( "Riconquistiamo tutto"), il Sindacato Generale di Base(SGB), il Si Cobas. C'erano anche esponenti sindacali di aziende in lotta come Whirpool e Unicredit e una esponente del movimento di lotta contro la "Autonomia differenziata".

L'assemblea è stata introdotta da Ferrando, che ha presentato il senso dell'iniziativa. "L'assemblea nazionale unitaria delle sinistre di opposizione non vuole essere e non sarà né l'ennesima prefigurazione di un cartello elettorale, né l'embrione di un nuovo soggetto politico da costruire in laboratorio. Vuol essere una strumento di unità d'azione sul terreno della lotta di classe e dei movimenti sociali". Una unità che mira dunque a unificare l'azione di tutte le sinistre che si collocano all'opposizione "del governo del capitale", in controtendenza con le dinamiche di dispersione e frammentazione di questi anni.

L'obiettivo è dunque ricostruire un'opposizione sociale, di classe e di massa, contro il governo Conte e contro la destra. L'assemblea "non mette in discussione l'autonomia politica dei diversi soggetti che vi concorrono, ma vuole valorizzare una battaglia comune". Forte il richiamo esemplare allo sciopero generale in corso in Francia contro "la legge Fornero di Macron". La tesi è che solo la ricomposizione di un fronte di opposizione di massa può sbarrare la strada alla destra. Una destra che invece viene concimata dalla continuità delle politiche padronali del governo Pd, M5S, Renzi, Leu - reo di aver riportato "la presenza diretta del grande capitale al posto di comando" - e dalla subalternità a queste politiche sia della sinistra parlamentare che dei vertici della Cgil. Forte inoltre la connessione proposta tra rivendicazioni di classe e ragioni ambientaliste e femministe.

Nel corso dell'assemblea sono state approvate tre campagne unitarie. La prima per la riduzione generale dell'orario di lavoro a parità di paga ("il lavoro che c'è sia distribuito tra tutti affinché nessuno sia privato del lavoro"). La seconda per vere nazionalizzazioni, a partire dalle aziende che licenziano, delocalizzano, inquinano ( "se i padroni licenziano i lavoratori, i lavoratori hanno diritto a rivendicare il licenziamento di quei padroni"). E infine una campagna sul terreno politico, che mette insieme più rivendicazioni: cancellazione dei decreti sicurezza e degli accordi infami con la Libia; rottura dell'Italia con la Nato e ritiro delle truppe italiane da tutte le missioni militari.

Su questi temi e attorno a queste campagne è stata indetta una giornata di mobilitazione nazionale a fine gennaio, preparata da assemblee e iniziative locali. Per sviluppare questo intervento è stato promosso un "Coordinamento nazionale dell'unità d'azione" aperto a tutte le organizzazioni che sono "disponibili a impegnarsi sul terreno della comune opposizione di classe".

Monica Rubino

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