Prima pagina

Stretti come sardine sì, ma non ciechi e tanto meno muti

30 Novembre 2019

Testo del volantino del PCL

sardine_manif


Condividiamo il sentimento di fondo che anima tante piazze di giovani. Partecipiamo a queste piazze. Sentiamo anche noi la stessa nausea profonda per le culture xenofobe, misogine, reazionarie dei Salvini e delle Meloni, la loro vocazione autoritaria, il loro uso cinico dei sentimenti religiosi con tanto di esibizione di croci e di madonne, il loro disprezzo per le donne e per i soggetti LGBTQIA+, il loro militarismo tricolore in abito di polizia. Dio, Patria, Famiglia sono ovunque bandiere di regime. Per Salvini forse una cinica recita elettorale. Per Meloni un’autentica tradizione fascista. In entrambi i casi una minaccia seria.

E tuttavia l'opposizione alla destra reazionaria nutre un sentimento, non indica una prospettiva, né rimuove gli interrogativi. Perché questa cultura miserabile raccoglie attorno a sé tanto consenso? Perché lo raccoglie assai spesso nei luoghi di lavoro, nelle periferie metropolitane, in ampi settori di popolo? Lo raccoglie perché la classe lavoratrice è stata abbandonata a sé stessa proprio da coloro che avrebbero dovuto difenderla nella crisi più grande del dopoguerra. Non solo: i vertici della sinistra politica e sindacale o di quella che nella comunicazione pubblica è rappresentata (abusivamente) come “la sinistra” (il PD), hanno direttamente gestito o avallato l'attacco alla propria base sociale. Precarizzazione dilagante. Privatizzazione di aziende e servizi. Tagli alla spesa sociale. Abolizione dell'articolo 18. Attacco alla istruzione pubblica. Legge Fornero sulle pensioni. Questa è stata la politica del PD o dei governi da questo sostenuti, con la copertura delle burocrazie sindacali e in più occasioni della stessa sinistra cosiddetta radicale (come Rifondazione Comunista nei governi Prodi). Se la sinistra non è più riconoscibile o è identificata con le élite non è forse in ragione di questo tradimento vero e proprio? La destra ha solo raccolto i frutti di questa semina. Il meno peggio ha spianato la strada al peggio. È la lezione degli ultimi quarant'anni.

Del resto, basta guardare al presente. Il governo PD-M5S, nato formalmente in contrapposizione a Salvini, non sta forse conservando le peggiori misure di Salvini?
Lo vediamo coi decreti sicurezza rimasti intatti, e al più ritoccati nella forma, proprio per conservarne la sostanza. Lo vediamo con la difesa degli accordi infami con la guardia costiera libica, già di Minniti e poi di Salvini. Lo vediamo con la conferma di tutte le missioni militari in terre lontane e teatri di guerra, circondate più di ieri dall'impenetrabile segreto (come in Libia). Lo vediamo sul piano sociale con la salvaguardia della legge Fornero, del Jobs Act, di tutte le leggi di precarizzazione del lavoro che hanno massacrato negli ultimi vent'anni una intera generazione per ingrassare i profitti. Del resto, il Presidente del Consiglio non a caso è rimasto lo stesso, ha solo rimpiazzato la Lega col PD, col trasformismo più disinvolto.

Poi sì, è vero, i toni di Conte sono diversi da quelli di Salvini e Meloni, ci vuole poco. Ma i toni cerimoniosi e istituzionali servono solo a rifarsi il trucco e confezionare meglio la stessa merce. Col risultato oltretutto di regalare proprio a Salvini nuovo consenso e una possibile rivincita.

E allora certo, tutti insieme nelle piazze, stretti come sardine, contro Salvini e la destra! Ma proprio per questo rivendicando la cancellazione delle misure di Salvini e dunque l'opposizione al governo che le mantiene. Proprio per questo facendo la scelta di campo dalla parte del lavoro contro il capitale, quale che sia il suo governo. Perché questa è la frontiera vera dello scontro.


Via i decreti sicurezza!
Via le missioni di guerra!
Via la Legge Fornero, via il Jobs Act, via la precarietà del lavoro!
Comandino i lavoratori, non i grandi azionisti, le banche i capitalisti!
Si riorganizzi la società su basi nuove e da cima a fondo, rompendo una volta per tutte col capitalismo che sfrutta e inquina! Perché né l'uomo né la natura siano ridotti a merce!

Partito Comunista dei Lavoratori

CONDIVIDI

FONTE

ALLEGATI