Dalle sezioni del PCL
STOP PRECARIETA'
19 Gennaio 2008
Sono ormai circa dieci anni che nel nostro paese si è sviluppata la flessibilità selvaggia con il conseguente incremento senza precedenti della precarietà di massa. Fu il cosiddetto “pacchetto Treu” a lanciare questo attacco selvaggio alle condizioni di vita e di lavoro di milioni di giovani (e non solo).
Il pacchetto Treu non era che una delle varie misure antioperaie e antipopolari che i vari governi di centrosinistra hanno preso nel corso degli anni ’90 e in particolare proprio durante il primo governo Prodi, cioè con l’insieme delle forze della sinistra all’interno della maggioranza.
Il governo Berlusconi ci ha poi aggiunto del suo, aggravando ulteriormente in particolare la precarietà con la legge 30, ma dal punto di vista sociale i fatti dimostrano che non c’è differenza sostanziale tra governi di destra e di centrosinistra, in quel gioco di alternanza che è il quadro di dominio politico e sociale del grande capitale e in cui il ruolo del centrosinistra è quello di cercare di fare il “lavoro sporco” con il minimo prezzo sociale. Il nuovo governo Prodi continua sulla strada dei suoi predecessori. Naturalmente, fatto un pacchetto Treu (e aggiuntasi per di più la legge 30) non si può farne un secondo, ma la precarietà viene mantenuta e si attuano nuove politiche di attacco allo “stato sociale” al salario e all’occupazione a partire dall’attuale legge finanziaria e dal protocollo sul welfare.
Una finanziaria che lungi dal far “piangere i ricchi” regala ai capitalisti, col taglio del “cuneo fiscale”, la bellezza di 9 miliardi di euro l’anno, cioè ingrassa i profitti. Mentre i lavoratori si vedono ridurre il
salario reale con l’aumento dei contributi, i vergognosi tickets sanitari, l’aumento certo delle tasse locali e la riduzione ulteriori dei servizi.
Ma miliardi per incrementare massicciamente le spese militari per le guerre coloniali dell’imperialismo italiano e centinaia di milioni per la scuola privata (mentre si tagliano i posti di lavoro nell’insegnamento) quelli si trovano.
È necessaria un’alternativa che metta in discussione anche il ruolo delle burocrazie sindacali (a partire dalla CGIL) che si sono compromesse col governo firmando il protocollo sul welfare del 23 luglio che preserva la legge 30 sulla precarietà e innalza l’età pensionabile colpendo i giovani e le loro pensioni future.
La precarietà non è solo una condizione lavorativa, ma abbraccia anche molti altri aspetti della vita, basta dare uno sguardo al diritto allo studio e nel particolare all’UNICAL. Con l’insediamento del governo Prodi e del ministro Mussi per l’Università lo stato di salute degli atenei italiani è rimasto invariato. La tanto odiata riforma Moratti è stata oggetto, da parte del governo in carica, di un decreto attuativo (altro che abrogazione!).
I fondi per gli atenei sono sempre più scarsi, basti pensare che la nostra Università deve fare i conti con il taglio di circa 17milioni di euro, con il risultato che probabilmente la qualità della didattica e dei servizi andrà a peggiorare, questo deficit potrà pesare nelle tasche delle famiglie degli studenti iscritti presso l’ateneo calabrese. Inoltre gli studenti del corso di laurea in mediazione linguistica devono subire la chiusura del corso e gli studenti della SSIS IX Ciclo, nonostante paghino profumatamente l’abilitazione all’insegnamento, non saranno inseriti nelle graduatorie provinciali utilizzate per l’assegnazione dei posti di ruolo.
Per questo ci battiamo, unico partito in Italia, per l’abrogazione del Pacchetto Treu, della legge 30 e delle riforme universitarie (Zecchino-Berlinguer e Moratti).