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Un presidente per tutte le stagioni

La commedia semiseria della politica borghese

29 Agosto 2019
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Il trasformismo politico contro ogni senso del pudore: il discorso odierno del Presidente del Consiglio incaricato è nel suo genere un manifesto letterario.

Il Presidente incaricato Giuseppe Conte si offre per ogni stagione. L'anno scorso si presentò come il presidente “del cambiamento”, oggi come il presidente "della novità”. Di nuovo non c'è dunque nulla se non il cambio della maggioranza per cui si candida. L'importante è restare «l'avvocato del popolo», semmai cambia il popolo che l'avvocato difende. Sino a un paio di settimane fa Conte faceva l'avvocato della Lega (e avrebbe continuato ancora a lungo), mettendo il suo timbro sull'affogamento dei migranti o sulla galera per i manifestanti (decreto sicurezza bis). Poi Salvini l'ha scaricato puntando al voto, e allora l'avvocato cambia cliente. «Non rinnega» il vecchio cliente (non si sa mai, per il futuro...), si candida semplicemente ad assisterne un altro, il PD. Il nuovo cliente non ha grandi pretese, non gli par vero di tornare al governo dopo un anno di sofferto digiuno. In più porta in dote la nomenclatura dei poteri forti, la rappresentanza del grande capitale, il plauso dei mercati e delle cancellerie europee. Può l'avvocato del popolo resistere a tanta grazia? Non può. Deve solo imparare la parte in commedia richiesta dal nuovo assistito. Democrazia, Giustizia, Uguaglianza, Solidarietà, assieme alla tutela dell'Ambiente e all'immancabile Pace nel mondo... il nuovo vocabolario è recitato con l'aria compunta di un dichiarato seguace di Padre Pio: pace e bene, non c'è altro. E tuttavia spicca la gentilezza della posa, l'eleganza dell'abito, la compostezza dell'incedere, assieme alla furbizia sorniona dello sguardo. Così, almeno, dicono i sondaggi di popolarità. Il nuovo cliente (PD) aveva qualche dubbio, ma si è convinto che è l'avvocato giusto per incantare il suo popolo.

Un problema lo pone invece l'altro cliente assistito, il M5S. Il M5S faceva parte della vecchia clientela dell'avvocato, anzi ne decretò la fortuna quando Conte ancora non era nessuno. Di più: l'avvocato fu proprio l'invenzione del vecchio cliente (Di Maio), che pensò di usarlo a difesa delle proprie cause e come paravento (provvisorio) delle proprie ambizioni. Ma il vecchio cliente non poteva prevedere che l'avvocato si sarebbe messo in proprio, avvantaggiandosi delle sue disgrazie, e minacciando persino di rimpiazzarlo alla testa della sua azienda a Cinque Stelle. Tanto meno poteva pensare al tradimento dell'avvocato. È l'avvocato che nel discorso contro Salvini al Senato si è offerto di fatto al nuovo cliente PD; è l'avvocato che dal G7 a Biarritz ha definitivamente sbarrato la strada al ritorno di Di Maio con la Lega (e alla presidenza del Consiglio offerta a Di Maio da Salvini); ed è l'avvocato che oggi (pare) si permette di rifiutare a Di Maio la vicepresidenza del Consiglio, precipitando ingrato la sua caduta politica. No, questo il vecchio cliente non lo aveva previsto. E per lui la pena più grande è dover far buon viso a cattivo gioco, dover presentare come successo la propria sconfitta, e persino confezionare il (solito) quesito truffa sulla piattaforma Rousseau (“Volete o no la giustizia?” o similia) per incoronare il traditore e celebrare il suo successo.

Questa è la miseria della politica borghese, e il biglietto da visita del nuovo governo. Un comitato d'affari del capitale popolato da saltimbanchi gli uni contro gli altri armati, in una guerra che attraversa gli stessi partiti, sospinta da una logica di clan e di ambizioni personali (Renzi nel PD, Di Battista nel M5S...), priva di ogni parvenza, anche solo parvenza, di nobiltà.
Se oggi un avvocato del nulla fa il Presidente del Consiglio è solo perché ha saputo destreggiarsi in questa guerra, usando le debolezze di tutti in funzione della propria carriera. Si potrebbe persino sorriderne, ma non è il caso. Perché il trasformismo è un fattore politico serio della vicenda italiana. Serve a ingannare gli sfruttati, perché nasconde loro la realtà dietro il sipario della finzione scenica. Ma serve anche, per contrasto, alle mire della destra.

Il copione dei ruoli è già scritto. La destra reazionaria di Salvini e Meloni userà la denuncia demagogica del trasformismo PD-M5S (i “poltronari”) per costruire nelle piazze la propria opposizione. Il governo PD-M5S userà l'opposizione reazionaria per subordinare le sinistre al proprio carro. Le sinistre che appoggeranno il governo non solo saranno partecipi del trasformismo, ma aiuteranno con questo la demagogia reazionaria, che già si è nutrita per anni delle politiche del PD e della subalternità delle sinistre, e che oggi non attende di meglio che presentarsi in piazza come l'unica opposizione. Per questo preparare e costruire l'opposizione al nuovo governo dal versante del lavoro non è solo la difesa dei suoi interessi di classe indipendenti, ma è anche l'unica via per sbarrare il passo alla reazione, per levare a Salvini lo spazio della rivincita.

Partito Comunista dei Lavoratori

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