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Sinistra Italiana e PRC per un governo di centrosinistra allargato a destra (M5S)?

19 Agosto 2019
la_sinistra


Non sappiamo, né possiamo sapere, come si concluderà la crisi politica aperta da Salvini. Ma sappiamo come le sinistre italiane si sono posizionate al riguardo, da SI al PRC. È bene fissare a futura memoria le loro posizioni al piede di partenza della crisi. Perché nulla fotografa meglio la natura reale di questi partiti quanto la loro posizione pubblica al riguardo.


FRATOIANNI E ACERBO PER UN GOVERNO PD-M5S-LEU

Partiamo da un fatto incontestabile: Sinistra Italiana e Rifondazione Comunista, coi loro segretari nazionali, hanno rivendicato pubblicamente, e tuttora rivendicano, la formazione di un governo PD-M5S-LeU.

Nicola Fratoianni nell'intervista alla Stampa del 14 agosto è stato inequivoco. Chiede di «costruire un'alleanza larga, programmatica, con PD, M5S e LeU contro Salvini e il centrodestra». In Parlamento, dichiara Fratoianni, «esiste una nuova maggioranza possibile tra PD, M5S e LeU», come dimostrato dal voto del 13 agosto al Senato sul calendario parlamentare della crisi. «Visti i numeri, bisogna fare questo tentativo: per costruire un'alleanza larga che possa battere Salvini... È al PD che spetta l'onere di avanzare una proposta sui contenuti per lavorare a questa alleanza. Non credo che sia il momento di scontri e divisioni». Reddito di cittadinanza e lotta alla precarietà del lavoro sono indicati da Fratoianni come possibili punti di convergenza.

Non è da meno Maurizio Acerbo, segretario nazionale del PRC. Il 9 agosto Acerbo dichiara che Salvini può essere fermato con la formazione di una nuova maggioranza di governo nel Parlamento attuale: «Basterebbe che PD e M5S si decidessero a dare vita a una coalizione... Un nuovo governo può legittimamente nascere... Vedano di mettere Salvini all'opposizione». Il 12 agosto, sul Fatto Quotidiano, Acerbo rilancia: «È un fatto positivo che Grillo abbia avanzato la proposta di una maggioranza diversa...». Il tutto nel nome dell'interesse generale del Paese. La riforma proporzionale della legge elettorale è indicata come possibile contenuto della nuova intesa.


CONTRO SALVINI, MA DA QUALE VERSANTE DI CLASSE?

Ora, si tratta di essere chiari. Non è certo in discussione la contrapposizione a Salvini e ai suoi progetti reazionari, né la centralità della contrapposizione alla reazione. Non siamo tra quelli che anche a sinistra, magari con richiami formali “comunisti” (Rizzo), hanno coltivato ambiguità sovraniste o posizioni equivoche sui migranti o la cultura dell'indifferenza sui diritti civili.

Ma la domanda è: da quale versante di classe ci si contrappone alla reazione? Questa è la linea di demarcazione decisiva, e non solo in Italia. È una questione di principio e al tempo stesso eminentemente pratica. Davvero si pensa che si possa fermare Salvini a braccetto di PD e M5S, attraverso un governo da questi formato? Il PD e i suoi governi non sono solo quelli che hanno soppresso l'articolo 18 e attaccato frontalmente la scuola pubblica, nel nome degli interessi del grande capitale. Sono anche quelli che, così facendo, hanno spianato la strada alla Lega, hanno concimato il suo terreno di pascolo sugli immigrati (Minniti), e che tuttora convergono con la Lega su TAV e “secessione dei ricchi” (progetto di autonomia di Emilia Romagna), alla faccia del progressismo di Zingaretti. Quanto al M5S è il partito zelig che ha votato in modo determinante tutte le misure forcaiole di Salvini, a partire dagli infami decreti sicurezza, e che oggi ha come unica ragione la propria sopravvivenza politico-istituzionale, a braccetto di chiunque offra loro garanzie, a qualunque tavolo negoziale, e persino a diversi tavoli contemporaneamente, con il cinismo più spregiudicato. Lo hanno fatto nel Parlamento Europeo, lo fanno nel Parlamento italiano. Davvero il matrimonio tra PD e M5S sarebbe l'argine democratico contro la destra? Oltretutto i gruppi parlamentari del PD sono a maggioranza renziani, e sarebbero parte determinante della nuova maggioranza di governo. Un governo con Renzi non sarebbe la migliore bandiera per Salvini?


LA LEZIONE DELL'ESPERIENZA, L'ETERNO RITORNO DEL RIFORMISMO

Fratoianni e Acerbo si nascondono dietro la proposta dei famosi “contenuti” di svolta, il primo la lotta alla precarietà, il secondo la legge proporzionale. Ma il PD e i governi di centrosinistra sono proprio quelli che hanno introdotto la precarizzazione del lavoro, sin dai tempi del Pacchetto Treu del 1997 (votato da Bertinotti, Cossutta, Rizzo e Ferrero). Anche allora fu invocata l'emergenza democratica (contro Berlusconi) per giustificare “una nuova maggioranza parlamentare”. Anche allora la nuova maggioranza parlamentare fu annunciata come leva di riforme sociali e di progresso. Ma i lavoratori subirono per mano di Prodi, grazie al voto dei “comunisti”, il record delle privatizzazioni e dei tagli sociali, a tutto vantaggio proprio di... Berlusconi, che da lì a qualche anno si sarebbe ripreso l'Italia. Davvero l'esperienza non insegna nulla? Davvero ogni volta si ricomincia da capo, ieri con Berlusconi, oggi con Salvini?

Né vale l'evocazione della legge elettorale proporzionale per giustificare il governo PD-M5S. Intendiamoci, siamo da sempre proporzionalisti coerenti. Al punto che sin dagli anni '90 la minoranza rivoluzionaria del PRC si batté contro le proposte di legge elettorale avanzate dalla maggioranza dirigente (Bertinotti, Cossutta, Rizzo, Ferrero) che rivendicava assurdamente la soglia di sbarramento elettorale del 5% (!), con esplicito riferimento alla legge elettorale tedesca (nata oltretutto in chiave anticomunista). Ma una legge elettorale promana dal Parlamento, non dal governo. E in ogni caso un governo... governa, non può limitarsi alla legge elettorale. Un governo del PD liberale e della destra pentastellata sarebbe un nuovo governo del capitalismo italiano, un (altro) comitato d'affari dei suoi interessi, in Italia e in Europa. PD e M5S sono già parte entrambi della nuova maggioranza politica dell'Unione Europea, dunque dei suoi ordinamenti e politiche di rapina, in Europa, Africa, America Latina... Non a caso è proprio nel nome della nuova maggioranza europea che oggi Romano Prodi si è pronunciato per una analoga maggioranza di governo in Italia. La stessa che formalmente rivendicano... Fratoianni e Acerbo. I quali peraltro per ben cinque anni complessivamente (1996/'98 e 2006/2008) hanno appoggiato i governi di Romano Prodi, prima da "giovani comunisti" poi da autorevoli parlamentari del PRC.
Come si vede la ruota gira, ma il riformismo è condannato all'eterno ritorno dei propri passi. Talvolta passando dalla tragedia alla farsa, ma è un'altra questione.

In ogni caso i compagni Fratoianni e Acerbo possono stare tranquilli. Non sappiamo se un nuovo governo PD-M5S vedrà la luce. Ma sappiamo, come tutti sanno, che il negoziato è in pieno svolgimento, con la benedizione solenne dei padri putativi del centrosinistra italiano e della UE. E che i gruppi dirigenti di SI e PRC possono dunque trovare il conforto, ancora una volta, di questa pessima sperimentata compagnia.

Partito Comunista dei Lavoratori

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