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Il TAV passa sulle rotaie a 5 stelle

25 Luglio 2019
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La svolta annunciata dal Presidente del Consiglio a favore del TAV Torino-Lione è una pietra tombale sulla pubblica credibilità del M5S. Il tentativo di Di Maio di salvare la faccia con un no di bandiera in Parlamento serve solo a coprire la scelta di restare al governo nonostante il Sì TAV. Una recita squallida e penosa che può ingannare solo gli imbecilli.

La verità è che il M5S ha scelto di sacrificare la finzione No TAV alle proprie poltrone di governo.
Avevamo previsto da tempo che questo sarebbe stato lo sbocco del governo Salvimaio, contro tutte illusioni sparse a piene mani anche in ambienti della sinistra sul possibile ruolo progressivo del M5S. Ora parlano i fatti. E i fatti sono definitivi. Dopo il voltafaccia su TAP, il voltafaccia su TAV. Il M5S dà la propria benedizione all'opera infrastrutturale che da decenni è invocata dal padronato, dalla sua stampa, dai suoi comitati d'affari, da tutti i loro partiti (PD, Lega, FI, FdI...), e naturalmente dalla Unione Europea. Un'opera nociva dal punto di vista ambientale, socialmente inutile e costosa, utile solo per i profitti dei capitalisti.

Il recente ingresso del M5S nella nuova maggioranza di governo in Europa in cambio (pare) della propria ammissione al gruppo parlamentare liberale, ha contribuito sicuramente al voltafaccia. Ma la ragione prevalente è la salvezza ministeriale di Di Maio, pronto a tutto (ma anche al suo contrario) pur di restare al governo. Oggi in compagnia di Salvini, domani chissà. Ciò che conta è l'immancabile cravatta da ministro e le sue posture sorridenti da televendita. Il resto è dettaglio. Il TAV era da tempo un fastidioso ingombro per le sue ambizioni. Oggi l'ingombro è rimosso.

Da notare il risvolto politico della faccenda. Conte si è mosso con l'astuzia di un avvocato di provincia che gioca a fare la nuova riserva della Repubblica, tra i plausi della grande stampa, l'avallo del Quirinale, il gioco di sponda con le cancellerie europee. A tutti costoro il Presidente del Consiglio aveva promesso da tempo il bottino agognato del TAV, quale prova di affidabilità istituzionale e di un ruolo autonomo nella maggioranza. Ma per recitare la parte sino in fondo e portare a casa il risultato a Conte mancava il lasciapassare 5 Stelle. Ora il lasciapassare è arrivato, e Conte ha giocato la carta della “svolta”, guarda caso, proprio alla vigilia del dibattito parlamentare sul Russiagate e del confronto decisivo sulle autonomie. Con l'obiettivo di fornire a Salvini un argomento in più per continuare a sostenere il governo, e di aiutarlo a reggere le pressioni contrarie dei suoi governatori di Lombardia e Veneto. Il M5S ha svolto in tutto questo il ruolo dello zerbino. Ma uno zerbino consapevole, cinico, determinante.

Ora il governo, compiuta la svolta, andrà giù pesante. Il Ministro degli Interni in divisa di polizia ha già annunciato che “non verranno tollerate resistenze alle decisioni democratiche della legge”. È l'annuncio del pugno di ferro in Val Susa e non solo, un pugno di ferro già praticato in questi anni da ambienti diversi della magistratura, e che ora verrà ulteriormente inasprito.

Contro il TAV, contro il governo che lo propugna, contro tutti i partiti che lo sostengono, M5S incluso, è il momento dell'opposizione e della mobilitazione.
La linea politica dello scontro è oggi ancor più chiara di ieri. Da un lato si dispiega il fronte unico dei sostenitori capitale, siano essi liberali o reazionari, che destinano altri miliardi di soldi pubblici, pagati dai lavoratori e dalle lavoratrici, alla torta di un grande affare privato. Dall'altro lato va costruito il fronte unico di tutti i suoi oppositori, a partire naturalmente dal movimento No TAV della valle, ma con l'obiettivo di allargare il campo di gioco. Un fronte chiamato ad un'opposizione determinata, tenace, di massa, capace di intrecciare le ragioni No TAV alle ragioni di milioni di salariati sul terreno della lotta di classe, e per un'alternativa di società.

Con questa posizione il PCL parteciperà alla grande manifestazione indetta dal movimento No TAV in Val di Susa sabato 27 luglio.

NO AL TAV E A TUTTI I PARTITI CHE LO SOSTENGONO O LO AVALLANO!
PER UNA ALTERNATIVA DEI LAVORATORI E DELLE LAVORATRICI!

Partito Comunista dei Lavoratori

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