Dalle sezioni del PCL

In risposta all’art. di Stefania Podda “Se la cultura è lo specchio della politica, allora dobbiamo smettere di leggere?”

Pubblicato su Liberazione sabato 12 gennaio

15 Gennaio 2008

“Anche dopo 50 anni di vita come esule Palestinese mi sento ancora sgomento per il modo in cui Israele e i suoi sostenitori continuano a negare il fatto che è passato mezzo secolo senza che Israele abbia restituito, riconosciuto o ammesso i diritti umani dei palestinesi e senza che, come i fatti mostrano senza alcun dubbio, questa sospensione dei diritti sia connessa alle politiche ufficiali di Israele…..la Nakba viene caratterizzata come un evento semi-fictional…causato da nessuno in particolare” denunciava nel 1998 Edward Said a commento delle celebrazioni USA di “ i 50 anni di Israele”.

E i 10 anni che ci separano da quella data hanno segnato un’ulteriore devastazione della terra di Palestina e violazione dei diritti di tutto un popolo che rivendica la propria unità nelle sue tre parti: chi vive nei territori occupati, chi vive in Israele e chi vive in esilio nei campi profughi.

Lo storico ebreo israeliano Ilan Pappe non esita a parlare di genocidio nella Striscia di Gaza e di pulizia etnica in Cisgiordania.
La politica coloniale dello Stato di Israele è alle corde, costretta a ricorrere a pratiche estreme nel disperato tentativo di rendere onore alla strategia di dominio condensata nel famoso diktat sionista: “ una terra senza popolo per un popolo senza terra” .

Sono 60 anni di esilî, di espropriazioni, di saccheggi, di lutti infiniti per un popolo che vuole vivere in giustizia e libertà nella propria terra, e che non si arrende.

Non possiamo affidare le sorti del popolo palestinese ai pacifisti israeliani, i mondani Grossman, Yehoshua, Oz, così ammirati nell’occidente intellettuale per il loro bello scrivere e così consapevolmente utili al colonialismo sionista.
Perché, per costruire la pace giusta, bisogna che Israele riconosca i suoi torti, bisogna che Israele abdichi al suo progetto sionista di conquista coloniale , riconosca le pratiche terroriste messe in atto per instaurare il suo dominio in Palestina, si prenda la vergogna delle condizioni di emarginazione razzista cui ha ridotto gli arabi dentro e fuori il suo Stato.

Stefania Podda è in errore: il nostro messaggio, nel sostenere il boicottaggio alla Fiera del Libro 2008 di Torino, non è di smettere di leggere, anzi è di leggere di più e meglio. Le case di chi si sta preparando a boicottare questa Fiera sono stracariche di libri, riviste, giornali. Proprio perché amiamo la cultura, non vogliamo legittimare la scelta di onorare lo Stato di Israele, e organizzeremo tutte le nostre attività per far conoscere e sostenere gli scritti di chi propone come strada per una pace giusta la ricomposizione della Palestina storica, dove vivano in condizioni di uguaglianza i Palestinesi e tutti quanti scelgano questa terra come loro casa.

Solo il superamento dello Stato coloniale può aprire il varco alla convivenza tra arabi ed ebrei in una Palestina in cui la piena autodeterminazione dei palestinesi possa convivere con il diritto all’autodeterminazione della minoranza ebraica.

Vito Bisceglie – PCL Torino

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