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Giorgio Nebbia e l'ecologismo anticapitalista

5 Luglio 2019
giorgio_nebbia


Si celebrano oggi i funerali di Giorgio Nebbia, la principale personalità politica e intellettuale della tradizione ambientalista in Italia. Ma anche il principale fustigatore di un ambientalismo elettoralista unicamente dedito a sfruttare i disastri ecologici del pianeta ai fini del proprio riciclaggio nella società capitalista e nei suoi governi.

Giorgio Nebbia non era un marxista rivoluzionario, ma neppure un ecologista da salotto. L'indagine sulle responsabilità del capitale nel saccheggio della natura è stata sempre al centro della sua riflessione. Le merci e i valori: per una critica ecologica del capitalismo fu non a caso la sua opera migliore. Nebbia peraltro non fu solo un teorico; unì sempre la propria riflessione al sostegno attivo, politico e intellettuale, alle principali battaglie ambientaliste, dall'opposizione al nucleare al movimento per l'acqua pubblica sino alla battaglia per la riconversione energetica.

Giorgio Nebbia non contrappose mai le ragioni dell'ambiente alle ragioni del lavoro, fece anzi esattamente l'opposto. Spiegò che lo sfruttamento della forza-lavoro sospinto dalla massimizzazione del profitto è lo stesso fattore distruttivo dell'ambiente di vita dell'uomo stesso. Il suo ecologismo non fu mai al di sopra delle classi, basti pensare alla sua denuncia del caporalato nello sfruttamento degli immigrati da parte della agroindustria come documentazione della relazione tra sfruttamento del lavoro, impoverimento della terra, inquinamento dei cibi.

Il suo ecologismo infine fu sempre di impronta internazionalista, fuori da ogni illusione da green economy propria del neokeynesismo patrio.
Molto significativa in questo senso, pochi mesi prima della sua scomparsa, la presa di posizione di Giorgio Nebbia sui cambiamenti climatici, tema sollevato dal movimento ecologista della nuova generazione.

Come ebbe a dire un anno fa, «gli effetti negativi dei cambiamenti climatici potrebbero essere contenuti con una limitazione delle attività inquinanti, ma qualsiasi tentativo in questa direzione è finora fallito perché danneggia potenti interessi economici, gli affari, le finanze, le imprese, i produttori di petrolio e di energia o gli sfruttatori delle terre agricole e delle foreste.» (Clima, una lunga storia con i suoi inascoltati profeti, Il Manifesto, 10 luglio 2018)
È di fatto una denuncia senza appello del capitalismo.

Il nostro compianto compagno Tiziano Bagarolo, tra i fondatori del PCL e suo dirigente nazionale, il compagno che più di ogni altro in Italia investì sulla questione ambientale dal punto di vista del marxismo rivoluzionario, fu non a caso estimatore ed interlocutore assiduo di Giorgio Nebbia, il quale a sua volta manifestò molta attenzione per i lavori di Tiziano, al punto di chiedere di poter disporre dei suoi materiali per il proprio archivio dopo la sua morte prematura.

Anche per questo abbiamo voluto scrivere in ricordo di Giorgio Nebbia queste righe, le stesse che Tiziano avrebbe scritto.

Karl Marx – che Nebbia tanto amava – così scrisse nel Capitale: “Dal punto di vista di una elevata formazione economica della società, la proprietà privata del globo terrestre da parte di singoli individui apparirà così assurda come la proprietà di un uomo da parte di un uomo.”

Le critiche di Giorgio Nebbia al capitale trovano nella rivoluzione socialista l'unico possibile sbocco. Liberazione dell'uomo e della natura sono da sempre due facce inseparabili del progetto comunista internazionale. Oggi più ancora di ieri.

Partito Comunista dei Lavoratori

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