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Contro le destre reazionarie di Lega e M5S

No al PD liberale. Vota a sinistra

16 Maggio 2019

Nessuna illusione sul riformismo. Per un'alternativa delle lavoratrici e dei lavoratori in Italia e in Europa. Unire le lotte. Costruire il partito rivoluzionario

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Le elezioni europee del 26 maggio sono un passaggio importante della politica italiana.
Lega e M5S si azzuffano ogni giorno per incamerare voti, ma gestiscono da un anno una politica di elemosine sociali messe a carico dei destinatari, mentre continuano a detassare i profitti miliardari e a pagare il debito pubblico alle banche, tagliando su scuola, sanità, servizi. Il progetto di “autonomia differenziata” mira alla regionalizzazione dei rapporti di lavoro e a un ulteriore impoverimento delle regioni del Sud, a tutto vantaggio del padronato del Nord e dei suoi affari. Altro che governo del cambiamento! In più il governo cerca di dirottare la rabbia sociale contro gli immigrati, con misure forcaiole (decreto sicurezza) per impedire che si rivolga contro i capitalisti, quelli che loro proteggono, mentre rilancia la crociata contro i diritti delle donne e legittima le organizzazioni fasciste, che si avvalgono della copertura e degli ammiccamenti di Salvini per allargare e moltiplicare le proprie provocazioni e aggressioni squadriste.
Il primo dovere è opporsi a questo governo reazionario e ai suoi partiti.

Ma l'alternativa non può essere certo il PD. Un partito liberale che ha gestito le peggiori politiche antioperaie, dalla legge Fornero all'abolizione dell'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, e gli accordi infami con la Libia per la segregazione dei migranti, fra stupri e torture (Minniti). È un partito che con Zingaretti cerca di rifarsi il trucco, ma che conferma guarda caso tutte le politiche del passato, dal TAV alle misure antipopolari. Il PD si oppone al governo Conte non dal versante dei lavoratori ma dal versante del rigore, dei conti pubblici, di Confindustria, dell'Unione Europea dei capitalisti. Così facendo oltretutto concorre alla tenuta del governo tra i lavoratori e gli strati popolari. È il PD che ha spianato la strada alle destre, non può essere il PD l'alternativa a queste.

Contro le destre di governo, contro il PD confindustriale, diamo indicazione di voto a sinistra. Al fianco di centinaia di migliaia di lavoratori, giovani, donne che in questi mesi hanno animato le manifestazioni antirazziste, antifasciste, femministe, studentesche, e che vogliono esprimere anche attraverso il voto la propria opposizione al governo e la propria demarcazione dal PD.

Noi sappiamo che molti compagni tendono ad astenersi in queste elezioni, perché profondamente delusi dalla politica delle forze a sinistra del PD presenti.
Pur comprendendo questa posizione per la nostra netta critica della sinistra riformista di vario tipo, riteniamo però che in questa occasione sia più logico, per combattere il governo reazionario e il PD sempre liberale nonostante la segreteria Zingaretti, esprimersi con un voto per le liste a sinistra del PD.

Ma la nostra indicazione di voto è priva di ogni illusione.
La lista “la Sinistra” è composta da partiti che hanno ciclicamente sostenuto le politiche antioperaie dei governi Prodi (precarizzazione del lavoro, detassazione dei profitti, tagli sociali, campi di detenzione per gli immigrati, spese e missioni militari...). Ed ora gli stessi partiti assumono a riferimento europeo il partito Syriza, che con Tsipras ha gestito e gestisce politiche di lacrime e sangue per conto, e col plauso, del capitale finanziario.
È una sinistra subalterna all'europeismo borghese.
La lista del PC è guidata da un camaleonte (Rizzo) che non solo ha sostenuto i due governi Prodi, ma persino il governo D'Alema che bombardò la Serbia. E ora cerca di rifarsi il look “a sinistra” parlando di anticapitalismo e socialismo. Ma il “socialismo” di riferimento è il regime nordcoreano, e quindi avverso alla democrazia operaia. E la cultura staliniana non promette nulla di buono: basta vedere le ambiguità calcolate del PC sui diritti civili, sulle rivendicazioni delle donne, sulla difesa dei migranti.
È una sinistra che ammicca al sovranismo nazionalista.
Nei fatti, né “la Sinistra” né il PC si battono per una alternativa dei lavoratori e degli oppressi. Né si battono – di conseguenza – per una svolta unitaria e radicale del movimento operaio sul terreno dell'unificazione delle lotte.

Proprio da qui passa invece l'unica prospettiva di alternativa vera: un'alternativa anticapitalista, su scala italiana, europea, internazionale. Un'alternativa anticapitalista che ripartisca il lavoro fra tutti attraverso la riduzione dell'orario a 32 ore a parità di paga; che sviluppi un grande piano di nuovo lavoro, a partire dalla riconversione ambientale, finanziato dalla tassazione progressiva dei grandi patrimoni, rendite, profitti; che abolisca il debito pubblico verso le banche nazionalizzandole senza alcun indennizzo per i grandi azionisti; che espropri le aziende che licenziano o che inquinano, a tutela di lavoro e salute e sotto il controllo dei lavoratori.
Solo un governo di lavoratori, lavoratrici, precari, operai, impiegati, solo un governo basato sulla loro organizzazione democratica e la loro forza può realizzare queste misure di svolta.

È la prospettiva dell'Europa socialista, degli Stati uniti socialisti d'Europa. Una prospettiva rivoluzionaria, contrapposta sia all'europeismo borghese liberale sia ai sovranismi nazionalisti. Una prospettiva che si fonda sull'unità e l'autonomia degli interessi dei lavoratori e delle lavoratrici, in ogni paese e su scala continentale, in opposizione al capitalismo e all'imperialismo, innanzitutto quello di casa nostra.

Il nostro partito non ha potuto presentare questo programma delle elezioni europee, per via di assurde barriere antidemocratiche verso i partiti che non hanno rappresentanza nel Parlamento della UE. Ma questo programma lo portiamo in ogni lotta dei lavoratori e degli oppressi.
Attorno a questo programma lavoriamo a costruire il partito rivoluzionario, un partito che lotti controcorrente per elevare la coscienza politica degli sfruttati. Perché solo una rivoluzione può cambiare le cose.

Partito Comunista dei Lavoratori

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