Dalle sezioni del PCL

Ospedale di Isernia: mobilitazione contro la chiusura del reparto di senologia

Basta sacrifici e tagli alla sanità molisana, imposti per garantire gli interessi sul debito pubblico-truffa ai banchieri e per assecondare le brame spartitorie delle cricche locali!

26 Aprile 2019
senologia


Come è emerso dalle sacrosante proteste popolari, ed in primis dalle centinaia di donne che ne hanno estremo bisogno, la paventata chiusura del reparto di senologia a Isernia rappresenta un altro duro colpo al diritto alla salute nella nostra realtà locale, ancora più grave del solito perché colpisce centinaia di donne che, come è noto, già vivono una specifica condizione di genere caratterizzata in questa società capitalistica dalla maggiore difficoltà quotidiana nel lavoro e nella famiglia.

Il servizio che verrebbe tolto ha un bacino di utenza importante, che peraltro si estende anche alle confinanti province campane, e per la sua qualità è molto apprezzato.
Perché dunque toglierlo, imponendo gravissimi disagi e oneri alle tante donne in cura, soprattutto a quelle non benestanti? Se si considera l’ordine naturale delle cose ciò appare una follia.
Ma nel sistema capitalistico anche queste follie hanno una “ragione”, poiché queste misure antisociali sono figlie di decisioni adottate da quei comitati esecutivi della borghesia sul piano centrale e su quello regionale, che si formalizzano nell’adozione del bilancio dello Stato e del bilancio regionale.

In ogni finanziaria governativa degli ultimi anni, pur avendo a disposizione un avanzo primario di circa 40 miliardi ormai standardizzatosi a furia di drastici sacrifici antisociali, si impongono ogni anno ulteriori tagli alla sanità, oltre che alla previdenza, alla scuola, ai servizi essenziali. Non per “razionalizzare” e per “giusto risparmio”, ma solo per garantire il pagamento di circa 80 miliardi annui di interessi ai magnati della finanza, detentori dei titoli del debito pubblico che hanno acquistato con il frutto delle loro grandi rapine sociali passate e presenti.
Di qui altro debito su debito pubblico, in una sorta di anatocismo di Stato, fatto solo per per pagare questi interessi ai banchieri, imponendo sempre più sacrifici alla popolazione in un circuito senza fine, a partire dai tagli alla sanità pubblica.
Esattamente come la vittima dell’usura, che più paga, più si vede aumentare il debito truffa verso l’usuraio.
Il resto dell’imbroglio avviene poi sul piano delle cordate politiche ed economiche regionali in funzione dei loro interessi spartitori.

Ed invero la progressiva distruzione della sanità pubblica è fatta ad arte anche per spostare l’utenza sulla sanità degli speculatori privati, per aprire loro nuovi spazi di mercato a fronte della crisi di sovrapproduzione e del loro restringimento tipico dell'irrazionale sistema fondato sul capitale. sempre in preda a convulsioni: di qui il regresso dove il diritto di cura e alla salute tende a tornare ancor di più un privilegio per ricchi, tra una sanità pubblica in decadenza ed una sanità privata per privilegiati.
Ecco perché i sacrifici che si vorrebbero imporre alle donne in cura presso il reparto di senologia di Isernia, così come alla sanità in generale, mal trincerati dietro finte “razionalizzazioni”, servono solo a fare cassa per pagare gli interessi ai grandi usurai della finanza sul piano centrale, oltre che ad attuare i piani spartitori delle cricche locali.

D’altro lato, non possiamo non notare come i politici locali ed esponenti istituzionali si presentano alle manifestazioni contro questi tagli da sempre decisi dagli stessi partiti borghesi che si alternano al governo, in cui essi militano ed ai quali portano voti spesso clientelari.
Dalla destra al PD, all’attuale governo giallo-bruno.
Prima sostengono i governi capitalisti di ogni colore che tagliano la sanità per il profitto dei magnati della finanza, così come sostengono le cordate saccheggiatrici della sanità pubblica che ne costituiscono l’epigono locale, e poi vengono a protestare in loco contro questi tagli antisociali!
Contro chi protestano? Contro loro stessi? È tempo che la popolazione si renda conto di queste prese in giro da parte di politici e partiti borghesi di ogni colore.

La lotta contro la chiusura di senologia a Isernia è dunque uno dei momenti importanti per un cambio di rotta più generale, per un piano che rilanci la sanità pubblica in base alle esigenze della popolazione sul territorio; un piano socialmente controllato, che garantisca il diritto alla salute non solo ai benestanti, ma, con la stessa qualità ed accessibilità, anche ai lavoratori ed ai meno abbienti.
La chiusura del reparto di senologia a Isernia, come ogni altra misura antisociale, potrà essere fermata solo con una mobilitazione radicale e ad oltranza, molto partecipata, a cui il Partito Comunista dei Lavoratori continuerà a contribuire.
Nella consapevolezza, però, che per rovesciare questo ordine di cose non basta una battaglia locale e parziale.
Occorre anche legare queste lotte quotidiane ad una prospettiva più generale anticapitalistica: ribaltare la politica governativa di taglio della sanità pubblica, imposta dai magnati usurai della finanza per mezzo dei loro vari governi.
Per un governo dei lavoratori, l'unico in grado di provvedere alla cancellazione del debito pubblico usuraio accompagnata necessariamente dalla nazionalizzazione senza indennizzo del sistema bancario, quale unica misura in grado di liberare enormi risorse per i servizi essenziali, a partire da una sanità pubblica accessibile a tutti e di qualità, in grado di eliminare la morsa speculativa imposta per il profitto della grande finanza, ed a causa della quale partono anche tutti i tagli ai servizi essenziali previsti nei bilanci statali e regionali.
Su queste basi rivolgiamo un appello anche alla sinistra sociale e sindacale molisana, che è chiamata ad una battaglia unitaria.

Partito Comunista dei Lavoratori - coordinamento del Molise

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