Prima pagina

Comunisti e guerra in Kosovo. I crimini non vanno taciuti

27 Marzo 2019
dili_dalema


20 anni fa la NATO aggrediva la Jugoslavia bombardando Belgrado, con la complicità dell’Italia e del Governo D’Alema. La maschera di una alleanza “difensiva” cadeva definitivamente, dinanzi all’evidenza di una aggressione criminale voluta dai grandi monopoli ma giustificata con il pretesto dei “diritti umani”, come poi sarebbe avvenuto in Iraq, Afghanistan, Libia, ecc. L’Italia non sia mai più complice di una guerra imperialista. Fuori l’Italia dalla NATO, fuori la NATO dall’Italia.

Il Fronte della Gioventù Comunista (FGC), organizzazione giovanile del Partito Comunista di Marco Rizzo, con queste parole il 24 marzo ha ricordato l’inizio dei bombardamenti contro la Jugoslavia ad opera della NATO. Vent’anni fa Belgrado veniva bombardata, con aerei italiani che partivano dalla base italiana di Aviano. Un crimine imperialista che i rivoluzionari denunciarono allora e denunciano oggi.

L’opposizione dei comunisti agli interventi dell’imperialismo è una questione di principio, e non è nostro interesse quindi polemizzare con questa giusta presa di posizione del FGC in merito a quei drammatici eventi. Anzi, siamo perfettamente d’accordo con la dichiarazione delle compagne e dei compagni.

Tuttavia, ci pare necessario ricordare quale è stata la natura del governo D’Alema: un governo di cui faceva parte, con tanto di ministri, il Partito dei Comunisti Italiani, nato nel 1998 come scissione (di destra!) dal Partito della Rifondazione Comunista, con l’esplicita volontà di continuare a sostenere il primo governo Prodi, al quale Bertinotti era stato costretto a togliere la fiducia.

Ebbene Marco Rizzo, oggi segretario del Partito Comunista, fu tra i principali organizzatori della scissione del Partito dei Comunisti Italiani, e all’epoca era deputato e coordinatore della segreteria nazionale del PdCI.

A nulla possono valere i tentativi di giustificazione o rimbalzo di responsabilità riguardo ai fatti di vent’anni fa. La storia parla chiaro. Cossutta, Diliberto, Rizzo hanno rappresentato in Italia la peggiore deriva governista di uno stalinismo italiano che, nell’ottica delle “alleanze contro la destra” e dell’unità con il centrosinistra, è passato dai compromessi storici alla partecipazione criminale ai governi della guerra.

C’è chi, come Marco Rizzo vent’anni fa, ha rotto con il PRC per appoggiare un governo di centrosinistra che ha bombardato Belgrado, e chi invece, come il Partito Comunista dei Lavoratori, è nato contro i governi di centrosinistra, contro i governi di guerra, per l’opposizione a tutti i governi borghesi.

Si obietterà: “oggi Rizzo è cambiato, ha ammesso i suoi errori, il PC è alleato del grande KKE greco”. Tralasciando per un istante quali furono i veri motivi della “svolta a sinistra” che Marco Rizzo fece nel 2009, il punto è un altro: non è cambiato il bilancio che è necessario fare riguardo a tutta la storia dello stalinismo internazionale, perché è in questo che risiede l’origine degli errori. Non è forse vero che il KKE greco, oggi partito fratello del PC di Marco Rizzo, dall’alto della fraseologia pseudorivoluzionaria, ben dieci anni prima di Rizzo partecipò al governo di unità nazionale del 1989, a braccetto della socialdemocrazia e della destra postfascista? Può essere, questo, semplicemente un errore di percorso?

Perché allora il FGC tace sulle responsabilità del segretario del Partito Comunista? Se sostenere un governo borghese è di per sé imperdonabile per i comunisti, sostenere e partecipare ad un governo di guerra non è un semplice errore o una svista, ma un crimine.

Chiamare i propri dirigenti alle loro responsabilità, riscoprire il marxismo rivoluzionario e studiare con spirito libero la storia del movimento operaio e comunista: è questo l’invito e l’augurio che facciamo alle giovani compagne e compagni del FGC.

Partito Comunista dei Lavoratori

CONDIVIDI

FONTE