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“Ogni tempesta comincia con una singola goccia”

22 Marzo 2019
orsetti


Lorenzo Orsetti è morto combattendo da antifascista contro l’ISIS nella Siria orientale.
La sua scelta di essere un combattente del popolo curdo ha accompagnato parte della sua giovinezza fino al 18 marzo, quando è rimasto ucciso in uno degli ultimi scontri contro i miliziani dello stato islamico nella battaglia di Deir Ez-Zor.
Combatteva nelle YPG, le unità di difesa del popolo curdo, per quella rivoluzione del Rojava che aveva fatto propria ma mai abbandonando i suoi ideali di anarchico. Credeva nel confederalismo democratico: un’unione di popoli con un nuovo modello che unisce insieme curdi, arabi, cristiani, laici, islamici. Con questa visione ha cercato di battersi per i più deboli in una parte di mondo contesa da diversi interessi imperialistici. Non solo per il popolo curdo ma in difesa dell’umanità e contro la barbarie in un modo che solo i rivoluzionari conoscono e che a volte porta fino alle estreme conseguenze.
Aveva scritto un testamento ideale, nel caso fosse arrivato il suo momento:

«Ciao, se state leggendo questo messaggio è segno che non sono più a questo mondo. Beh, non rattristatevi più di tanto, mi sta bene così; non ho rimpianti, sono morto facendo quello che ritenevo più giusto, difendendo i più deboli e rimanendo fedele ai miei ideali di giustizia, eguaglianza e libertà. Quindi nonostante questa prematura dipartita, la mia vita resta comunque un successo, e sono quasi certo che me ne sono andato con il sorriso sulle labbra. Non avrei potuto chiedere di meglio. Vi auguro tutto il bene possibile, e spero che anche voi un giorno (se non l’avete già fatto) decidiate di dare la vita per il prossimo, perché solo così si cambia il mondo. Solo sconfiggendo l’individualismo e l’egoismo in ciascuno di noi si può fare la differenza. Sono tempi difficili lo so, ma non cedete alla rassegnazione, non abbandonate la speranza, mai! Neppure per un attimo. Anche quando tutto sembra perduto, e i mali che affliggono l’uomo e la terra sembrano insormontabili, cercate di trovare la forza, e di infonderla nei vostri compagni. E’ proprio nei momenti più bui che la vostra luce serve. E ricordate sempre che “ogni tempesta comincia con una singola goccia”. Cercate di essere voi quella goccia. Vi amo tutti, spero farete tesoro di queste parole.»

Le sue parole sono rivolte a tutti, ma in particolare a chi crede ancora nella lotta di classe e nell’antifascismo. È un invito a non cedere mai, anche nei momenti più bui e difficili. Ci implora a non cadere nell’individualismo e di continuare organizzati insieme ai compagni di lotta. Un testamento che ci parla di tempi difficili di una fase dove i più deboli sono sacrificati in nome del profitto. In questa situazione anche la barbarie della reazione, il fascismo e razzismo fermentano dentro la cultura delle classi dominanti, che diventa anche parte della mentalità degli sfruttati, in uno scontro di esclusi contro esclusi, dove anche il ruolo della donna viene sottomesso in modo drammatico agli interessi di classe.
Lorenzo credeva in qualcosa di diverso, che la particolare “rivoluzione del Rojava” aveva creato. Il ruolo della donna, in particolare all’interno di un'idea di governo basata sul confederalismo democratico formulata da Abdullah Öcalan, con un municipalismo libertario ed un'ecologia sociale multi-culturale, antimonopolistica, ed orientati verso il secolarismo, il femminismo e l'ecologismo come pilastri centrali.
Questo modello di società non è privo di contraddizioni, ma è comunque ad un livello avanzato e progressivo rispetto a tutta l’area medio-orientale, ed è forse l’unico argine anche militare in questa fase contro lo Stato nazi-islamico.
Le scelte della “rivoluzione del Rojava” che Lorenzo ha difeso fino all’ultimo istante della sua vita sono ora schiacciate nella morsa di interessi imperialistici contrapposti. Una morsa fatta anche da alleanze incrociate e ambigue. Tra tutte, quella tra gli USA e la Turchia, con quest’ultima spinta verso l’annientamento della "rivoluzione del Rojava” dei curdi, nei suoi interessi nazionalistici e apertamente sostenitrice dello Stato Islamico.
Ma gli USA appoggiano anche militarmente le YPG, le unità di difesa del popolo curdo nell’interesse imperialistico nell’area contro le ingerenze di Russia e Iran. Contraddizioni che sono alla base dello stallo nel quale sono immersi i curdi.
Solo la precisa spinta della rivoluzione del Rojava verso la lotta di classe, l’antimperialismo e l’anticapitalismo potrebbe risolvere questo stallo. Uno tra i limiti principali della dirigenza curda è quello di aver agito troppo limitatamente dentro la classe operaia turca e di non aver chiesto il suo sostegno in una lotta comune. Solo il socialismo e la sua rivoluzione possono distruggere la barbarie ed essere esempio per tutto il Medio Oriente.

La morte di Lorenzo va comunque al di là di tutto questo. È l’esempio universale che deve crescere dentro ogni rivoluzionario, dove tutti gli interessi personali sono lasciati alle spalle con un amore anche estremo rivolto verso gli sfruttati e gli oppressi generati dal capitalismo. L’Europa, l’Italia e la stessa sua terra d’origine, la Toscana, non sono lontane dal quel pezzo di terra siriana. Il suo internazionalismo e quello di tutti i combattenti che come lui sono ancora in quei campi di battaglia è anche il nostro.


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Dal sito www.retekurdistan.it:

Le YPG hanno rilasciato una dichiarazione sull’internazionalista italiano Lorenzo Orsetti caduto in Siria orientale. L‘ufficio stampa delle Unità di Difesa del Popolo YPG ha rilasciato una dichiarazione su Lorenzo Orsetti (Tekoser Piling). L’internazionalista proveniente dall’Italia è caduto ieri nella battaglia contro IS ad al-Bagouz.
Nella dichiarazione le YPG fanno sapere:
Lorenzo Orsetti (Tekoser Piling) si è unito alla resistenza nel Rojava nel 2017 e con la sua identità internazionalista-rivoluzionaria ha partecipato attivamente alla lotta di liberazione. Era organizzato nelle unità internazionaliste all’interno delle strutture delle YPG e ha combattuto per libertà in ogni condizione con grande determinazione. Anche nella resistenza contro l’occupazione di Efrîn da parte dello Stato turco ha combattuto sul fronte più avanzato.
Nell’offensiva ‚Tempesta di Cizîrê‘ contro IS a Deir ez-Zor ha mostrato un impegno grande e generoso. Era attivo nella regione anche nelle unità internazionaliste del TKP/ML-TIKKO e mostrava un atteggiamento sostanziale e determinato rispetto ai valori universali del socialismo. Con il suo legame con la rivoluzione ha vissuto una vita esemplare.
Tekoser Piling è caduto il 18 marzo in uno scontro nell’operazione contro l’ultimo territorio occupato da IS. Ricordiamo tutte le internazionaliste e tutti gli internazionalisti caduti nella rivoluzione del Rojava. Esprimiamo le nostre condoglianze alla famiglia e a tutte e tutti coloro che lo hanno amato.“
Nome in codice: Tekoser Piling
Nome e cognome: Lorenzo Orsetti
Nome della madre: Annalisa
Nome del padre: Alessandro
Luogo e data di nascita: Italia, 1986



Luogo e giorno della morte: Deir ez-Zor, 18 marzo 2019

Ruggero Rognoni

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