Internazionale

Elezioni in Andalusia: il bilancio di IZAR

21 Dicembre 2018
izar


IL PARTITO SOCIALISTA SPAGNOLO PERDE IL GOVERNO DELL'ANDALUSIA

Le elezioni dello scorso 2 dicembre hanno segnato la disfatta del Partito Socialista spagnolo e di Susana Diaz. Nonostante sia stato il partito più votato, con 1.009.234 voti, tuttavia perde, rispetto al 2015, più di 400.000 voti e 14 deputati, passando dal 35,41% al 27,95% dei voti. Susana Diaz aveva anticipato le elezioni per evitare che la sentenza dei ERE’s la pregiudicasse, però neanche questo l'ha salvata. Per quanto riguarda il governo Sanchez, questo duro colpo non gli permette, come invece aveva previsto, di appoggiarsi ad una ipotetica vittoria del partito socialista andaluso per affrontare meglio un’avanzata alle elezioni nazionali.

Così dunque le elezioni andaluse lasciano il governo di Sanchez ancora più debole, e dimostrano che le politiche antisociali finiscono per far pagare il conto addirittura al Partito Socialista di Andalusia [storica roccaforte socialista, ndr]. Non bisogna dimenticare che il risultato politico della crisi da parte del Partito Socialista in Andalusia è quello del tasso di disoccupazione, giovanile e femminile, più alto di tutto lo Stato spagnolo. Senza contare che il popolo andaluso, tradizionalmente votante a sinistra, ha deciso di astenersi in massa in queste elezioni (41,35 %, 5,3 punti più del 2015), stanco di inganni, di politiche a servizio dei ricchi e della corruzione.


PARTITO POPOLARE E CIUDADANOS ENTRANO IN LOTTA PER PRESIEDERE LA GIUNTA

Dopo 36 anni il Partito Socialista spagnolo lascia quindi San Telmo (sede del governo regionale, ndr). Questo in sé non è una cattiva notizia; il problema è l'alternativa. Tanto il Partito Popolare come Ciudadanos già chiedono di ottenere la presidenza della Giunta: il Partito Popolare sostenendo di essere la seconda forza dell’Andalusia dietro il Partito Socialista spagnolo con 749.275 voti (20,75%) e 26 deputati, anche se si dimenticano per strada di esplicitare la perdita di 316.410 voti (26,74 %) e di 7 deputati rispetto al 2015. Per quanto riguarda Ciudadanos, argomentando che sono la forza che è salita di più, passando da 9 a 21 deputati e da 369.896 voti (9,28 %) nel 2015 a 659.631 voti (18,27%) il 2 dicembre, e che hanno appoggiato il governo di Susanna Diaz per 3 anni.

Il Partito Popolare, Ciudadanos, Vox (partito di estrema destra monarchico e filofranchista, ndr) hanno la maggioranza nel parlamento andaluso, dal momento che occupano 59 posti su un totale di 109. Rimane da vedere chi del Partito Popolare o di Ciudadanos otterrà definitivamente la presidenza. Il Partito Popolare ha già detto che non ha nessun problema nel formare una maggioranza con Vox, mentre invece Ciudadanos perde tempo e cerca disperatamente l'appoggio del Partito Socialista e la astensione di Adelante Andalusia per non dipendere da Vox e rimanere in buoni rapporti con i suoi amici europei. Vada come vada questo siparietto da strapazzo, quello che è chiaro è che, qualunque sia la presidenza, nei prossimi 4 anni avremo un governo della Giunta dell'Andalusia col quale dovrà scontrarsi la mobilitazione, esattamente come facevamo con il Partito Socialista. Speriamo che in questa occasione i sindacati di CCOO e UGT siano un po' più incisivi nel contrapporsi a misure antisociali.


'ADELANTE ANDALUSIA' RETROCEDE RISPETTO AL 2015

I risultati di Adelante Andalusia (coalizione elettorale formata da Podemos e IU, ndr) non hanno soddisfatto le aspettative. La coalizione ottiene meno voti del 2015 quando Izquierda Unida (IU) e Podemos parteciparono separatamente. Così perde quasi 300 mila voti, passando da 863.938 nel 2015 (21,73%) a 584.040 voti nel 2018 (16,18%), così come perde anche tre deputati, passando da 20 a 17. La linea politica portata avanti durante tutti questi anni ha finito per ottenere un calo non solo nella partecipazione militante ma anche a livello elettorale. L'avvicinamento alle istituzioni e alle politiche di gestione nei luoghi dove governano da soli (Madrid, Barcellona, Cadice) o con il Partito Socialista (Castiglia-La Mancia), le continue offerte per governare a livello statale con il Partito Socialista e per diventare un’appendice in più del social-liberalismo come già lo era stato prima IU sono solo alcuni esempi che fanno sì che sempre meno gente creda che sono il partito del cambiamento.

A tutto ciò bisogna aggiungere la quasi sparizione di Podemos Andalusia, inteso come il partito delle mobilitazioni di questi ultimi tre anni. Il lavoro istituzionale ha predominato chiaramente sopra a quello della costruzione delle lotte. Questo non significa che i militanti di Podemos non scendano in piazza, né che non lottino. Tuttavia l'organizzazione in quanto tale non contribuisce a rinforzare queste lotte, ed è vero che prevale sempre l'aspetto elettorale, cioè se questa mobilitazione o quell’altra posizione daranno o toglieranno voti.


VOX IRROMPE NEL PARLAMENTO ANDALUSO

Il partito di estrema destra Vox è riuscito a entrare nel parlamento andaluso, ottenendo 12 deputati e quasi 400 mila voti (10,97%), mentre nel 2015 era rimasto a 18.000 (0,45%). Tuttavia questo strabiliante aumento non significa che la destra estrema in Andalusia sia apparsa di punto in bianco. La destra fascista esisteva molto prima, però confluiva maggioritariamente nel il Partito Popolare. Gli scandali di corruzione e le divisioni interne hanno favorito l’avvicinamento intorno a Vox di filoni molto reazionari che non si sentivano sufficientemente rappresentati dal Partito Popolare né da Ciudadanos. Questo partito ha centrato il suo discorso sul nazionalismo spagnolo in contrapposizione con la questione catalana, sul rifiuto della Legge della Memoria Storica (legge che riconosce le vittime della guerra civile e della successiva dittatura franchista, ndt), del femminismo e dell'immigrazione, e ha obbligato il partito popolare e Ciudadanos ad allinearsi su tali questioni.
Al giorno d'oggi il voto di Vox proviene per la gran parte dai quartieri più ricchi delle città andaluse. Tuttavia non è improbabile che il suo discorso all'insegna di ''prima gli spagnoli'' e della guerra fra poveri finisca per infiltrarsi nei quartieri delle classi popolari, esattamente come già succede in altri paesi europei, se non siamo capaci di proporre per la nostra classe un'alternativa alle conseguenze della crisi che sia in grado di opporre quelli che la subiscono con quelli che se ne approfittano. È allarmante che l'estrema destra abbia ottenuto il suo maggiore successo nella provincia di Almeria (16,79%), sia, precedentemente, nella località almeriense di El Ejido (29,51%), così come buoni risultati sulla costa di Malaga e intorno a Gibilterra, zona ad alta densità di immigrati.
Podemos e IU non hanno raggiunto i loro obiettivi, anzi hanno generato più illusioni sul fatto che si poteva cambiare la vita dei lavoratori e dei giovani senza opporsi agli interessi delle classi dominanti, o governando dall'alveo del Partito Socialista. Per quanto riguarda il Partito Socialista, le politiche economiche sono state le stesse di quelle del Partito Popolare. Allo stesso modo di quanto fatto da quest'ultimo, hanno attaccato le pensioni, hanno fatto tagli, hanno salvato le banche, privatizzato, favorito il pagamento del debito, facilitato e semplificato i licenziamenti, reso precari i giovani. Tutte queste politiche e queste false promesse sono anch'esse responsabili oggi della salita dell'estrema destra.


UNA SINISTRA RIVOLUZIONARIA DIVISA IN DIVERSE CANDIDATURE, MOLTO DEBOLE PERÒ PIÙ UTILE CHE MAI

I risultati delle diverse organizzazioni della sinistra rivoluzionaria mostrano la debolezza e il poco peso di questa al di fuori dagli ambiti militanti e di alcuni settori, nonostante l’aumento di voti dal 2015. I risultati di Sinistra Anticapitalista Rivoluzionaria (Izquierda Anticapitalista Revolucionaria - IZAR) nelle province di Malaga e Granada segnano la stessa tendenza, accumulando insieme 649 voti. Tuttavia, simili risultati non annullano la necessità di una candidatura politica che mantenga una sua chiara indipendenza di classe rispetto ai partiti che difendono il regime del 1978 (la monarchia costituzionale post-franchista, ndr) e le sue istituzioni, una candidatura che si impegni in un programma di urgenza sociale che si opponga agli interessi dei capitalisti, e sostenga chiaramente che per imporre tale programma sono necessarie la mobilitazione e le manifestazioni, che difenda la rottura con un sistema iniquo che genera solo disuguaglianza e miseria, e che si batta per la costruzione di una società senza sfruttamenti e senza nessun tipo di oppressione.
In Andalusia continuiamo a pensare che sia possibile in base a tali assetti politici formare candidature unitarie in futuro che aspirino a raggruppare tutti quelli che si mobilitano quotidianamente contro le politiche antisociali, governi chi governi.
Lunedì 3 dicembre scesero in piazza migliaia di giovani in diverse città andaluse per manifestare il proprio rifiuto del fascismo e dell’entrata in parlamento di Vox. La sinistra rivoluzionaria organizzata deve contribuire a fortificare tale movimento e fare il possibile per formare spazi in cui si possano creare mobilitazioni che esprimano chiaramente il fatto che il fascismo e l’estrema destra finiscono sempre per opporre i poveri ai poveri, e che comunque non si opporranno mai agli interessi dei ricchi e dei padroni.

Le organizzazioni politiche sociali e sindacali dell’Andalusia dovrebbero seguire l’esempio dei giovani e convocare subito una grande giornata di mobilitazione in tutte le province andaluse contro il fascismo e l’estrema destra, e connetterla ad un programma di urgenza sociale che si opponga agli interessi della classe dominante per abolire i tagli, aumentare i salari, le pensioni, farla finita con la precarietà e i licenziamenti; per assicurare un’abitazione degna e dei servizi pubblici di qualità. Iniziare questa lotta è, per noi, il modo più efficace di opporsi all'estrema destra e alle sue politiche razziste, machiste e al servizio dei padroni.

IZAR - Izquierda Anticapitalista Revolucionaria

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