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C'è del marcio in Vaticano. Nel silenzio di tutti

5 Novembre 2018
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La triste vicenda di Emanuela Orlandi e di Mirella Gregori, due ragazze sequestrate e sparite nel lontano 1983, è tornato alle cronache in questi giorni a seguito del ritrovamento di scheletri ed ossa sotto il pavimento di un palazzo del Vaticano. Al di là degli accertamenti in corso, che avranno (?) i loro sviluppi, va denunciato il retroterra della vicenda, infinitamente più grande. Una vicenda che coinvolge lo IOR - Istitutoo per le Opere di Religione, la grande banca della Chiesa - con i suoi traffici e relazioni criminali.

Tutti i grandi scandali finanziari italiani hanno coinvolto direttamente lo IOR. Non è un caso. Lo IOR non è una banca qualsiasi. Gli accordi tra il Vaticano e lo Stato italiano consentono allo IOR una operatività di banca offshore, fuori da ogni controllo. Lo IOR assicura assoluta impunità. L'articolo 11 dei Patti Lateranensi afferma infatti: “Gli enti centrali della Chiesa Cattolica sono esenti da ogni ingerenza da parte dello Stato italiano”. I dirigenti dello IOR non possono dunque essere né indagati né arrestati, né processati in Italia. Lo IOR non può essere perquisito, i telefoni non possono essere intercettati, i dipendenti nemmeno interrogati. Se un qualsiasi altro Stato avvia una rogatoria allo Stato vaticano, la “Santa Sede” non è neppure tenuta a rispondere, perché il Vaticano è l'unico paese in Europa a non aver mai firmato alcuna convenzione giudiziaria con gli altri Paesi del continente. A ciò si aggiunge che i conti dello IOR non possono essere soggetti a tassazione, come sancito dall'articolo 2 dello Statuto della banca.
Un paradiso fiscale dichiaratamente fuori legge. L'unico Paradiso reale che la Chiesa può garantire.

Che c'entra tutto questo con criminalità e delitti? C'entra eccome. La totale opacità dello IOR, per usare un eufemismo, ha fatto della Banca vaticana la principale lavanderia di denaro sporco. Qui sono passati i grandi scandali, dallo scandalo Eninmont al crack Ambrosiano. Qui sono passati i delitti, dall'avvelenamento di Sindona all'impiccagione di Calvi. Qui, guarda caso, investiva il proprio denaro la famigerata banda della Magliana, che dominava Roma negli anni '80 (rapine, racket, sequestri, omicidi). Ecco il punto. Il capo della banda criminale della Magliana era un certo Renato De Pedis, il boss dei boss. La pratica corrente prevedeva che De Pedis investisse i denari del crimine presso lo IOR in cambio di un altissimo tasso di interesse, sino al 20%. Lo IOR incassava e restituiva, come in una normale bisca. Solo che il crack imprevisto del Banco Ambrosiano, banca “cattolica” in sinergia con lo IOR, buttò all'aria nel 1983 tanta parte dei soldi investiti da De Pedis. Ne seguì un duro contrasto, in cui De Pedis pretese dallo IOR la restituzione del malloppo (interessi inclusi). Secondo la testimonianza di Sabrina Morandi, amante di De Pedis, il rapimento di Emanuela Orlandi, cittadina del Vaticano, da parte della banda della Magliana fece parte parte della “trattativa” tra la banda e lo IOR. La ragazza sarebbe stata assassinata, a negoziato concluso, perché testimone scomodo e imbarazzante per tutti. In compenso il bandito De Pedis può riposare in pace presso la Basilica di Sant'Apollinare assieme a principi, santi e cardinali di prim'ordine. Evidentemente nell'accordo la degna sepoltura era inclusa. La Chiesa, si sa, è misericordiosa con i peccatori, soprattutto se sono suoi clienti, anche se criminali.

Una vicenda di cronaca nera getta dunque un fascio di luce sulla realtà della Chiesa. Un settore del capitalismo in formato ecclesiastico che proprio per questo coinvolge la Chiesa in tutto il peggio che il capitale dispensa, inclusi i delitti. Impressiona il silenzio su questa realtà non solo dei borghesi liberali alla Scalfari, incantati da Papa Francesco, ma anche e soprattutto di quelle sinistre cosiddette radicali che hanno cercato più volte nel nuovo papato una propria legittimazione, salvo trovarsi di fronte alla denuncia papale dell'aborto quale genocidio nazista. È l'ennesima conferma che solo una sinistra anticapitalista e rivoluzionaria può essere coerentemente anticlericale e laica, e chiamare le cose con il loro nome.

Partito Comunista dei Lavoratori

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