Dalle sezioni del PCL

Chiusura del viadotto Sente, la cattiva gestione antisociale tra le giunte di destra e quelle del PD

Esempio di come le giunte locali agiscono quali comitati esecutivi della borghesia per il profitto di padroni e speculatori, in spregio alle esigenze di lavoratori pendolari e studenti

12 Ottobre 2018
ponte_sente


Il viadotto Sente è il ponte stradale più alto d’Italia (per altezza del pilone): 185 metri. Si trova sulla ex statale 86 Istonia, al confine tra Abruzzo e Molise, ed è l’unico collegamento praticabile tra l’area dell'alto vastese e l’alto Molise per tanti lavoratori pendolari e studenti.
Era il 4 ottobre del 2017 quando Mike Matticoli, consigliere provinciale di Isernia delegato alla viabilità ed esponente della destra, nonché falco sostenitore del Presidente della Provincia Coia (PD), tuonava contro chiunque ponesse in dubbio la sicurezza del viadotto Sente annunciando di aver sporto querele per “procurato allarme” (fonte per tutte le altre: Eco dell’Alto Molise-Vastese). E aggiungeva che la situazione era «in continuo monitoraggio». Insomma, secondo lui tutto era a posto e… stiate sereni.

Così sino al 29 agosto ultimo scorso, peraltro già dopo il terremoto del 14 agosto quando il consigliere Matticoli diffondeva ancora notizie rassicuranti sui quotidiani locali: «Buone nuove per la viabilità che interessa Agnone. Lo ha annunciato il consigliere provinciale delegato alla viabilità Mike Matticoli. "Per i viadotti 'Sente' e 'Verrino' non ci sono rischi immediati”».
Parola di Mike Matticoli.

Sicché, dopo aver minacciato le sue infondate querele per “procurato allarme” e rassicurato tutti sino allo scorso 29 agosto, già l’11 settembre veniva constatato addirittura il pericolo di crollo del viadotto con conseguente chiusura!

Di qui tutti gli enormi disagi a lavoratori pendolari e studenti per la interruzione dell’unico collegamento tra il Vastese e l’Alto Molise, segnatamente Castiglione Messer Marino e Belmonte del Sannio-Agnone. Peraltro proponendo un rimedio peggiore del male: l’alternativa Istonia (ex statale 86), una strada dissestata e pericolosa, che comporterebbe solo sperpero di denaro pubblico e perdite di tempo, mentre con minori fondi e tempi celeri si dovrebbe subito mettere in sicurezza il viadotto, assicurando modalità compatibili di utilizzo immediato.

Ma come ha fatto il consigliere Matticoli a passare in pochi giorni dal “sereni nessun rischio” al pericolo di crollo con chiusura? Peraltro a fronte di un “monitoraggio continuo”?
Qualcosa non quadra: a noi pare evidente la mala gestio politica laddove si è omesso di prevenire a tempo debito tale situazione, e se c’e qualcuno che può fare “querele” questi sono solo i lavoratori e gli studenti vittime del disagio rivendicando i danni, non di certo il consigliere Matticoli.
E lo ribadiamo, come già abbiamo fatto di fronte all’assurdo no alla stabilizzazione degli ex cantonieri precari: che si dimettano non solo il consigliere Matticoli e il Presidente della provincia, ma l’intera amministrazione provinciale!

Ma il nodo di fondo rimane il fallimento totale di queste giunte locali e regionali di destra e del PD, comitati esecutivi della borghesia, che rappresentano solo gli interessi del padronato locale.
Se l’amministrazione provinciale Coia-Matticoli (PD-Forza Italia) rifiuta la stabilizzazione degli ex operai cantonieri pur essendo possibile da subito, come abbiamo ampiamente dimostrato, gettando la manutenzione stradale nelle grinfie della disastrosa privatizzazione, in danno sia al servizio che all’occupazione, l’attuale giunta regionale di destra, invece di preoccuparsi della messa in sicurezza di viadotti e frane, si è attivata in tempi record per sollecitare il “Lotto zero”, una folle opera inutile e dannosa: 170 milioni per collegare soli cinque km tra i bivii di Pesche e Miranda, con 8 viadotti e due gallerie, dei quali oltre 4 milioni per i progettisti tratti dal Fondo coesione sociale. “Coesione” con chi? Col saccheggio non solo dell’erario ma del suolo verde e prospettiva agricola, ponendo a repentaglio le importanti sorgenti e devastando il paesaggio con la cementificazione selvaggia.

Il viadotto Sente, ad esempio, poteva essere messo in sicurezza da tempo, e già con una piccola parte di quei milioni pagati alle potenti cordate di progettisti dell’inutile e dannoso “Lotto zero”.

Il PCL continuerà a battersi contro la disastrosa privatizzazione della manutenzione stradale voluta dalla Provincia di Isernia, e continuerà perciò la battaglia per la stabilizzazione degli ex operai precari cantonieri, al fine di attrezzare un servizio pubblico di qualità e senza gli aggravi della disastrosi appalti a privati, bensì sotto il controllo democratico e sociale.
E così contro gli sperperi di risorse pubbliche come nel caso del “Lotto zero”, per un piano locale occupazionale a gestione pubblica e controllata socialmente, nel settore edile, rivolto alle opere necessarie, a partire dalla messa in sicurezza di ponti, strade franose ed edifici scolastici sul territorio regionale.

Senza dimenticare che queste rivendicazioni immediate diventano tanto più efficaci quanto più si leghino - anche a livello locale - alla prospettiva del governo dei lavoratori, basato sulla presa di coscienza del proprio ruolo sociale di classe e della propria forza organizzata. Perché bussola dell’attività amministrativa diventino le reali esigenze sociali diffuse sul territorio, e non gli interessi delle cricche borghesi del cemento e delle giunte al loro servizio, incompetenza e sciatteria a parte.

Partito Comunista dei Lavoratori - coordinamento del Molise

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