Interventi

Dotarsi di strumenti adeguati per liberarsi e costruire il futuro

28 Settembre 2018
lavoratori_uniti


Agosto è stato un mese caldo non solo dal punto di vista climatico. E non è stato di riposo per molti lavoratori. È stato invece caratterizzato da numerose morti sul lavoro; da presidi operai come alla Bakaert di Figline Valdarno, dove 318 operai spremuti come limoni con contratti sempre più al ribasso che hanno permesso all'azienda di realizzare grandi profitti, hanno ricevuto la lettera di licenziamento perché la multinazionale belga, ex Pirelli, ha deciso di delocalizzare in Repubblica ceca dove i profitti aumenteranno ulteriormente.
È continuato il presidio a Piombino degli operai ex Lucchini, I ferrovieri si sono mobilitati contro la firma dello scandaloso contratto che tende a dividere l'unità dei lavoratori tra FS e Italo. In molti hanno passato i mesi estivi con l'incubo della disoccupazione in seguito allo stallo di varie trattative, Ilva in primis.
È morto Marchionne, il nemico degli sfruttati di tutto il mondo, colui che ha incassato i soldi degli ammortizzatori sociali per poi portare le fabbriche in altri paesi.
Il modello industriale Marchionne ha fatto carta straccia dei diritti dei lavoratori, del CCNL e del principio di rappresentanza sindacale all’interno delle fabbriche, esteso sul piano nazionale. L'arroganza padronale di Marchionne ha in gran parte colpito i delegati e i lavoratori più combattivi con l'arma del licenziamento, della cassa integrazione, dei reparti-confino o delle sanzioni disciplinari. Operai oppressi in fabbrica e costretti a condizioni materiali e psicologiche di indigenza, impossibilitati a mantenere la propria famiglia.
Il reazionario Salvini ha mostrato i muscoli contro gli sbarchi degli immigrati, sequestrandoli e respingendoli in quella Libia distrutta dall'imperialismo dove sono torturati e le donne stuprate, monopolizzando l'attenzione sul "prima gli italiani" incanalando l'odio verso gli stranieri, compresi quelli che sono supersfruttati da padroni e caporali nelle campagne del Sud e che muoiono come nell'incidente del 4 agosto.
La politica del governo Conte-Salvini-Di Maio distrugge le libertà e i diritti conquistati con la Resistenza e le lotte operaie, e si dibatte tra decisioni populiste, ondeggianti e superficiali retromarce, correzioni delle dichiarazioni e annunci demagogici.
C'è una particolare attenzione verso le forze di polizia, che aumenteranno di numero e di stipendio e saranno munite di nuove armi "innocue" e utili per la sicurezza, come vogliono farci credere, ma che saranno utilizzate contro le inevitabili manifestazioni di protesta: politiche, sindacali, studentesche.
E il processo di fascistizzazione si fa ogni giorno più evidente e avanza verso un ulteriore salto qualitativo che aprirà le porte al fascismo.

C'è il costante aumento del costo della vita: dagli alimentari alle bollette, dai servizi ai trasporti, dai carburanti alle tasse. Eppure non se ne sente più parlare, di conseguenza non si sente più parlare neppure della parola d'ordine basata sul fatto che non devono essere gli operai, i cassintegrati, i disoccupati a pagare la crisi insanabile della borghesia.
Questo governo non migliorerà né cambierà la difficile situazione del proletariato e delle masse popolari, perché prima di tutti non ci sono gli italiani, ma gli imprenditori e il loro capitale.
C’è un’unica possibilità per liberarci da tutti i pericoli, dall'oppressione, dalla repressione, dalla guerra che ci riguarda sempre più da vicino a causa delle contraddizioni tra le potenze imperialiste nel contesto della crisi mondiale. È la lotta di classe.
Una lotta di unità, di unità di classe tra tutti gli operai delle numerose fabbriche in lotta che mettano fine all’odiosa delega che ha portato al distacco dei vertici sindacali dalle esigenze dei lavoratori. Unità di classe contro le divisioni che indeboliscono il movimento operaio come quelle in occasione degli "scioperi nazionali" indetti dai vertici dei sindacati di base per soddisfare la propria autoferenzialità; limitati perché non in grado di bloccare il paese, ai quali aderiscono solo i militanti (e non sempre tutti) ma che non coinvolgono l'insieme della classe lavoratrice. Scelte che demotivano lo sciopero stesso e che invece di restituire fiducia nella lotta producono disorientamento e demoralizzazione.
È indispensabile dotarsi di strumenti adeguati per diventare protagonisti della politica che liberi dalle catene dello sfruttamento capitalistico e costruisca un futuro basato su un sistema sociale socialista.

Partito Comunista dei Lavoratori - sezione di Pavia

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