Dalle sezioni del PCL

Ennesimo caso di barbaro sfruttamento e degrado a Vittoria (Rg)

17 Giugno 2018
caporalato_ragusa


Un imprenditore agricolo albanese di 34 anni è finito agli arresti nella giornata di giovedì 14 giugno per sfruttamento della manodopera, ovvero per caporalato. Indagato anche per i reati di furto aggravato di energia elettrica, ricettazione e impiego di operai irregolari sul territorio nazionale.

Il padroncino albanese, che pare abbia voluto emulare quelli della zona, teneva alle sue dipendenze sei lavoratori in nero che vivevano in gravi condizioni di degrado in una azienda agricola ed in magazzini trasformati in alloggi simili a tuguri, come certificato dall’ASP di Ragusa. I lavoratori hanno vissuto fino ad oggi presso l'azienda per la quale venivano sfruttati, costretti a fare i propri bisogni all'esterno, nella parte retrostante la fatiscente abitazione, perché i servizi igienici mancavano di collegamento con la rete fognaria, portandoli a convivere con ratti e insetti attirati dai liquami stagnanti.

Le dichiarazioni dei lavoratori sono state fondamentali ai fini delle indagini. Tutti e sei hanno detto che il padrone offrì loro quella specie di alloggio e che non poterono rifiutarlo a causa delle pessime condizioni economiche in cui versavano e versano tutt'oggi, che non lasciavano molto margine di scelta.

Questi tragici fatti sono all'ordine del giorno, in un settore come quello agricolo colpito duramente dalla crisi, dove i padroni, per mantenere i livelli di profitto, non si fanno scrupoli a sfruttare e schiavizzare dei lavoratori, sfruttando la debolezza dovuta alle situazioni drammatiche che questi hanno alle spalle. Vicende tanto vecchie e diffuse, ma lo Stato borghese e i suoi organismi lasciano fare nella totale indifferenza, fin quando la situazione lo permette.

Urge sempre più un controllo dei lavoratori nell'azienda in cui lavorano, come base di un controllo reale dei lavoratori e della società sui conti, sugli affari e su tutto ciò che riguarda la vita delle imprese e delle banche. Chiaramente ciò non può avvenire in un sistema capitalista, dove i lavoratori sono esclusi dal controllo dell'economia. Per questo i lavoratori devono unirsi e organizzarsi in un fronte unico, per lottare per i propri diritti e per una alternativa anticapitalista.

Angelo Fontanella, sezione di Ragusa

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