Dalle sezioni del PCL

Dietro le colazioni di Bucci

4 Giugno 2018
colazione_da_bucci


Le colazioni con i cittadini inaugurate dal sindaco Bucci sono solo un’abile operazione di marketing per promuovere consensi.
Ma giovedì 17 maggio a Certosa questo quadretto si incrina, a partire dallo striscione che ricorda al sindaco che Genova non commemora i fascisti.

A domanda precisa sull’iter del regolamento di partecipazione dei cittadini, il sindaco risponde di non sapere cosa sia. Eppure trattasi di uno strumento importante, previsto nelle delibere di iniziativa popolare, ma il comitato cittadino che ha lavorato al Regolamento e alla Carta dei diritti non riesce ad incontrare il sindaco, nonostante le richieste inviate alla sua Segreteria.
Sorge spontanea la domanda: ma come mai il sindaco fautore della collaborazione dei cittadini, dell’efficienza e del fare, non sa niente di un regolamento che consente una partecipazione fattiva degli stessi che va ben oltre le colazioni?
Il sindaco non risponde neanche alla richiesta di esercitare le prerogative in materia di salute e di bisogni socio-sanitari proprie del Comune e della mai convocata Conferenza dei sindaci, per contrastare il declassamento dei consultori; eppure cittadini, associazioni e organizzazioni politiche lo chiedono da tempo.

E infine, il sindaco pensa che precarietà, disoccupazione, povertà, scelte politiche che avvantaggiano solo gli interessi di multinazionali e grande distribuzione, siano ininfluenti sulla chiusura dei negozi. Responsabili sono i cittadini che scelgono di non comprare nei piccoli esercizi.

Il concetto di libertà come quello di espressione sono interpretati in chiave neoliberista, reazionaria, e revisionista: così i morti partigiani e repubblichini si equivalgono, la comunità LGBTQI è divisiva, il manifesto contro la Legge 194 è libertà di espressione, i cittadini sono responsabili della desertificazione dei quartieri. Per estensione si arriverà a dire che i lavoratori sono responsabili delle chiusure delle aziende o delle delocalizzazioni perché pretendono di guadagnare troppo e i poveri sono responsabili della loro povertà.

Si incentiva un’apparente democrazia di facciata basata sul rapporto individuale, a discapito delle più incisive istanze di coloro che rappresentano in modo organizzato le richieste di ampie fasce della popolazione. Con questa modalità si estromettono anche i municipi, le istituzioni, che per la vicinanza al territorio dovrebbero essere il luogo privilegiato del rapporto con i cittadini per raccogliere le istanze, monitorare i bisogni, pianificare gli interventi.
In questa direzione va anche il taglio dei fondi ai municipi, che ne depotenzia ulteriormente autonomia e operatività. L’obiettivo reale è accentrare potere e decisioni nella mani del Capo, esautorando altri ruoli istituzionali e neutralizzando qualunque opposizione.

Ma la maschera cade definitivamente quando, in strada, il sindaco si esibisce in una sfuriata contro il Presidente del municipio che non vuole ritrattare le dichiarazioni di contrarietà rilasciate alla stampa sui ai tagli dei fondi ai municipi. Purtroppo c’era il pubblico ad assistere, ma per il Capo non è un problema: smentisce tutto ed in sostanza dà dei bugiardi ad ANPI e alle associazioni presenti. E il Capo ha sempre ragione.

Nessuna colazione può negare l’evidenza. Bucci, Toti e le loro maggioranze continuano a dividere la città, a coprire le organizzazioni fasciste, ad accanirsi contro i più deboli, a smantellare la sanità, a smembrare i consultori, a ridurre fondi ai servizi sociali e ai disabili. Sono lo strumento di una politica classista che schiaccia e rapina la classe lavoratrice e le fasce più deboli, che perdono lavoro, casa, sicurezza, possibilità di curarsi, avere stipendi e pensioni dignitose mentre i lauti profitti ottenuti sulla loro pelle finiscono dritti nelle tasche di un manipolo di sfruttatori che si arricchisce sempre più.

Le classi esistono, e la classe capitalista sta conducendo una guerra contro la classe lavoratrice.
Solo l’organizzazione dei lavoratori e di tutti gli sfruttati vittime di questo sistema fondato sul profitto e sullo sfruttamento indiscriminato di persone, risorse e ambiente può cambiare le cose. Solo il governo dei lavoratori può garantire uguaglianza, giustizia sociale e libertà.

Partito Comunista dei Lavoratori - sezione di Genova

CONDIVIDI

FONTE